Jung, discepolo di Freud e fondatore della psicoterapia analitica, la pensava diversamente. Egli, infatti, parlò di sincronicità, ovvero dell’esistenza di una connessione tra ciò che ci accade e la sfera dell’inconscio. In particolare in un’opera del 1952, “sincronicità come principio di connessioni acausali“, Jung intuì un legame profondo tra eventi che ci sembrano del tutto casuali e i nostri più intimi e inconsci bisogni.
Tale fenomeno gli venne in mente in seguito ad un episodio che gli capitò proprio durante una seduta di psicoterapia. Mentre la paziente raccontava di un sogno nel quale compariva uno scarabeo dorato, ecco che sentì un rumore provenire dalla finestra contro cui si dimenava in quel momento proprio uno scarabeo dai colori simili a quelli descritti dalla persona.
A partire da questa esperienza, si dedicò pienamente all’argomento, descrivendo ben tre tipi di sincronicità che vediamo di seguito.
– Coincidenza tra contenuto psichico (desiderio, sogno e pensiero) e evento concreto della nostra vita (coincidenza nel tempo e nello spazio). Ne è un esempio ricevere una chiamata inaspettata da una persona che non sentiamo da tanto tempo ma a cui abbiamo pensato di recente. Ciò che pensiamo si manifesta nella realtà simultaneamente.
– Coincidenza tra contenuto psichico e evento generale (coincidenza a distanza nel tempo e nello spazio); in questo caso, l’evento non riguarda noi direttamente, ma è attinente a ciò che il nostro inconscio sta generando; per capirci meglio, prendiamo in considerazione i cosiddetti sogni premonitori che riguardano catastrofi che interessano migliaia di persone. Ebbene, un esempio eclatante è quello che riguarda il periodo precedente alla strage dell’11 settembre 2001, nel quale si verificò un’intensificarsi dell’attività onirica caratterizzata da crolli di torri sia simbolici che realistici.
– Coincidenza sfasata nel tempo, tra contenuto psichico e un evento, che questa volta si può manifestare anche a distanza di anni. Pensate ai sogni che riguardano matrimoni di amici, disgrazie che coinvolgono parenti o rotture di relazioni che finiscono per realizzarsi anche dopo moltissimo tempo.
Possiamo, quindi, prevedere il futuro?
Assolutamente no! Disponiamo, però, di contenuti inconsci, spesso inaccessibili, che possono emergere in modi bizzarri. Jung affermava, infatti, che l’importanza che si sceglie di dare ad una coincidenza ha a che fare con il significato che assume per chi la vive. Siamo noi a decidere di vedere un nesso acausale tra il nostro mondo interiore e ciò che accade nella realtà oggettiva. Secondo lui, ciascuno di noi possiede un bagaglio di simboli e immagini (archetipi) condiviso da tutti i popoli del mondo (inconscio collettivo), che la mente individuale, di tanto in tanto, in base al bisogno più profondo, estrapola per dargli significato. È come se dentro di noi, senza rendercene conto, avessimo bisogno di connetterci con l’ambiente nel modo che ci è più utile in un preciso istante.
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