PREVENZIONE E CURA DEL DISAGIO GIOVANILE E LA DEVIANZA.

L’adolescenza è un fase della vita in cui si verificano condizioni molto importanti in cui vengono determinate le caratteristiche fondamentali, che fanno parte del processo maturativo e psicologico del giovane. L’adolescente, in questo cammino, che va dai cambiamenti a livello di scuola, un aumento di conflitti familiari e da aggregazione gruppale sessualmente determinata diversa da quella dell’infanzia, si dovrà in seguito  confrontare con il mutamento della propria personalità e i rapporti con l’altro sesso considerato in una modalità diversa da quella infantile.

Lo sviluppo psico-fisico è quello che determina i maggiori conflitti, perché da un punto di vista evolutivo si indirizza verso i cambiamenti corporei che sono l’origine  della  maggior parte dei conflitti. La principale funzione evolutiva in adolescenza è l’instaurarsi di una strutturazione sessuale definitiva che diventa il centro della configurazione dell’adolescente, il quale dovrà affrontare un proprio processo psicologico per arrivare ad attuare il percorso di separazione e di individuazione per arrivare poi alla fase finale della maturità.

Il percorso che si pone davanti all’adolescente è molto complesso e denso di compiti, come il distacco dalle figure genitoriali, allontanamento dell’immagine venerata dei genitori, compimento del processo di separazione-individuazione, una nuova immagine di sé, una sessualità più matura, tolleranza della frustrazione, sviluppare una mente capace di diminuire le angosce interne e incrementare i progressi cognitivi che permettono le prime forme di ragionamento immateriale.

Anche l’esperienza scolastica è di per se significativa per lo sviluppo, perché allo studente si pongono davanti altri compiti così  identificati:

-nella riuscita o nel successo scolastico:

-nel superamento positivo tra cicli di studio;

-nella scelta del ciclo scolastico successivo in modo da rispondere alle proprie esperienze e aspirazioni;

-nello sviluppo di competenze sociali e cognitive adeguate.

Questi processi vengono espressi dall’adolescente in una grande varietà di modi di agire che si possono osservare, come: umore variabile, sentimenti di perplessità, progetti imprudenti, scontro con i docenti. La maggior parte degli adolescenti passa attraverso queste esperienze ed arriva all’età adulta traendo soddisfazione dalle proprie scelte personali mentre altri possono passare attraverso stati emotivamente importanti che possono generare disagio:

-sentirsi in colpa e vergognarsi per vedersi diverso dagli altri.

-abbassamento dell’autostima dovuta ad atteggiamenti svalutanti da parte dei genitori che non accettano i comportamenti del giovane;

-ricerca di gratificazioni verso altre figure diverse dai genitori;

-mutamenti frequenti dell’umore, angosce ed incertezze;

-spesso l’adolescente percorre strade sperimentali e un pò inattese, spesso per scaricare lo stress;

-momenti conflittuali o depressivi dovuti al processo di allontanamento dalle figure di riferimento;

-ostilità, rifiuto, lamentele e  egocentrismo.

Questi stati se non trovano un punto di equilibrio possono configurarsi come maggiormente a rischio di disagio, perché espongono ragazzi e ragazze a elevate probabilità di compromettere il loro sviluppo presente e futuro.

Molto spesso una delle principali cause responsabili dei problemi e delle patologie psicologiche nei giovani, sono quelle dovute ad una comunicazione disfunzionale con la famiglia, la quale non facilita il processo di autonomia e indipendenza dell’adolescente.

Spesso tra genitori e figli, in questo processo evolutivo molto delicato, si instaurano relazioni produttrici di patologia anche se i genitori fanno di tutto, in buona fede, per tenere lontano i giovani, proteggendoli, dai mali della società e nello stesso tempo cercando di risparmiargli fatiche, delusioni e fallimenti. Invece si dovrebbe dare ai giovani maggior responsabilità possibile nelle loro azioni in una interazione più funzionale tra genitori-figli.

Le interazioni disfunzionali tra genitori e figli sono quelle permeate da una forte rigidità negli scambi di relazione verbale e non verbale dove i genitori per correggere i comportamenti del figlio giudicati errati provocano nel figlio una sorta di ribellione che sfocia poi in un conflitto infinito. Però anche una situazione di remissività può condurre a comportamenti patologici. Ne l’una e nell’altra situazione è definibile sana, perche se sono relazioni rigide (accordo e contrasto) e immutabili possono generare fenomeni di psicopatologia.

Epidemiologia

In genere gli adolescenti hanno una buona attitudine a fare fronte agli stimoli interni che vengono dalla famiglia e dalla loro evoluzione, ed esterni quando vanno incontro al mondo, anche se oggi, il mondo  lo incontrano sempre più spesso attraverso il Web generando in alcuni una forte solitudine ed incapacità relazionali.

Infatti oggi in una grande parte degli adolescenti maschi a differenza delle femmine, nella capacità di fronteggiare gli ostacoli che si incontrano nella evoluzione relazionale e personale, si evidenzia una forte insicurezza e indecisione e demotivazione senza grandi preoccupazioni, e  come si è detto, sono solo una piccola parte coloro che hanno una forte motivazione per affermarsi verso un buon successo personale.

Dobbiamo tenere presente anche che se in questi giovani cosi demotivati avvengono problemi sia in famiglia che nella scuola con conflitti sia interni sia esterni, e se  la loro provenienza è da ambienti poco stabili e avversi e sottoposti a stress si possono paventare grossi rischi di psicopatologia e devianza sociale.

Risulta comunque evidente la tendenza all’incremento dei disturbi depressivi nell’infanzia e nell’adolescenza come previsto da tutti gli organismi mondiali che si occupano di salute, i quali ribadiscono che coloro, che da adulti hanno sviluppato delle psicopatologie è perche hanno avuto i primi sintomi già nei primi anni dell’adolescenza. Se questi segni disfunzionali venissero evidenziati e curati questi giovani, molto probabilmente potrebbero diventare degli adulti più felici.

-Obiettivi generali e specifici a lungo termine della psicoterapia

La finalità della psicoterapia è quella di intervenire sull’adolescente problematico per aiutarlo ad:

  • identificare i propri interessi, le proprie capacità, competenze e attitudini;
  • Identificare opportunità e risorse e metterle in relazione con i vincoli e i condizionamenti;
  • Prendere decisioni in modo responsabile un merito all’istruzione, alla formazione, all’occupazione e al proprio ruolo nella società;
  • Progettare e realizzare i propri progetti;
  • Gestire i percorsi attivi nell’ambito dell’istruzione, della formazione e del lavoro e in tutte quelle situazioni in cui le capacità e le competenze sono messe in atto;
  • Andare incontro al mondo e non incontrare il mondo solo attraverso la rete.

 Più specificatamente:

Incoraggiare in particolare negli studenti le caratteristiche personali che favoriscano il successo formativo come:

  1. Accrescere l’autostima;
  2. Accrescere il senso di autoefficacia;
  3. Accrescere la capacità di autoregolazione comportamentale;
  4. Accrescere le abilità di studio;
  5. Accrescere la percezione positiva delle proprie aspirazioni per la vita futura.

Agevolare le relazioni reciproche fra compagni:

  1. Incrementare i rapporti orizzontali di tipo cooperativo.

Agevolare e supportare   la funzione educativa dei genitori :

  1. Aumentare le competenze emotive – relazionali dei ragazzi;
  2. Incrementare le opportunità di condivisione circa i problemi di gestione connessi alle difficoltà scolastiche;
  3. Ma anche, ed in particolare nel superamento di: insufficiente motivazione nello studio, perfezionismo, ansia da compito seguente, panico da esame, incapacità di concentrazione o blocco, limitato ottimismo verso il futuro e solitudine.

Incoraggiare una lettura della scuola come luogo di formazione e di vita significativo contrastandone l’abbandono che oggi è al 15/%.

 

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