Gentile Silvia,
sua figlia le sta mostrando una sua paura interna. Paura forse di perdere la mamma, di rivivere una separazione, di “rivedere” alcuni comportamenti e atteggiamenti del passato.
Ha provato a chiedere a sua figlia cosa potrebbe cambiare per lei se lui è “amico intimo” o “compagno”?
Potrebbe anche essere sincera ed essere lei la prima a spiegarle il motivo per cui ha preferito non usare subito la parola “compagno”. Magari anche mostrando la sua paura di rimettersi in gioco come donna e fidanzata perché comunque la sua storia precedente le aveva procurato dolore seppur grazie ai figli, lei e voi, siete riusciti a “ripartire” più forti e uniti di prima. Cosa si cela sotto la sua preferenza nel non dirglielo? (Non si giudichi mentre si dà la risposta ma provi in modo aperto a dirsi la sua motivazione per cercare di spiegare limpidamente questo aspetto a sua figlia).
Il giudizio non aiuta e anzi qui serve un buon dialogo aperto e di confronto "limpido".
La chiarezza tra voi ed il dialogo saranno sicuramente un punto a vostro favore nella relazione e nella fiducia reciproca.
Chiederle, inoltre, e cercare di non giudicarla, quando si arrabbia o quando mette alla prova la sicurezza di avere l’amore della “sua” mamma. Cercando di capire il perché lei non vorrebbe vivere con voi, cosa la ha fatta rimanere male, di questa notizia? Sembrerebbe un comportamento da persona ferita quasi come tradita. Non che lei lo abbia fatto ma questa può essere la percezione di sua figlia. Ricordiamoci che ha 11 anni e che quando i genitori si “innamorano” di un’altra persona i figli possono avere alcune paure che magari noi adulti non comprendiamo o non pensiamo.
Come mai ha preferito metterla al corrente a decisione presa e non cercare prima di valutare insieme la cosa? Magari preparandola pian piano?
Come è il vostro dialogo?
Potrebbe anche provare a chiederle del tempo e provarci almeno a venire a vedere la casa, a conoscere e vivere la situazione prima di giudicarla.
La paura della novità è provata da tutti noi, quindi cercare di normalizzarla, ma è anche consigliabile provare e valutare con “i propri occhi” e vivendo la situazione stessa prima di prendere decisioni (riferite a un sì o un no). Qui, potrebbe sempre riportare dei suoi esempi di vita.
Infine, è consigliabile che lei le faccia capire e vedere, giornalmente, che lei sarà sempre al suo fianco ma che solo provando e parlando molto tra di voi le cose si possono modificare, eventualmente migliorare o gestire in modo diverso.
Se la comunicazione tra voi invece fosse difficoltosa o lei volesse essere supportata in questo momento di vita importante può sempre richiedere una consulenza psicologica dove in base al suo racconto preciso, eventuale, conoscenza della figlia potete essere accompagnate, supportate ed aiutate in questa scelta di vita e nella vostra relazione.
Rimango disponibile per ulteriori rimandi se volesse rispondere alle domande in privato, per informazioni o eventuale richiesta di consulenza.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online