Ho 17 anni e alcuni mesi fa mi sono recata ad un consultorio e sono seguita da un neuropsichiatra poiché soffro di attacchi d'ansia e ansia sociale e oltre a questo dovrò fare altri accertamenti più avanti per escludere la presenza di altre cose. Per adesso sono in attesa per rifare un test che avevo fatto dalla mia logopedista quando ero piccola. Recentemente cambierò neuropsichiatra poichè pensa che non ci sia abbastanza fiducia così mi ha riferito ad una sua collega con cui forse mi troverò più a mio agio. Avrei dovuto cominciare un percorso con una psicologa ma il mio medico mi ha consigliato di cominciare un percorso con una psicologa donna ma purtroppo non c'era nessuno disponibile. Vengo seguita anche da un'assistente sociale e un'educatrice, e oggi quest'ultima mi ha scritto un messaggio scrivendomi che la psicologa l'aveva contattata e mi ha chiesto se poteva dargli il mio numero, mi ha inoltre informato che al nostro prossimo incontro a casa sarebbe venuta anche la psicologa. Io ho risposto di sì. Però ora mi vengono alcuni dubbi. Immaginavo l'incontro con la psicologa in un ufficio per esempio, ma invece sarà a casa e ci sarà anche l'educatrice. Inoltre il consultorio non avrebbe dovuto contattare i miei genitori in quanto io sono minorenne, prima dell'incontro con la psicologa. Oltre questo dovrei preoccuparmi della presenza di entrambe le figure nello stesso momento (educatrice e psicologa insieme)? Sono felice di avere una psicologa però allo stesso tempo sono un po' confusa.
Salve Anna, effettivamente si denota che tutta questa situazione le abbia creato dubbi e scombussolamenti.
I suoi genitori, dunque, sono a conoscenza di questa situazione? Ci sono gravi problematiche a livello familiare che giustificano la presenza addirittura di un'assistente sociale?
Ritengo comunque che lei possa esprimere i suoi dubbi, domande e perplessità per cercare di intraprendere un percorso psicologico che sicuramente le sarà utile per superare le problematiche suddette.
Cordialmente, dott FDL
Roma
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Buongiorno Anna. Tutte le figure coinvolte nella situazione hanno come obiettivo primario il suo benessere e sanno come agire in queste situazioni, lavorando tutti insieme e con le giuste pratiche. Il fatto di incontrare la psicologa in un ambiente diverso da quello che è il suo ufficio potrebbe essere un modo per permetterle di non patologizzare la situazione, facendola rientrare in un contesto che lei vive quotidianamente. Inoltre, la compresenza di due figure professionali in contemporanea deve vederlo come vantaggio, in quanto significa avere un supporto sotto diversi aspetti. In ogni caso, si senta libera di esprimere i suoi dubbi e domande alla psicologa, che la aiuterà a chiarirle i confini e gli obiettivi del percorso e le motivazioni che portano le sue figure di riferimento ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Le auguro di ricavare il meglio da questo percorso.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.