L’attenzione della psicologia rispetto al tema del perdono è avvenuta recentemente, solo negli ultimi 15 anni ne è stata rilevata l’importanza, dopo aver riscontrato i numerosi benefici raggiunti rispetto al benessere mentale che si riesce a raggiungere quando si arriva a perdonare qualcuno per il torto subito e ad andare avanti senza più rimuginare sul rancore provato.
In passato il termine perdono è stato solitamente associato alle religione, in particolare a quella Cristiana che ne ha fatto uno dei suoi precetti principali, per questo anche la psicologia lo considerava connesso solo a tematiche morali e spirituali. Una recente rivisitazione del suo significato, ha permesso di spogliarlo dalle uniche implicazioni morali e religiose, spostando l’attenzione sulle conseguenze che il perdono può avere sulla salute e sul benessere dell’individuo. Perdonare non è più un solo atto di carità, ma diviene anche un modo per proteggersi dalla rabbia e dalle emozioni negative connesse alla percezione di aver subito un torto, è un modo per salvaguardare le emozioni significative importanti per il nostro benessere; soprattutto il perdono in se, è uno strumento per combattere l’autocritica costante, la depressione, atti di autolesionismo e differenti forme di dipendenza (La terapia del per-dono, B. Corte 2009).
Riuscire ad avviare un processo di perdono non è semplice e per poterlo fare occorre spogliarsi della propria posizione e guardare la realtà dal punto di vista dell'offensore, comprendendo quelle che possono essere state le motivazioni o le pulsioni incontrollate presenti in chi ha commesso l’offesa. Se si riescono a riconoscere anche i propri errori che possono aver contribuito all'origine dell'offesa o del torto, si possono sviluppare le condizioni per arrivare alla concessione del perdono. Nell’avviare questo processo si possono incontrare diversi ostacoli, tra cui l’orgoglio e la superbia, che possono diventare dei forti deterrenti. Perdonare viene infatti erroneamente assimilato al perdere, allo svalutarsi e all’umiliarsi, perché ci si pone in una posizione inferiore rispetto a chi ha arrecato l’offesa, senza considerare invece che la capacità di andare oltre e perdonare è tipica di un carattere autenticamente maturo ed adulto. Avere una personalità solida e fondata su valori umani ed etici profondi, permette di sostenere il dolore conseguente alla decisione di perdonare. Questa è una decisione che va realizzata con il cuore e pur sapendo di avere ragione, è importante scegliere di compierla per poter andare avanti, piuttosto che restare fossilizzti sul dolore e inasprire ulteriormente il rancore.
Pur arrivando al compimento del processo di perdono non è detto che la rabbia per il torto subito scompaia per sempre o che il rapporto con l’offensore venga ricostruito, potrebbero esserci delle situazioni nella vita futura che faranno riemergere il dolore passato, ma questo sarà sicuramente meno forte rispetto a quello provato prima di decidere di perdonare. Quanto detto ci fa capire quanto questo processo sia importante sia per l’altro ma in particolar modo per noi stessi. Riuscire a perdonarci per aver permesso all’altro di farci star male, può rappresentare un occasione di crescita personale affinché quello che ci è accaduto non si verifichi più.
Diversi studi hanno permesso di verificare che attraverso questo percorso possono migliorare stati di malessere sia fisici che psichici. come un calo della pressione cardiaca, la riduzione di sintomi depressivi e la presenza di sintomi psicosomatici. Talvolta molte persone che arrivano a fare richiesta di un trattamento psicoterapeutico si rendono conto durante il percorso che ciò che ha portato all’incancrinire del proprio malessere è stata la difficoltà a concedere il perdono a chi le ha fatte del male: subire un abuso, un tradimento, una violenza o una separazione precoce sono solo alcuni degli esempi delle situazioni che se non superate possono contribuire creare un blocco emotivo e un costante stato di malessere. Solo riuscendo ad esprimere la rabbia, simbolicamente o direttamente, si può arrivare al perdono, altrimenti si rischia di rimanere prigionieri del proprio risentimento.
La strada del perdono è difficile e tormentata, ma chi ha deciso di intraprenderla ne ha ricavato una sensazione di benessere sia per la riconquista di una serenità che sembrava perduta sia per la possibilità di poter proseguire il cammino della propria vita, che si era aspramente bloccato.
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