La decisione di iniziare un percorso di psicoterapia o di sostegno psicologico è una scelta che può avvenire a qualsiasi età. I motivi che possono spingere a cercare un supporto sono molteplici così come svariate sono le esperienze di vita dentro le quali essi possono maturare.
Anche se oggi i contorni che delimitano e definiscono anziana una persona sono più sfumati e allungati possiamo riconoscere il tempo dell’anzianità quel momento della vita in cui il bagaglio dei vissuti è più ampio e contiene in sé un gran numero di anni trascorsi a costruire la propria esistenza mettendo insieme mattoni fatti di inciampi, rimedi e saggezza.
Quando un anziano si rivolge a me sono innanzitutto grata per le tante sfumature che potrò ascoltare dal suo racconto e sono interessata a cogliere tra di esse quali sono le grinze che hanno increspato il suo presente quanto basta da risultare stonate con il resto. È a partire da quelle che lui o lei percepiscono come stonature nel momento presente che accorderemo i nostri incontri.
Può accadere che un problema di salute sopraggiunto o una serie di eventi imprevisti abbiano stravolto una quotidianità rodata e allora ci chiederemo se quel determinato problema si configuri come un arresto al proprio progetto di vita o piuttosto come una deviazione che richiede un orientamento nuovo dei propri obiettivi e desideri, ci chiederemo allo stesso tempo quali aspettative siano state deluse, quali mancanze abbia comportato quell’evento sul piano delle proprie risorse o capacità e quale direzione dare al vissuto che emerge per mettere in piedi una strada da percorrere che sia nuovamente appetibile e attraente.
Può accadere anche che la stonatura risieda nella fatica di sopportare un tempo che passando porta via i propri riferimenti e espone alla perdita di affetti cari e considerati stabili come una moglie, un figlio, un marito, un fratello, un amico e si abbia bisogno di fare i conti con quel vuoto lasciato a chi resta a domandarsi perché sono rimasto io. A volte invece a increspare il presente è il peso del cambiamento insito nel progredire dei processi umani che può risultare sorprendente, inaspettato. La sessualità che cambia è uno di questi processi, può assumere forme nuove che possono essere vissute come parte integrante della vita oppure minare in modo più o meno ampio l’immagine di sé stessi.
In questo caso è importante valutare la profondità della compromissione dell’immagine di sé e ricostruirla con molta calma dopo aver permesso alla persona di elaborare ciò che è rimasto incastrato e non vuole più scorrere. Ricordo a questo proposito il lavoro fatto con un anziano per cui il dolore dovuto alla perdita della potenza sessuale si era cementato, a partire da un importante evento critico non ancora metabolizzato, come la prova che lui non fosse più una persona credibile fino a configurare attorno a questo cambiamento cruciale un delirio a sfondo paranoide che lo spingeva a percepire determinate parole o azioni di estranei come allusioni alla sua condizione “certamente sulla bocca d tutti”.
Che si tratti di fare un bilancio della propria vita per raccoglierne i punti salienti a volte dimenticati, che si tratti di un deteriorarsi di alcune abilità senza le quali non ci si sente più bene con sé stessi o che si tratti di altro quel che è certo è che rinarrarsi è un balsamo a qualunque età ed è uno dei benefici del supporto psicologico nel caso delle persone anziane perché permette di riappropriarsi di quelle parti di sé che sono rimaste escluse, messe in un angolo dagli eventi della vita e che ora premono per far sentire la propria voce, una voce più matura che ha bisogno di trovare un testimone attento, pronto a riconoscerla e farla esprimere.
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