Pragmatica dell’atto di volontà. Un metodo di intervento possibile.

Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza.
Johann Wolfgang von Goethe

Prefazione
In questo articolo vorrei trattare di una metodica molto pratica che da qualche anno applico nella mia vita così come nella mia attività lavorativa. Lo scopo è acquisire una più stabile ed efficace volontà di esprimersi, amare ed essere. Anche se come psicologo da sempre appassionato di studi psicodinamici mi sia sovente rivolto soprattutto alla clinica, negli ultimi anni, tutto sta gioiosamente mutando.
La premessa di questo cambiamento in corso è sicuramente il riconoscimento di un’indole personale volta alla mia e altrui indipendenza, autonomia e autodeterminazione. Così tutto procede speditamente…
Si sta fortificando in me la coscienza da sempre avvertita, che ciascuno di noi, per trovare la propria strada e realizzarsi pienamente, debba essere guidato il meno tempo sia possibile, ma con gli strumenti più utili ed efficaci. Ovviamente i tempi utili di un individuo (e di una tipologia specifica), rispetto a quelli di altri individui (e tipologie diverse), possono essere lungamente divergenti e come tali vanno considerati.
Studiare, riconoscere, comprendere e supportare l’autogestione della tipologia psicologica è diventato un mio obbligo etico di vita, e quindi di servizio verso chi si rivolge a me “per essere aiutato ad aiutarsi”.
Passare dall’essere un terapeuta fortemente psicoanalizzato e psicoanalizzante a uno psicoterapeuta transpersonale “nuova maniera”, o diventare un consulente d’intervento focalizzato e non interpretativo “futura maniera”, ha non poco sconcertato e affaticato la mia mente razionale.
Un bel giorno però, dentro questa mente concreto-logica, potette entrare un “Raggio di Pura Luce, Gioia e Volontà Saggia”: era l’insegnamento, il valore e la pratica della psicosintesi. La mia attenzione si rivolse su ciò che in fondo non avevo ancora avuto modo di esprimere pienamente, ma di cui iniziavo ad essere già auto-conoscitore. Ho dunque abbozzato l’applicazione di tecniche pratiche estremamente soddisfacenti su me stesso e con chi era in aspettativa di riconoscergli potenzialità di autodeterminazione e autonomia. Indipendenza da qualcuno o da qualcosa, come per esempio un sintomo o un’abitudine ormai logora e ritenuta non più utile allo sviluppo della propria specifica “coscienza evolvente”.

 

Non sia di altri chi può esser di sé stesso.
Paracelso

Tipologia e Volontà
Mi sono avvicinato al testo “L’atto di volontà” di Roberto Assagioli come penso sia successo a molti: avevo bisogno di conoscere meglio la mia volontà; forse nel mio caso capirne meglio l’intensità e l’applicabilità. Mi è gradito altresì riconoscere (come può accadere a molti e in diversi contesti), che la volontà mi abbia salvato spesso la vita, e di questo rendo grazie al mio Sé Superiore che l’ha ben indirizzata all’Io che la sta usando.
Con queste due ultime affermazioni voglio semplicemente sottolineare il lavoro personale sulla ricerca e approfondimento costante della mia e altrui tipologia umana e animica.
Rispetto al ruolo della tipologia nell’estrinsecarsi della volontà umana, trovo utile rammentare questa indispensabile considerazione preliminare: non esiste tipologia che non esprima volontà! Nello specifico potremmo dire che le manifestazioni volitive (per chi studia le sette tipologie umane), possono essere esemplificate con le seguenti proprietà:
1.     Volontà di vivere, iniziare, arrivare, potere, governare, dirigere, essere, manifestare, sintesi, pianificare, mirare, raggiungere, vincere, conquistare, dominare, tralasciare, repellere, distruggere …
2.     Volontà di amare, attrarre, includere, donare, educare, accogliere, inglobare, fondere, conoscere, intuire, coscentizzare, qualificare, contemplare, discernere, ampliare, centrare, magnetizzare, rapportare, accerchiare, distanziare, …
3.     Volontà di illuminare, ideare, visionare, misurare, ampliare, espandere, dilatare, istruire, trasportare, vigilare, schematizzare, progettare, costruire, disvelare, dinamizzare, attivare, manifestare, sviluppare, disperdere …
4.     Volontà di vincere, armonizzare, creare, apprezzare, abbellire, accordare, unire, mediare, avvicinare, riflettere, attirare, oscillare, affermare, obbedire, dipanare, radicare, dividere, spezzare, confliggere …
5.     Volontà di pensare, investigare, discriminare, informarsi, scoprire, sapere, insegnare, numerare, perfezionare, ripetere, fissare, penetrare, analizzare, disciplinare, rallentare, sprofondare, spezzettare, scorporare, dimenticare …
6.     Volontà di evolvere, idealizzare, accumulare, memorizzare, servire, amare, persistere, socializzare, donare, amplificare, combattere, elevare, spingere, lottare, opporre, sopportare, irretire, estromettere …
7.     Volontà di organizzare, raggruppare, cooperare, sintetizzare, regolare, cadenzare, ritmare, ritualizzare, riassumere, irradiare, rinnovare, accelerare, completare, discendere, immergersi, addensare, solidificare, condensare, smaterializzare ... [1]
 
Portando al massimo di espressione ed esame le 7 tipologie psicosintetiche, Ferrucci -- in “Esperienze delle Vette” --, attraverso l’osservazione di alcuni individui eccezionali, mostra sette vie o modelli di sviluppo psichico a cui ciascuno di noi, più o meno, può approssimarsi e ricavarne grande insegnamento[2].
A mio avviso, un buon lavoro di conoscenza sul cliente (soggetto da aiutare ad aiutarsi), e in reciprocità con la sua tipologia a lavoro con la mia (riadattabile di volta in volta), può favorire “vie di realizzazione espressive e creative”, relate tanto all’applicazione di una superiore adattabilità e apertura di cuore, quanto all’esercitazione ed espressione della volontà stessa nella quotidianità.
Ma per far ciò è necessario motivare e insegnare al cliente che alla base di ogni atto di volontà esista il Vero Sé, e che per riuscire a riversare questo “potere” sull’Io (o sé inf.), debba essere riconosciuta l’espressione del desiderio direzionato dell’Io che attiva all’azione e al cambiamento.
 
[1] A.A.Bailey, (1942). Trattato dei Sette Raggi, vol. II, p.290 e seg., 2008. Ed. Il Libraio delle Stelle.
[2] P.Ferrucci, Esperienze delle Vette, p. 13, 1989. Ed. Astrolabio.

 

Occorre educare la volontà dell’uomo, in modo armonico ed integrale,
sviluppando un volere che non sia soltanto forte, ma anche sapiente e buono.
R. Assagioli[3]


Conclusioni e Ringraziamenti
In conclusione ci tengo ulteriormente a ribadire che le domande “sulla via della volontà sapiente”, che ho qui presentato, vogliono essere solo spunti di riflessione e di orientamento. Ogni persona, e in ogni momento del suo ciclo di esistenza, merita attenta e specifica osservazione, considerazione e intervento diversificato. Senza voler scagionare del tutto la dettagliatezza delle domande che a volte riconosco eccessiva, mi sembra doveroso far presente che alcune menti più razionali ne potranno avere più beneficio di altre più astratte e creative. Queste ultime meritano tecniche più originali e autoprodotte, o ancor meglio costruite insieme, tanto che una sola domanda per batteria, potrebbe bastare loro per riuscire perfettamente nell’intero compito. Dall’altro lato, menti troppo analitiche, con elenchi così dettagliati di riflessioni e interrogativi, possono più facilmente perdersi e svanire nella incomprensione dello sviluppo del sistema globale delle fasi esaminate.
Indispensabili accorgimenti personalizzati sono l’unica è indissolubile verità soggettiva che ogni operatore della salute, può attuare a lavoro con i propri clienti.
Altro consiglio è quello di far leggere, prima di iniziare i lavori, tutto il percorso delle fasi dell’“Atto di Volontà”, o spiegarne a voce il dispiegarsi in modo incoraggiante, dopo aver introdotto, naturalmente, alcuni concetti essenziali sulla Volontà. Questo può essere utile per permettere di operare fin dall’inizio mantenendo i punti fermi ai vari passaggi, come per es. la conoscenza e lo studio delle regole che qui presento in numero di sette al V STADIO della Progettazione.
Un ulteriore suggerimento che questa volta mi sento di dare lungo il tragitto, è quello di far rileggere più volte (se non addirittura far riscrivere), le risposte già date.
Rammento al lettore che lo studio sulla volontà non può prescindere dalla disamina delle 10 Leggi psicologiche enunciate da Roberto Assagioli[1], né del resto può essere dimenticato che la volontà pur nascendo da un “Istinto Superiore Segreto” custodito nel Sé (Atma), ricava il suo miglior carburante dal desiderio dell’Io che spinge all’azione. Qui tutto ciò non è stato accuratamente approfondito.
Sperando di essere stato all’altezza di un così arduo compito, ringrazio l’IIPE di Torino nella figura di Marina Blandino, il prof. Mike Malagreca e, naturalmente, espongo un’infinita gratitudine verso il M° Tibetano, Assagioli e tutti gli insegnanti della Comunità di Etica Vivente che mi continuano a donare fette importanti della loro psicosintesi incarnata e vivente.
Per ultimi esposti, ma primi nel mio cuore, ringrazio tutti i clienti e i pazienti di sempre che mi aiutano quotidianamente a rafforzare la volontà di essere un e-ducatore incontrato non per caso, ma per dovere di servizio e aiuto reciproco.
 
Grazie e Buona Volontà di Bene a tutti…


[1] Paragrafo 6 “Applicazioni pratiche della volontà sapiente”, a partire da p.54 del libro “L’Atto di Volontà” del 1977. 

Per leggerlo tutto: https://www.counselingpsicosintetico.org/download/News-volantino/Newsletter_01-2012.pdf

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