Salve a tutti i dottori, mi chiamano Daniel, anche se il nome non l'ho scelto io, e neanche di essere su questo... pianeta, al contrario forse di tutti, ed il mio irrisolvibile quesito a voi che siete esperti della vita normale è semplicemente questo: In questa vita sociale, così cannibalistica ed imprevedibile, è necessario, obbligatorio o ludico crescere, realizzare le tappe vitali, che tutti attraversano, infine morendo inevitabilmente disidratati, corrugati, decrepiti e sconsolati, dico soprattutto dentro, affidandosi alla cosolazione finale di medici o preti, dipende dai gusti, lasciando ai propri figli la patata bollente e il compito ingrato di fare da badanti, oppure esiste una via più panoramica e alta da percorrere fino alla morte, senza diventare pertanto animali sacrificali, ma nemmeno reietti zimbelli delle persone cosiddette "normali", ferocemente alienofobe, cioè prevenute e nemiche di chiunque non sia omologato nel loro civilissimo mondo fatto di sgomitate lucrative, carriere volitive, famiglie doverose, usi, costumi e osservanze politico-religiose e divertimenti da mentecatti? E no, ve lo chiedo perchè dalla vostra altezza psicologica forse riuscite a guardare un po' oltre la visuale comunitaria, magari sporgendovi verso chi non percorre il binario tipico che va dalla culla al cimitero passando per le varie stazioni, spesso dolenti, della meravigliosa vita terrestre moderna o antica che sia, per la verità direi sostanzialmente invariata, almeno leggendo la Storia, a parte gli addobbi esteriori attuali che parrebbero più maschere di carnevale che reali migloramenti esteriori ed interiori. Ma i gusti sono gusti. Insomma, sapete dirmi come faccio a volare solitario a mezza altezza tra cielo e terra senza collidere con questa specialissima specie "umana" da tanti e tanti anni, al punto che mi sembra di essere un uccello in sembianze umane? Beh, io la domanda me la pongo e ve la pongo, rispondete gentilmente, anche se la categoria giusta qui non la trovo. Grazie.