Creatori di Vita o messaggeri di morte?

L’universo vive attraverso un equilibrio dinamico. Dare e prendere sono differenti aspetti del flusso energetico cosmico. Dando quello che cerchiamo, permettiamo all’abbondanza di entrare nella nostra vita. Nel dare armonia, felicità ed amore, creiamo nella nostra vita felicità, successo ed abbondanza. Tutto aspira all’armonia e all’equilibrio. L’energia più forte determina quella più debole, stabilendo un equilibrio tra le due. La vita è fatta di un insieme armonico, di un dare e ricevere elementi e forze che agiscono nel creato. Pensando solo ad accaparrare e fermare si forma un ristagno, che porta a malattia e morte. La vita è scambio, movimento. 

Noi realizziamo le nostre potenzialità se siamo in equilibrio. Siamo in equilibrio quando usciamo dal giudizio e dalla classificazione di ciò che ha valore e di ciò che è inutile. La lama tagliente del giudizio provoca divisione e separazione, ci pone gli uni contro gli altri, sostituisce la collaborazione con la competizione, l'armonia con il conflitto, l'unione con la separazione, la comprensione con la critica. Tutto si fa difficile e faticoso e la rabbia ben presto fa capolino, togliendo lucidità e innescando un meccanismo di compensazione e di ricerca del capro espiatorio. E frequente il crearsi di un circolo vizioso che amplifica ed esalta le differenze, rendendo sempre più difficile il dialogo e il confronto aperto e rispettoso. Tutto questo prima di essere agito all'esterno, nelle relazioni, viene messo in scena nel palcoscenico intrapsichico. Nello scenario interiore si contrappongono due diverse visioni, due modi di vivere la vita, quella maschile e quella femminile, derivanti dai due emisferi cerebrali, quello sinistro e quello destro. L'incapacità di far comunicare i due emisferi, il prevalere di uno sull'altro, con il giudizio e la sopraffazione, porta alla guerra. Uno scontro interiore che si riflette all'esterno in problemi relazionali, che si amplificano in battaglie di potere a livelli sempre più ampi, fino a giungere a violenti conflitti fra popoli e nazioni.

E possibile un percorso diverso?

Qual è la strada che ognuno può percorrere per giungere ad una visione unitaria, ad una comunicazione rispettosa, ad un'integrazione fra le diverse parti di sé, fuori dalla presunzione di avere la verità?

Se lo desideriamo veramente, abbiamo la possibilità di riscoprire la nostra origine, andare oltre l'apparenza delle cose, uscendo dalla prigione della rabbia e della tristezza, per riconnetterci con una dimensione più ampia e una frequenza più alta, andando verso la leggerezza e la gioia. Così possiamo ricomporre l'unità, facendo dialogare l'emisfero destro con quello sinistro,  il maschile col femminile, il cielo con la terra, accettando e integrando tutte le polarità, amando tutte le manifestazioni, riconoscendo la bellezza di tutti i colori. Nell'armonia e nel dialogo fra gli opposti c'è la vita, l'armonia originaria, fuori c'è la morte. 

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