Buon giorno,
interessante domanda la sua a cui vado di seguito a rispondere.
In qualsiasi lavoro l'esperienza conta e molto, tuttavia io mi soffermerei a sottolineare che con il termine esperienza non si parla dell'anzianità del lavoratore ma di molti altri fattori.
In particolare in riferimento alla psicoterapia conta molto, oltre alla passione con cui il professionista porta avanti la professione, all'esperienza professionale ed alla sua formazione, anche la ricchezza delle sue esperienze di vita. Queste ultime sono un arricchimento se il professionista ha lavorato e continua a lavorare su se stesso, in modo che non interferiscano con il lavoro di terapeuta, ma allo stesso modo gli permettano di comprendere meglio chi ha di fronte a sè. Ricordiamoci che si parla di un lavoro che coinvolge fortemente il lato umano, quindi è fondamentale che il paziente si senta accolto, ascoltato e visto dal professionista a cui si è affidato.
Per quanto riguarda il costo ovviamente maggiore è l'esperienza, maggiore può essere il costo a seduta, il che è facilmente comprensibile, così come ad es. per un insegnante o un operaio con il passare degli anni venga previsto un aumento della retribuzione.
Intraprendere una psicoterapia può risultare costoso, ma l'obiettivo non è trovare un "oracolo" che dispensi soluzioni, da cui diventare dipendenti; ma anzi essere affiancati per trovare un equilibrio che si basi sui nostri punti di forza nella consapevolezza dei propri limiti, permettendoci di individuare sempre nuove risorse e camminare in autonomia.
Detto questo, se mi permette, mi chiedevo il motivo per cui lei una volta individuato uno psicoterapeuta che sentisse affine a lei e adatto ad aiutarla non abbia continuato con lui, portando a termine un percorso con l'obiettivo di stare in piedi da solo, pur sapendo che nel bisogno potrà sempre tornare da quel professionista per qualche incontro di "revisione" ( metaforicamente parlando).
Dr.ssa Silvia Pelizzari