LA MALATTIA DELL’ANIMA
Esiste una sofferenza dell’anima, un male invisibile, che non riesce a dare un senso alla nostra vita. E’ un’esperienza di dolore che ci fa vivere sprofondati nel passato, senza speranza né possibilità di futuro. E’ un buco nero nel quale non esiste possibilità di cambiamento, dove ogni cosa è immobile e stagnante.
Jung ci ricorda che, solo dopo la malattia, egli fu chiamato a dire si al proprio destino, il destino inteso come quel sapere di sé, quella capacità di leggere dentro di sé, che è “riconoscersi”: “Fu solo dopo la malattia che capii quanto sia importante dire si al proprio destino. In tal modo forgiamo un io che non si spezza, quando accadono cose incomprensibili; un io che regge, che sopporta la verità e che è capace di far fronte al mondo e al destino.”
Allora, non ci si sente più invisibili, perché nella sofferenza dell’anima, noi viviamo chiaramente e visibilmente ciò che nella nostra psiche vogliamo eliminare e reprimere.
Attraverso la malattia, noi incontriamo quei lati dell’anima che si trovano nell’ombra: il suo linguaggio simbolico ci guida ad essere onesti con noi stessi, ci ricorda chi siamo, ci chiede di partecipare al gioco della vita, ci rende consapevoli che dal male si può ricavare il bene.
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