Quando siamo bloccati nello studio, ci muoviamo al rallentatore, trovano mille scuse, mille giustificazioni perfettamente logiche e razionali: la difficoltà dell’esame, il periodo difficile, un po’ di stanchezza, la materia che non ci piace,… ma sotto sotto c’è qualcosa di più.
Il secondo segnale di blocco è la procrastinazione. Le sessioni di studio si rimandano, e all’esame non ci si presenta e via così, finché si arriva al rifiuto totale, all’impossibilità quasi fisica di sedersi di fronte al libro, una sensazione sgradevole che rende lo studio insopportabile. Il terzo elemento di questo graduale puzzle del blocco è l’insorgenza di sintomi e segnali psicofisici negativi, come ad esempio: insonnia o, al contrario, sonno perenne, mal di testa, ansia, agitazione, spossatezza continua, pensieri negativi, fame nervosa, difficoltà a seguire le proprie passioni o vivere la socialità. Il blocco pian piano presenta il conto da pagare: salatissimo.
Ma nascondere la testa sotto la sabbia non è affatto una buona idea.
L’errore più grande che si possa fare quando si è di fronte a un blocco, è quello di tenerlo per sé. Il chiedere aiuto non è una debolezza, è una prova di carattere.
Adotta tecniche di sintesi, di organizzazione concettuale e di memorizzazione, con: parole chiave, schemi (con 5 o al massimo 7 rami principali da cui articolare altri concetti), mappe concettuali, ti consentiranno di ri-orientare i tuoi sforzi verso un’organizzazione più efficace delle conoscenze. L’obiettivo – riprendendo la famosa frase di Einstein, secondo cui «non si può dire di aver capito una cosa sino a quando non si è in grado di spiegarla alla nonna» – è quello di creare alternanza tra complessità e semplicità.
Studiare meglio permetterà di allontanare la frustrazione, darà sicurezza e controllo totale sul percorso di preparazione. E non è poco! Ma vediamo ora gli aspetti più importanti.
Dedica un tempo “limitato” allo studio. Pensare che si studia e più si aumenta la probabilità che l’esame andrà bene, è controproducente e stressante. Quantità non determina qualità, obbligati a studiare solo per una limitata finestra temporale, per poi fare tutt’altro nel restante tempo. Trasforma l’obbligo in opportunità! Da ultimo, cura l’alimentazione e il sonno, pianifica lo studio in modo da non dover ricorrere a sessioni matte e disperate, elimina le distrazioni: evita di usare film e serie tv per non pensare, silenzia il tuo cellulare o spegnilo, mettendolo in un cassetto (lontano da te). Secondo alcuni ricercatori dell’Università del Texas a Austin la semplice presenza dello smartphone vicino a noi riduce la nostra capacità cognitiva del 20%, anche quando il telefono è spento. La mente cosciente si sforza di non pensare allo smartphone, ma in questa fatica utilizza risorse cognitive. Il consiglio, quindi, non può essere che uno: lontano dagli occhi, lontano dal cervello!
Qualora il problema persista è bene rivolgersi ad uno psicologo ad orientamento breve strategico, per trovare strategie personalizzate per superare le difficoltà. In fondo, imparare a cavarsela a scuola è forse l’investimento più prezioso che possiamo fare: perché nella vita, si sa, gli esami non finiscono mai!
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento