Ho la possibilità di sperare in una guarigione dopo 15 anni di cure?

antonio

Gentili dottori, in seguito ad un evento luttuoso ( uno zio schizofrenico), ho cominciato a star male. All'inizio non capivo, ma i miei familiari ( parlo di 15 anni fa, avevo quindi vent'anni) mi hanno fatto temèpestivamente visitare da uno psichiatra. Dopo anni di cure e tentativi di riabilitazione, in cui, tra l'altro ho cambiato molti medici e altrettanto numerose terapie farmacologiche, ho trovato un medico che sembra sia arrivato, parlo di qulache anno fa ormai, ad una diagnosi certa: psicosi paranoidea. Inoltre s'è amplificata nel tempo una generica fobia sociale, e, a complicare ulteriormente le cose, si sono manifestati episodi di mania in cui ho trascorso anche periodi di sei-sette mesi d'insonnia totale. Sono stato in clinica una sola volta, e mi ci sono recato spontaneamnete. Attualmente sono seguito anche dal cim di riferimento della mia città e sto seguendo un programma di riabilitazione di tipo lavorativo ( borsa lavoro). Ora, il problema non sta a questo punto capire cosa mi accade, cioè cosa provo e cosa penso, quando ho delle crisi, perchè ho raggiunto un grado di consapevolezza della malattia direi buono. Il probelma è che sto sempre lì fermo a “ scovare“ le strategie, o presunte tali, che i medici userebbero nei miei confronti, che sono razionalmente certo siano in buona fede, ma che mi fanno spesso piombare in uno stato di frustrazione e sofferenza profonde. In particolare, illustro ad es i contenuti di un delirio ricorrente, credo che il medico privato che mi segue utilizzi la tv per mandarmi dei messaggi “ terapeutici“, che io vivo però come una specie di attacco che mi genera molta paura e angoscia ( al punto che in casa se c'è la tv accesa in salotto devo necessarimente rifugiarmi in un'altra stanza). Ultimamnete mi è capitato poi di interpretare tutta la realtà circostante come una sorta, come posso esprimermi?, una sorta di grande famiglia con una volontà precisa: curarmi a volte, castigarmi altre. C'è da dire che non vivo in una città, ma in un paese piuttosto raccolto, dove, suppongo, la gente immagini il perchè tutte le mattine mi rechi a lavoro al municipio. Ma credo francamente che la gente, almeno per come ho imparato a conoscerla secondo la mia esperienza, non stia tutta lì a fare opere di bene nei miei confronti, così come non sta sempre lì con l'indice puntato a condannare. O se lo fa, il più delle volte lo dimentica all'istante. Nella quasi totalità dei casi, invece, è persa nei fatti propri. Non so, ma a volte ho il sospetto che ci sia un complotto verso di me, che all'inizio aveva contenuti solo maligni, anche a sfondo mistico-religioso, ora invece si è rivestito di varie sfumature, spesso anche salvifiche. Il sospetto che mi accompagna da anni è che ci sia una sorta di operazione occulta nei miei confronti, che forse i medici sono riusciti perlomeno a farmi a volte percepire come accogliente, premurtosa. Sono una perona che cerca di leggere, informarsi e accrecsere la propria preparazione in modo da avere gli strumenti adeguati per combattere la malattia. Non so, ho l'impressione di aver scritto troppo o troppo poco, ma sulla base di questi pochi elementi, potreste valutare se il percorso che sto seguendo mi sta giovando? Capisco benissimo che non potreste, per correttezza, entrare nel merito del lavoro degli altri dottori. Quel che vorrei cercare di capire è solo questo: ho la possibilità di sperare in una guarigione dopo 15 anni di cure, cioè è possibile una remissione della malattia alla mia età? O devo accettare e imparare a convivere solo in maniera più “tranquilla“ i sintomi della psicosi? Grazie.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Salve nei casi come il suo sono indicati trattamenti familiari,  non a caso lei ha avuto in maniera lampante i primi malesseri al momento del lutto di un altro familiare che probabilmente a modo suo ha svolto la stessa funzione che ora sembra deputata a lei. Forse quello che fin ora non e'stato fatto e' capire in che modo le risorse e gli ostacoli alla sua guarigione siano riconducibili alla trama delle relazioni familiari che lei vive. Questo lo si può fare solo attraverso una terapia familiare opportunamente condotta. 

Gentile utente Antonio,

credo che debba condividere con il medico che l'ha presa in cura tutte le sue paure e tutti i momenti in cui si trova a far fronte a problemi o pensieri che la possano angosciare o destabilizzare. Con la giusta cura farmacologica e un sostegno psicologico adeguato può sicuramente sperare in una vita più serena, 

Cordialmente

Caro Antonio

una remissione completa della malattia a te diagnosticata è molto difficile se non possibile. Hai ragione quando dici che forse dovresti imparare a conviverci ma sarebbe anche opportuno che tu iniziassi a riflettere e capire quali sono stati gli eventi della tua vita precedenti al lutto che hanno favorito lo sviluppo di questa ideazione paranoidea. Per questo sarebbe fondamentale che iniziassi anche un percorso di riabilitazione psicologica oltre alla terapia farmacologia. 

Saluti

Ciao Antonio

leggendo la tua lettera, valutando che sei seguito da molti medici , dal cim credo che sia giusto chiedere a loro un parere, sicuramente ai fatto dei progressi importanti quello di essere consapevole di avere una psicosi, con cui convivi, ma che riesci pure a lavorare, sei molto bravo in questo parla con il tuo terapeuta dei tuoi sintomi sei bravo nel capire la realtà che ti circonda dicendo sono io che mi convinco che sono in un grande fratello quando non è vero. Cerca di vivere giorno per giorno cercare di capire che cosa ti fa stare bene segui quel percorso vedrai che troverai il tuo equilibrio.

Dott.ssa Filomena Lopez

Dott.ssa Filomena Lopez

Roma

La Dott.ssa Filomena Lopez offre supporto psicologico anche online