Salve
Ho 22 anni, frequento l'università e ormai da 1 anno le lezioni in DAD. Sono fidanzato da 2 anni e mezzo in una relazione a distanza. Vi ho scritto poichè, ormai da 3 anni soffro di periodi in cui sono ansioso. Prima del lockdown diciamo che non mi capitava quasi mai. Sinceramente non riesco a capire perchè questi alti e bassi. Nel 2020 diciamo che la situazioni era migliorata, infatti l'ansia era quasi assente. Da fine 2020 ad oggi ho alti e bassi d'ansia, nel senso giorni con ansia e giorni senza, o anche settimane ansiose e settimane tranquille. Da maggio circa l'ansia è aumentata sempre di più tanto da diventare un problema invalidante nelle mie giornate a differenza di prima infatti ne ho parlato anche con i miei.Ovviamente penso che influisca anche l'università su questo, ma a volte anche quando non penso a niente, l'ansia mi assale.
I sintomi che la stanno accompagnando ultimamente sono:
-respiro corto;
-sensazione di pressione allo stomaco;
-battito accellerati
-vampate di calore
-tremore
Ho notato che i sintomi sono cambiati, ad esempio qualche mese fa avevo anche tensione muscolare, ora no. Vorrei tanto capire da cosa provengono questi episodi anche quando non c'è una giusta causa o pericolo. Mi sono fatto un'idea,ossia:
-la pressione dell'università
-la mia relazione a distanza
-predisposizione caratteriale, ma è strano perchè sono un tipo a cui piace stare sempre in compagnia e divertirsi e non mi è mai capitato.
Ho notato che anche quando non sono ansioso, ogni tanto mi prende un senso di tristezza improvvisa. Non riesco a capire queste "emozioni" da cosa siano dovute. Ad esempio negli ultimi giorni ho l'umore basso, cioè mi sento triste senza motivo e questo mi porta a pensare di star diventando depresso( anche se queste sensazioni poi tendono a scomparire se esco o faccio qualcosa di interessante).Sinceramente non so che fare, non sono mai stato così, con questi alti e bassi di emozioni e non vorrei che ciò mi portasse appunto ad isolarmi. L'unica cosa a cui ho pensato come problema è stata la mia relazione, infatti mi sono preso una pausa ma non so se sia questa la causa o no.
Buona sera Antonio, sono la Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra, ho letto il suo articolo e da quanto emerge nel suo racconto da diverso tempo sembrerebbe trattarsi di uno stato di forte Ansia.
Personalmente la terapia di cui mi occupo è breve ma strategica l’obiettivo è quello di restituire l’equilibrio perduto eliminando il disturbo o il comportamento che provoca disagio nella persona.
Secondo la mia esperienza molte situazioni di disagio psicologico che rendono difficile vivere non sono dovute a patologie vere e proprie ma a disfunzionalità nate da comportamenti sbagliati che si sono ormai radicati e continuano ad alimentarle.
Aiuto molte persone a ritrovare l’equilibrio perduto, e la mia terapia per definizione è breve e strategica, ovvero mirata ad eliminare comportamenti che rivelano il disagio.
La terapia che pratico non deve essere necessariamente lunga per risultare efficace.
A questo scopo possono essere utilizzati anche degli stratagemmi paradossali o compiti apparentemente illogici, che permettono di lavorare il problema con il minor tempo e il più efficacemente possibile; dando così una soluzione a disposizione di tutti.
Per maggiori informazioni visiti il mio sito.
Gentile Antonio, ci sono due passaggi nella sua richiesta che ho trovato particolarmente interessanti e su cui vorrei soffermarmi, in realtà è uno che però fa scaturire due riflessioni. Lei afferma: "Vorrei tanto capire da cosa provengono questi episodi anche quando non c'è una giusta causa o pericolo. Mi sono fatto un'idea...". In questa frase lei esprime due convinzioni molto forti su cui la invito a riflettere, la prima è che esista una causa "giusta" per l'ansia e la seconda, di conseguenza, che non si spiega come mai, essa si presenti anche quando questa "causa giusta" non si trovi. Infatti, per sopperire a tale mancanza, lei è costretto a ricorrere a delle ipotesi (idee). Lei concorderà che molte persone frequentano l'università e altrettante vivono un rapporto a distanza, ma non tutte presentano i segnali di ansia che lei descrive e che la accompagnano con alti e bassi da circa tre anni, pertanto il collegamento di tipo causa - effetto che lei utilizza come spiegazione dei suoi sintomi potrebbe esser legittimo su un piano temporale, ma non ci fornisce davvero una spiegazione del problema. D'altronde lei stesso afferma che a volte l'ansia si presenta accompagnata dal pensiero dell'università, ma talvolta anche quando lei non pensa a nulla, in tal caso viene meno il rapporto causa - effetto e siamo di nuovo senza una spiegazione. In realtà, la comparsa di sintomi di qualsiasi natura essi siano (ansiosi, depressivi, alimentari...) va intesa non come un problema in sè, ma come la conseguenza diretta di qualcosa che, sul piano emotivo, a lei sfugge e che trova nel sintomo una sua valvola di sfogo, o, se preferisce, una "spia" di qualcosa che deve essere compreso ed integrato nella sua storia di vita più che spiegato secondo una logica di causa - effetto, che, evidentemente, appare insufficiente per farsi un'idea della sua situazione. è proprio questo il compito di uno psicoterapeuta, aiutare il paziente nella individuazione dei brani contenuti nella coscienza e che vanno a completare la storia del paziente in modo da fornirgli un senso più chiaro e, quindi, un punto di vista più ampio sull'intera vicenda. Sperando di esserle stato un pò di aiuto, resto a sua disposizione e la saluto cordialmente.
Dottor Giovanni Romito
Riceve in presenza a San Lorenzello (Bn) e on line tramite Skype o zoom.
Benevento
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