Chi ha bisogno di un aiuto professionale per affrontare un problema d’ordine psicologico e non abbia già conoscenze precedenti, spesso si rivolge alle persone più vicine, l’amico o il conoscente che hanno vissuto un’analoga esperienza, al medico di base, a qualche operatore sanitario sul territorio, al fine di ottenere l’indicazione di un “bravo” professionista. Spesso, inoltre, ci si rivolge alla rete di internet e dei social network per trovare un professionista valido, valutando recensioni e opinioni espresse dai clienti/pazienti che hanno già incontrato lo psicoterapeuta.
Le persone non sempre sono a conoscenza della differenza tra psicologo e psicoterapeuta e non conoscono i vari approcci della psicoterapia. Solo la persona in difficoltà appassionato della materia, cerca spesso di sapere, per vie proprie o chiedendo allo psicoterapeuta stesso, quale formazione questi abbia: quale indirizzo di scuola segua, quale tecniche e metodologie applichi prima di compiere la scelta.
La formazione dello psicoterapeuta può essere motivo di disorientamento, in quanto vi sono molteplici scuole, non di rado in conflitto, che praticano metodologie e tecniche disparate. Oggi poi è indispensabile che lo psicoterapeuta abbia conoscenze sul funzionamento del cervello e sugli psicofarmaci, non tanto per fare una diagnosi o somministrare farmaci, che possono essere prescritti solo dagli psicoterapeuti medici, quanto perché di frequente la persona ne fa uso a seguito delle prescrizioni del medico di base o dello psichiatra, per cui lo psicoterapeuta non può ignorarne indicazioni ed effetti.
Il terapeuta, pur non essendo un sociologo, deve saper comprendere meglio e contestualizzare la persona che ha di fronte, in quanto la persona non può essere ricondotta a un’etichetta diagnostica o a un quadro di sintomi, porta con se valori abbracciati dalla famiglia, dal ceto sociale e dall’area geografica di provenienza, dalla caratteristiche dell’ambiente di lavoro, del credo religioso e ideologico, degli interessi culturali.
È bene inoltre ricordare che la varietà delle situazioni e dei problemi manifestati è talmente tanta che non c’è una soluzione preconfenzionata per ciascun caso. Il terapeuta pertanto deve possedere duttilità, intesa come capacità personale di mediare tra i principi di teoria e tecnica appresi e la concreta persona che ha di fronte, servendosi di intuito, creatività e a volte di coraggio.
In estrema sintesi, si possono delineare i seguenti modelli di psicoterapia: psicoanalisi, terapie psicodinamiche, terapie comportamentali, terapie cognitivo-comportamentali, terapie cognitivo-costruttivista, terapie sistemiche, terapie umanistiche, analisi transazionale, terapia della Gestalt e terapia corporea.
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