Tra i disturbi dell'apprendimento si inserisce la dislessia.
Esistono due sindromi: una evolutiva, tipica dell'etá, e l'altra acquisita che si manifesta a causa di problemi neurologici, ad esempio un trauma cranico derivato da un incidente.
Essa si manifesta con una difficoltà nella lettura derivante da una diversità dovuta all'orientamento della lettera ( lettera "b" per "d") o ancora all'ordine delle stesse (vatolo per tavolo), o ancora aggiunte o omissioni delle stesse. É frequente che i ragazzi dislessici presentano prima della scuola un ritardo nel linguaggio o un controllo motorio scarso o ancora una inadeguata lateralizzazione (sono ambidestri o mancini).
Tuttavia, non é un dato significativo il fatto che i mancini possano essere dislessici.
Rispetto alla lettura esistono moltissime varietà di prestazioni, e molti sono i casi che presentano difficoltà più o meno lievi.
Non bisogna pensare che un adulto con problematiche di "dislessia infantile" sia un soggetto con problematiche di inserimento sociale, anzi spesso, tali persone hanno "capacità di ingegno".
A tal proposito, si riconoscono casi famosi come Andersen, Leonardo da Vinci e altri.
Le cause di questo disturbo che negli anni 1985/1986 registrava negli USA il 4,73% degli studenti si devono ancora ricercare negli studi riguardanti fattori educativi, biologici ed in primis, psicologici.
Ad esempio, uno sviluppo emotivo e cognitivo in una realtà ambientale (familiare e non) inadeguata, può incidere sul rischio di dislessia.
Inoltre, sono altrettanto incisivi i fattori patologici, a livello neurologico, presenti nelle famiglie, nonché le disfunzioni su base genetica.
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