La Psicologia si colloca là dove la mente si incontra con il corpo, e con qualcosa di diverso che potremmo chiamare autoconsapevolezza la quale implica la conoscenza di sé, del proprio carattere, delle proprie possibilità e limiti.
Fatte queste premesse va detto che il semplice "stare meglio" non è l'unico obiettivo di una terapia.
La sofferenza di ogni essere umano, che si manifesti attraverso difficoltà, ostacoli o fallimenti amorosi, relazionali, scolastici, lavorativi, disturbi alimentari, gravi depressioni, fobie, paure irrazionali, disadattamento sociale...e spesso anche attraverso malattie e malesseri fisici, è un segnale da non sottovalutare.
Il sintomo è un segnale: non ha senso eliminare i "sintomi" che ci disturbano senza prima capire che essi sono un segnale che il nostro "inconscio" sta inviando per indicare una direzione di possibile "guarigione".
Il compito del terapeuta, quindi, è accompagnare chi a lui si rivolge attraverso un'esperienza relazionale, che non ha come scopo principale quello di eliminare i sintomi, ma di dar loro significato, per poter vivere una vita un po' più “leggera” e soddisfacente.
"Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta" (Spinoza)
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