Sono dispiaciuta e preoccupata per quanto è emerso circa 5 mesi fa. Mia figlia diciassettenne improvvisamente ci ha chiesto di andare da uno psicologo, piangeva disperatamente. Da qualche tempo si era chiusa in sé ed aveva un'aria sempre triste. Ci siamo attivati subito ed abbiamo trovato un bravo psicoterapeuta. Ha iniziato le sue sedute 2 volte a settimana e dopo un paio di mesi lo psicologo ha voluto incontrarci. Dal colloquio è emerso che nostra figlia fin da piccolissima ha cercato di mostrare sempre e solo la sua parte migliore ed oggi si scontra con una parte di sé sconosciuta a noi ed anche a se stessa. Tutto ciò le provoca disorientamento. Ha manifestato allo psicologo grande risentimento nei miei confronti. Lo psicologo dice che lei mi vuole così come sono perché le piaccio però mi vuole un po' più per lei. Io sono molto impegnata con il lavoro il telefono etc etc a lei tutto ciò pesa. Io ho sempre cercato di farmi in quattro, sono amorevole e molto accondiscendente, lei una ragazza che rasentava la perfezione, mai un problema né scolastico né é di comportamenti. Mi è crollato il mondo addosso, sono un misto di preoccupazione, delusione, rabbia. Se le sto' addosso dice che fingo, se mi comporto in modo spensierato lei mi evita. Non so che fare e non capisco quale click sia scattato nella sua testa. A volte vorrei tirarle un ceffone per riportarla alla realtà, a volte mi fa tenerezza. Sono risentita anche un po' con lo psicoterapeuta che mi ha puntato il dito contro. Dice che deve tirare fuori tutta l'aggressività repressa ma oltre ad avere un'aria scocciata quest'aggressivita emerge poco. Cosa devo fare?