Buonasera sono una mamma di un bimbo di 4 anni e mezzo e dall'inizio dell'anno scolastico le maestre di mio figlio mi continuano sempre a dire le stesse cose: che è pigro, che è lento, che non finisce gli esercizi sul libro di classe, etc...premetto che io mi sono sempre messa in discussione, però da dopo le vacanze di natale si rifiuta di andare a scuola, piange, mi dice che gli manco, etc..
Circa una settimana fa, mi hanno detto che vogliono un incontro con me e con il padre, perchè secondo loro ha un blocco..perché invece di scrivere la A, ha fatto una faccia senza occhi, naso e bocca..E poi invece le ha fatte bene le lettere.
Lui non ama colorare e si stufa subito, ma nn è che esagerano?
Mi hanno detto che è migliorato, ma non basta ciò che fa a quattro anni e mezzo....posso chiedere a voi cosa dovrebbe saper fare allora un bimbo a questi anni?
Lui parla bene, interagisce, riconosce i colori, sa tutti i nomi di frutta, verdura e delle cose...Sa i numeri e li mette anche sul cartellone della tombola..E sa scrivere ovviamente a modo suo le vocali.
Posso sapere se necessita di preoccupazione questa affermazione delle maestre?
Grazie
Buongiorno Signora,
comprendo le sue perplessità relative a ciò che le maestre le hanno riferito, purtroppo non è possibile, senza conoscere il bambino, poter dire se è adeguato o meno per l’età.
Ogni bambino è diverso e ogni bambino ha tempi diversi nel raggiungimento delle tappe evolutive. Le consiglio per togliersi ogni dubbio una valutazione specialistica utile per comprendere se realmente esiste una difficoltà o se gli atteggiamenti che le maestre hanno rilevato fanno parte del percorso evolutivo di suo figlio.
Nel caso in cui ci fosse una reale difficoltà, l’individuazione precoce è molto utile per poter aiutare il bambino a superarla. Una difficoltà non riconosciuta potrebbe influire anche sul piano emotivo e relazionale di suo figlio.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordialmente.
Gentile Valentina, leggendo la sua lettera emerge l'attenzione e la preoccupazione rispetto alla situazione scolastica di suo figlio e il solo fatto di rivolgersi ad un portale come questo denota la sua volontà di mettersi in discussione.
Generalmente le maestre, oltre ad avere competenze ed un bagaglio di esperienza in fatto di età evolutiva, possiedono una posizione privilegiata rispetto a qualunque altra figura professionale: le maestre vivono la quotidianità con il bambino. Questo permette loro di monitorare lo crescita dei bambini e di farsi delle domande laddove osservino situazioni che le lasciano dubbiose.
Pertanto credo che sia importante recarsi a questo appuntamento per capire cosa vogliono comunicarle e per condividere con loro la responsabilità sul benessere del bambino. Detto ciò, ogni bambino è diverso da un altro e può sviluppare le sue competenze con modi e tempi diversi, vive delle emozioni che ancora non sa ben esprimere con le parole e le manifesta attraverso atteggiamenti ("la pigrizia"), disegni ("la faccina vuota") e comportamenti (" non vuole andare a scuola"). Spesso è compito degli adulti tradurre il vissuto emotivo del bambino ed utilizzarlo per comprenderlo al meglio e per sostenerlo nel suo sviluppo.
La collaborazione scuola-famiglia-specialista (psicologo) rappresenta un valido aiuto per capire come prendersi cura del bambino e per rispondere a tutte le domande che gli adulti si pongono.
Per qualsiasi chiarimento resto a sua disposizione ilariaspagnolo@libero.it
Grazie.
Salve
bisognerebbe approfondire, cercare di capire se il bambino sta vivendo un periodo particolare, se ci sono stati cambiamenti importanti in famiglia o cose simili.
L'incontro con le insegnanti lo trovo utile per approfondire e per capire meglio cosa hanno osservato, notato nel dettaglio.
Ritengo che la scuola dell'infanzia dovrebbe prevalentemente occuparsi dei prerequisiti utili all'accesso alla scuola primaria. Intendo occuparsi prevalentemente di psicomotricità, manualità, aspetto relazionale, rispetto delle regole, più che di scrittura e lettura.
Spesso a 6 anni non sanno ancora ritagliare, incollare, colorare ecc.
Il compito di far apprendere a leggere e scrivere spetta alla scuola primaria, poi se un bambino ne è incuriosito e lo riesce ad acquisire prima e spontaneamente... ben venga, certamente non va scoraggiato nè inibito.
Provate a capire se il rifiuto del bambino sia proprio riferito a questa richiesta di impegno o no.
Spero di essere stata utile,
un saluto
Gentile utente,
purtroppo non conoscendo la vostra storia di vita e quella del vostro bambino...nonchè affermare se possano esserci delle difficoltà eventuali di apprendimento, non è semplice in quanto per giungere a queste conclusioni ci vuole del tempo per comprendere il motivo di un eventuale blocco.
Le insegnanti hanno provato ad approfondire a livello pedagogico, mediante esercizi specifici di potenziamento, i motivi di tale blocco?
Tuttavia esistono dei test che possono permettere a voi genitori di comprendere la condizione di apprendimento del vostro bambino, si svolgono a livello di gioco e sono chiaramente pensati ed adattati a tale età. Naturalmente vi consiglio di rivolgervi ad un professionista psicologo per approfondire il caso. Essendo neutrale alla situazione e non essendo a scuola con il bambino, può valutare in modo obiettivo la situazione.
Tuttavia la situazione è da considerarsi preoccupante quando si notano: (fra i 4-5 anni)
1. difficoltà nell'apprendimento della lettura e della scrittura (questonon significa che il bambino sia già in grado di leggere e scrivere in modo automatico)
2. scarsa conoscenza delle parole e dei significati;
3. difficoltà con filastrocche e frasi in rima;
4. scarsa capacità di costruzione di una frase semplice come: Pimpa è seduta sulla sedia;
5. problemi di memoria nell'apprendere le parole
Inoltre: scarsa capacità di disegno, sia nella rappresentazione che nella riproduzione di figure geometriche;
scarsa manualità sia fine che globale.
Difficoltà nel ripetere e individuare toni, suoni, sillabe e parole simili; scarsa capacità di organizzazione in giochi di manipolazione e labirinti; difficoltà nel ritagliare o nel costruire.
Consiglio inoltre durante il vostro colloquio di porre alle insegnanti eventuali domande per comprendere meglio che cosa intendono per essere pigro, dato che in base a quanto detto sopra tale termine può avere molteplici significati.
Cordialità
Salve,
Mi occupo di bambini in età prescolare da molto anni. Vorrei innanzitutto aprire il concetto di Differenze Individuali, che è il fulcro dello sviluppo psicosociale di ogni individuo: ogni persona sviluppa le differenti competenze cognitive secondo un percorso individuale. Suo figlio, cioe, sta seguendo un percorso unico e non paragonabile a quello degli altri.
Vorrei informarla, inoltre, che nella scuola dell'infanzia si preferisce prestare attenzione allo sviluppo di competenze come quelle della consapevolezza corporea, emotiva, sociale... più che agli esercizi di prescrittura. Perciò mi sento di affermare che forzare un bambino ad acquisire competenze non richieste per la sua età paragonandolo ai suoi coetanei non sembra essere l'approccio piu efficace per la conduzione di un gruppo classe di bambini in età prescolare.
Se, in ogni caso, c'è qualcosa che la preoccupa nello sviluppo di suo figlio le consiglio di consultare uno specialista come il pediatra o uno psicologo dell'età evolutiva.
Le consiglio, comunque, di cercare un approccio di apertura e scambio con le maestre, rassicurandole sul percorso di suo figlio, aprendosi se la famiglia sta passando un momento difficile (il che potrebbe spiegare un atteggiamento oppositivo del bimbo alla scuola) ed approfittando del loro sostegno senza colpevolizzare gli insegnanti che, nonostante tutto, credono di fare il meglio per i bambini.
In bocca al lupo per tutto.
Per ulteriori informazioni puo' consultare il sito