Vi sarà capitato di trovarvi a gioire per la fantastica sensazione di esservi liberati da qualcosa di fastidioso, noioso, oppressivo, ossessionante su cui non sentivate di avere controllo, anche su ciò che per qualche tempo era stato piacevole.
Vi eravate sentiti stupidi a non riuscire a gestire qualcosa che vi aveva intrappolato mentre vi dicevate 'posso fermarmi e smettere, cambiare quando voglio'.
Ebbene finalmente è giunto il momento in cui apparentemente riuscite a dimostrare che avevate ragione!
Ma proprio mentre la lancetta dell'orgoglio sta per smettere di lampeggiare di rosso e sale inesorabilmente nel corso dei giorni ecco che, col parallelo abbassarsi dei livelli di pericolo e di vigilanza, con il rilassamento che ci avvolge, ci si scorda del pericolo scampato, della sofferenza attraversata, dei motivi che vi avevano portato alla decisione di interrompere quell'abitudine, quella relazione, quel comportamento, quel qualsiasi cosa su cui non avevate né piacere né controllo.
E puf....
Eccoci punto e a campo come se fosse stato solo un sogno. Come un'oasi immaginaria in mezzo al deserto. L'ennesima illusione che ci scoraggia ulteriormente e ci fa provare la condanna della rassegnazione:
'Sono fatto così'
'non ne posso fare a meno'
'non sono un santo e nemmeno mi ci avvicino lontanamente alla santità.....'
Così come un carcerato che dopo aver scavato una buca per scappare dalla sua cella si accorga di essere risbucato nel cortile del carcere, seppur momentaneamente abbagliato dai raggi del sole.
Questo il percorso che porta tante persone a vivere una vita in cui ci si accontenta in cui si abbassano i propri standard e aspettative cercando di convivere con i propri demoni.
È un po' quello che accade con tutti i problemi di natura psicologica.
Ma emblematico e concreto è l'esempio della dipendenza da nicotina:
Non riuscire a smettere pur volendolo, non ritenerlo prioritario nè facile nè possibile.
Meglio rimandare la delusione di un tentativo fallito che tentare. E poi ad attenderci, quale vita?
Tutto sommato non è poi così male fino a quando non arriva il conto da pagare, conto che purtroppo non si vede che si sta già pagando (in primo luogo proprio un conto di natura economica).
Già ci sono tanti problemi da affrontare bisogna pure fare a meno di un sostegno con cui iniziare una lotta che non si desidera combattere?
Eppure ci si dimentica di una cosa importante:
Tutto è difficile se si sbaglia approccio.
Avete mai provato a sbucciare una mela con una matita?
Ad abbattere un muro a colpi di testate?
Ebbene con i problemi psicologici si fa spesso così. Non si utilizzano gli strumenti giusti e si pensa di potersela cavare.
Poi talvolta anche dopo essersi rivolti agli specialisti non si fa che confermare che è impossibile. Magari un successo parziale. Magari niente.
Ma non riuscire ci dice solo che non stiamo adottando l'approccio giusto.
È sconfitto solo chi si arrende.
Nella mia ricerca sulle dinamiche legate al consumo di sigarette, sulla formazione e il mantenimento del problema, ho individuato i meccanismi che costruiscono la dipendenza e partendo da essi ho sperimentato le soluzioni che poi si sono rivelate vincenti nel permettere e garantire di smettere di fumare per sempre senza sforzo, anzi con un piacere amplificato.
Sembra assurdo, vero?
A me purtroppo, dopo aver risolto il rebus e aver applicato la soluzione su diversi casi simili e sulle sue varianti, sembra assurdo il contrario.
Purtroppo il limite del mio metodo è che funziona solo su cui desideri applicarlo.
Non perché sia difficile applicare le indicazioni, tutt'altro, ma perché forse si ha paura che possa funzionare. Chi lo voglia applicare è in realtà già con un piede fuori dalla trappola.
La sigaretta è una potenziale iper-soluzione a dei problemi che percepiamo.
Sappiamo bene quanto siamo attratti dalle soluzioni meno dispendiose.
Purtroppo non risolve affatto, se non illusoriamente, tutti i problemi a cui viene applicato essendo in sè non una soluzione ma un problema.
Non ho mai visto un problema che risolvesse veramente un altro problema.
Una volta adottata come ipotetica soluzione intervengono
I seguenti meccanismi persuasivi potentissimi che alimentano il problema:
La riprova sociale ( fanno tutti così specie soggetti desiderabili)
L'impegno ( pensate a quando avete dovuto imparare a fumare)
La dissonanza cognitiva ( ovvero la costruzione di auto-inganni per giustificare ciò su cui abbiamo un conflitto intollerabile)
A questo si aggiunga che la sostanza provoca una dipendenza.
Insomma chi fuma è una persona che per risolvere dei naturali problemi umani è diventato un tossicodipendente senza aver risolto i problemi o che anche dopo averli risolti continua a perpetuare una pseudo-soluzione scaduta che ora è solo un problema. Tutto questo capita se ci si fa consigliare dal gatto e la volpe. E sappiamo quanti errori ha commesso Pinocchio prima di smettere di ingannarsi da solo e intraprendere la via della salvezza.
Per concludere, se è piu facile smettere all'inizio invece che quando si è nel mezzo, è pur vero che è possibile smettere in qualsiasi momento in modi che potrebbero rivelarsi
Sorprendenti, facili e talvolta addirittura divertenti.
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