Comunicare in genere non è cosa semplice, nelle situazioni di emergenza probabilmente è ancora più difficile. Alcuni stressors a cui i soccorritori sono sottoposti e che contribuiscono a creare elevati livelli di difficoltà emotiva e comunicativa
sono:
- l’imprevedibilità legata a interventi rischiosi
- la morte violenta e la vista di resti umani
- l’impatto con la sofferenza fisica
- la percezione dell’inefficacia del proprio intervento
- le condizioni ambientali avverse in cui si opera
Davanti ad eventi stressanti, come ad esempio un infortunio, la reazione tipica dell’organismo umano è l’attivazione del sistema orto-simpatico che, attraverso la secrezione di adrenalina, predispone il soggetto a fronteggiare l’evento traumatico. Tale stato dell’individuo rende molto complicata la comunicazione verbale ed interpersonale; questa reazione è assolutamente fisiologica e naturale e quindi non eliminabile per cui diventa necessario
c e r c a r e a l me n o d i
contenerla avviando un processo che solleciti il sistema para-simpatico ovvero antagonista del
P r e c e d e n t e c h e , a t t r a v e r s o i l n e u r o t r a sme t t i t o r e
acetilcolina, tende a
t r a n q u i l l i z z a r e e distendere l’individuo stesso. In altri termini è necessario abbassare l’AUROSAL (condizione temporanea del sistema nervoso in risposta ad uno stimolo significativo e di intensità variabile caratterizzata da un generale stato di eccitazione, da un maggiore stato attentivo-cognitivo di vigilanza e di pronta reazione agli stimoli) per aumentare la COMPLIANCE (definita anche aderenza, è il grado in cui un pa ziente segue le
raccoma n d az io n i c l in i ch e f o rn i t e da l
soccorritore) affinché la persona che viene
soccorsa possa essere adeguatamente assistita.
In generale se la vittima reagisce positivamente
all'emergenza conservando la voglia di vivere, la
volontà di lottare e la fiducia in se stesso avrà il
massimo delle possibilità di sopravvivere.
Ricordiamo quindi che il processo comunicativo
è particolarmente influenzato da: attenzione
(disposizione mentale a ricevere informazioni
dall’ambiente), emozioni personali (lo stato
emotivo influenza lo stato mentale e di
conseguenza anche la capacità ricettiva delle
informazioni trasmesse), quantità di informazioni
(comunicazioni troppo concise passano
generalmente inosservate, comunicazioni troppo
lunghe vengono involontariamente semplificate
dall’ascoltatore).
In generale le informazioni che si forniscono
influenzano il tipo di risposte che le persone
danno a situazioni di crisi dato che:
1. Quanto più si conosce tanto più ampio è il
repertorio di comportamenti utili tra i quali il
soggetto può scegliere.
2. Quanto più si conosce tanto più si
abbassano i livelli di ansia e di incertezza del
soggetto stesso.
La tendenza di ffusa a minimizzare le
informazioni circa un infortunio in realtà provoca
l’effetto opposto poiché il panico e l’ansia si
s c at ena no q uan do s on o c ompr es en t i
s ca r s e/ co nt rad di t to r ie inf ormaz ion i o
atteggiamenti che tendono a non far sentire
compreso l’infortunato. Quindi espressioni “killer”
diventano il “rilassati!” oppure “non è successo
niente” o anche “adesso passa tutto”: espressioni
generiche che non aiutano il soggetto ad
affrontare con consapevolezza la situazione di
emergenza. Il “messaggio ideale” da orientare
alla persona soccorsa dovrebbe tener conto di
alcuni principi fondamentali per il raggiungimento
dell’efficacia comunicativa:
1. Orientare i contenuti su:
a. Cosa sta accadendo e potrebbe accadere
(messaggio informativo)
b. Quanto ciò che sta accadendo è
pericoloso (messaggio interpretativo)
c. Come contenere i danni (messaggio
operativo)
2. Coerenza in caso di diverse fonti di
comunicazione
3. Chiarezza
4. Linguaggio semplice
Orientarsi quindi a:
➢ Dire subito la cosa più importante
➢ Essere concisi
➢ Evitare lunghe pause
➢ Parlare con frasi brevi
➢ Parlare rivolgendosi direttamente alla
persona
I passaggi quindi di un messaggio efficace
diventano quindi:
1. DEFUSIONE = abbassamento AROUSAL
→ “Come si chiama” o “Cosa èsuccesso?”
2. ASCOLTO ATTIVO = più COMPLIANCE
→ “Èpreoccupato?” o “Mi faccia vedere”
3. R I F O R M U L A Z I O N E = p i ù
COMUNICAZIONE → “So che puòfar male ma
ho bisogno che lei…” o “Adesso è molto in ansia e
questo è normale ma cerchi di collaborare con
me per…” o “Mi ha detto che sente dolore, mi
spieghi e mi indichi dove…”
Con alcune semplici indicazioni quindi possiamo
esprimere messaggi efficaci anche in situazioni
di emergenza a forte impatto emotivo.
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