…cosa nasconde il senso di colpa?
Se ci agganciamo a ciò che abbiamo detto, non si può non trarre la conclusione logica che il senso di colpa nasconde la dimensione del desiderio del soggetto. Maria, una giovane donna in carriera ma insoddisfatta della sua vita coniugale, arriva da me perché non riesce più a convivere con il senso di colpa che la assorbe quando guarda un altro uomo e si perde in fantasie romantiche. Questa condizione era talmente forte che comparivano dei veri e propri sintomi come una forte autocritica, importanti rimproveri ed un costante bisogno di rassicurazione da parte dell’altro. Il senso di colpa che subentra al solo permettersi una fantasia è ciò che tiene lontana Maria da un desiderio che covava da diverso tempo: abbandonare una relazione insoddisfacente per cercare finalmente l’uomo dei suoi sogni.
Il senso di colpa in amore è estremamente frequente. In una relazione d’amore infatti emergono tutti quei contenuti inconsci latenti che risalgono alla prima infanzia della vita del soggetto, ai divieti genitoriali, alle proibizioni parentali. L’amore fa da perno al senso di colpa: il rischio di perderlo, di non esserne degno, di deludere le aspettative che l’altro si pensa abbia su di noi sono tutte tematiche che il bambino affronta nella relazione coi proprio genitori e che l’adulto ripropone nella relazione col proprio partner. ‘’Se l’altro fa qualcosa per me in maniera disinteressata mi sento in colpa…’’, ‘’Mi sento in colpa se mia moglie è triste pur sapendo che non dipende da me…’’, ‘’Quando sono felice per la mia vita mi viene in mente la vita di mia madre e mi sento in colpa perché lei non ha mai avuto ciò che ho io…’’, sono tutte frasi sul senso di colpa che puntualmente compaiono almeno una volta nei discorsi dei soggetti che affrontano la loro sofferenza psichica.
Il senso di colpa, nonostante tutto, non è possibile definirlo di per sé un problema psicologico. Nel caso in cui però esso diventi il centro della vita del soggetto, invalidante per la sua quotidianità, le sue relazioni, il suo lavoro o più in generale per il suo singolare modo di vivere la vita possiamo parlare di…
…senso di colpa patologico.
Si definisce patologico quando il senso di colpa emerge a seguito di ogni piccolo dettaglio, reale o immaginario, che il soggetto esperisce come causa di malessere per sé stesso o per gli altri. La ruminazione cognitiva diventa eccessiva e il tempo speso nel pensare a comportamenti riparatori o autopunitivi acquista un peso eccessivo durante le giornate del soggetto. Paolo ad esempio riferisce che ogni volta che deve mandare un messaggio al suo responsabile di lavoro, passa intere ore nel formulare al meglio il testo da inviare. La possibilità che nasca un equivoco in ciò che dice, la presunta ambiguità che potrebbe nascere da una parola storta, fa emergere il senso di colpa di aver utilizzato un tono non adatto verso un suo superiore.
Arriviamo alla parte conclusiva di questo articolo e poniamoci la domanda più importante:
com’è possibile superare o affrontare i sensi di colpa?
Innanzitutto è bene premettere che, sia che si parli di un sentimento di colpa patologico o meno, la pratica psicoterapeutica aiuta drasticamente a rompere il circolo vizioso del senso di colpa – autocritica – punizione. Attraverso un’attenta analisi della propria vita, soprattutto quella che riguarda il lato emotivo e relazionale, è possibile rintracciare quelle tematiche originali che sono alla base di quei fenomeni che impediscono al soggetto di vivere una vita piena, all’insegna del proprio desiderio. Jacques Lacan, uno degli ultimi autorevoli psicoanalisti, dice riguardo al senso di colpa: ‘’Il solo senso di colpa che vale in psicoanalisi è quello di cedere sul proprio desiderio’’.
Cosa significa? Significa ciò che ha fatto da premessa a questo articolo ossia che il senso di colpa è tale solo nella misura in cui si rinuncia al proprio desiderio. Potremmo dire che l’altra faccia della medaglia del desiderio è proprio il senso di colpa.
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