Gentile Marco,
È difficile poterle dare una risposta esaustiva conoscendo così poco del suo caso.
Provi a riflettere sulle possibili spiegazioni che lei stesso attirbuisce ai suoi sintomi (di sicuro si sarà costruito delle teorie). Se ritiene che la ragione dell’ansia sociale possa essere la conflittualità all’interno della sua famiglia, che la fa sentire insicuro anche all’esterno, allora la terapia familiare potrebbe essere un buon trattamento per risolvere gli attuali conflitti con i suoi (sempre che i membri della famiglia vogliano essere coinvolti e siano disposti a collaborare).
Se ritiene invece che le esperienze negative più incisive per i suoi disturbi d’ansia siano da ricercare al di fuori della famiglia, a prescindere dalle conflittualità presenti o pregresse, allora la terapia familiare potrebbe non essere la più indicata, mentre una terapia cognitiva potrebbe fare più al caso suo. Quest’ultima lavora sulle credenze che lei ha su di sé e sul mondo, le quali orientano i suoi pensieri ed i suoi comportamenti (come la sua autostima, la fiducia negli altri, la fiducia di essere in grado di risolvere i suoi problemi).
Per quanto riguarda la sua seconda domanda, ci sono molte questioni da dover considerare: come ad esempio se lei abbia problemi a relazionarsi più con gli uomini o più con le donne, se abbia più difficoltà ad aprirsi con un uomo o con una donna, se invece se la sente di uscire dalla sua “zona di comfort” e relazionarsi con il genere con cui normalmente ha più difficoltà. Oltre a ciò, deve naturalmente avere lei stesso fiducia nel terapeuta che ha scelto, fattore ancora più importante del genere di quest’ultimo.
Spero che la mia risposta possa esserle d’aiuto.
La saluto cordialmente,
Dott.ssa Michela Arnò