La schizofrenia è uno dei più importanti disturbi psichiatrici, per le gravi conseguenze sulla possibilità di mantenere le capacità lavorative, sociali e personali del soggetto che ne viene colpito. Una persona affetta da schizofrenia alterna periodi in cui le risulta difficile pensare in modo chiaro e lucido, gestire le proprie emozioni, distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è e relazionarsi con altri individui. Nella maggior parte dei casi ha inizio tra i 15 e i 30 anni e si manifesta in genere leggermente prima negli uomini che nelle donne e trova riscontro con la stessa incidenza in tutte le etnie.
L’andamento della malattia, è cronico e si evolve piuttosto velocemente e la psicosi, ovvero la perdita del contatto con la realtà, può rivelarsi in poche settimane; i sintomi tuttavia potrebbero svilupparsi anche in maniera graduale e lentamente, permettendo cosi’ di svolgere regolarmente la vita quotidiana anche per anni.
La schizofrenia può essere trattata con successo se curata in modo tempestivo e per questo é molto importante ottenere una diagnosi precoce, poiché quanto prima viene trattata, tanto prima è possibile un buon adattamento alla patologia; non si intende la completa assenza dei sintomi, bensì il poter condurre una vita dignitosa, che può avere una valenza diversa da persona a persona in assenza o in presenza di tali sintomi.
Una persona schizofrenica soffre di “Scissione Di Personalità” o “Personalità Multipla”; d’altra parte, il comportamento di un individuo affetto da psicosi acuta cambia ma ciò è dovuto alla patologia e non ad un cambiamento della personalità. In generale si è osservato che i pazienti schizofrenici non sono persone aggressive e violente. Le cause esatte della schizofrenia sono oggi sconosciute, poiché esiste un’ampia varietà nel modo in cui tale disturbo si sviluppa e si manifesta nei sui sintomi e nelle sue modalità.
È risaputo che esiste una componente genetica nella schizofrenia, un collegamento tra un’infanzia traumatica e stressante , con la probabilità di sviluppare un peggioramento sia in età adulta che nelle fasi più avanzate della vita dei pazienti. La teoria moderna sulla schizofrenia afferma che questa ha due tipi di sintomi: positivi e negativi. I sintomi positivi, come allucinazioni e deliri, rappresentano modalità di pensare o agire che il paziente non attuava in precedenza. I sintomi negativi, come l’isolamento sociale, rappresentano modalità in cui il paziente ha smesso di compiere azioni che metteva in pratica in precedenza, alternando periodi di benessere, inframmezzati da periodi in cui invece la sintomatologia psicotica si ripresenta nuovamente in maniera acuta.
Oggi nel DSMV vengono descritte quattro diversi tipi di allucinazioni: visive, uditive, tattili e olfattive. È impossibile per l’individuo affetto da schizofrenia distinguerle nella realtà, non le sta immaginando o inventando: sono reali e, spesso, è impossibile convincerlo del contrario.
Le allucinazioni visive: hanno luogo quando i pazienti osservano qualcosa in un modo che non corrisponde alla realtà (certezza dell’esistenza), ovvero ciò che è allucinato esiste. I colori possono diventare estremamente vividi e le forme possono essere distorte.
Le allucinazioni uditive: i pazienti riferiscono di voci, suoni o rumori inesistenti. Le voci possono apparire ai pazienti come minacciose, accusatorie, offensive o, al contrario, inoffensive ed amichevoli.
Le allucinazioni tattili: il paziente lamenta qualcosa sul corpo o sulla pelle che in realtà non esiste. Queste sensazioni possono diventare tanto intense da spingere alcuni soggetti che soffrono di schizofrenia a grattarsi anche via la pelle, provocandosi croste e piaghe.
Le allucinazioni olfattive: note come fantosmia, hanno luogo quando il paziente percepisce un odore che non è presente nella realtà e possono anche essere la conseguenza di un danno neurologico grave al sistema olfattivo.I deliri sono convinzioni fisse e irremovibili che non corrispondono al mondo reale, idee false che non vengono corroborate da alcun ragionamento ma reali per la persona affetta da schizofrenia e possono manifestarsi nei seguenti modi:
Simbolismo dei colori
Il simbolismo dei colori è una caratteristica della schizofrenia, la quale non ha luogo con altri disturbi mentali. Il paziente percepisce che i colori veicolino messaggi destinati a lui. Questi messaggi possono essere di origine religiosa, alieni o altro potere superiore. Possono percepire questi messaggi dai colori delle macchine che passano per la strada o dai colori dei vestiti indossati da altre persone.
Religiosità e deliri religiosi
Una delle caratteristiche della schizofrenia che si manifesta frequentemente è lo sfociare di una dimensione religiosa in deliri e allucinazioni. Infatti, si pensa che almeno la metà delle persone affette da schizofrenia, ad un certo punto, sviluppino un aspetto religioso delirante con la convinzione di essere speciali o che siano stati scelti da Dio per essere santi o profeti.
Paranoia
Questa è una delle caratteristiche più conosciute della schizofrenia. Le convinzioni paranoiche possono essere, inizialmente, modeste, per esempio: credere che un vicino stia riproducendo musica ad alto volume deliberatamente per disturbare e successivamente può sfociare in una convinzione più oassessiva, ossia, che il vicino li stia attivamente spiando e perseguitando – “pensieri persecutori acuti” e anche i parenti e le persone care possono diventare il centro di queste convinzioni.
Idee di riferimento
La persona affetta da schizofrenia crede di essere complice di eventi causati nel mondo o nei film in relazione alla sua personalità, affermando che le storie che legge o segue nei notiziati o tg, collegate ad azioni che hanno commesso.
Disturbi del pensiero
Consistono in una sorta di rottura nel flusso di pensiero il quale diventa confuso e disordinato: rottura psicotica. Si manifesta come povertà di linguaggio ad esempio, il paziente si interrompe a metà frase e si ferma completamente, non essendo in grado di trovare la parola seguente inventando parole nuove prive di senso e contenuto. Questo disturbo del pensiero spesso porta il paziente ad avere difficoltà a svolgere le proprie attività quotidiane, come l’igiene personale o lavori domestici e anche una cattiva gestione delle finanze.
Controllo mentale
A volte le persone affette da schizofrenia possono credere che i loro pensieri vengano trasmessi globalmente o che vengano rubati e, nei casi più estremi, arrivare anche a credere fermamente che certi pensieri siano stati installati nella loro mente.
Megalomania o deliri di grandiosità
I pazienti affetti da psicosi credono di essere speciali o di essere stati scelti, a volte, possono credere di essere la reincarnazione di qualche personaggio storico famoso o dello spettacolo, di poter controllare il clima, gli eventi mondiali o addirittura avere il controllo della mente altrui. I pensieri megalomani possono, talvolta, condurre ad un comportamento molto pericoloso e a tratti aggressivo, soprattutto quando il paziente inizia a credere di essere invulnerabile. I sintomi negativi possono manifestarsi in modi diversi, tra i quali:
Apatia
La persona affetta da schizofrenia perde interesse nelle cose che riteneva importanti: il lavoro, la scuola, le attività sportive o gli amici. Questa mancanza di motivazione può portarli ad una prestazione sottotono in queste attività o ad abbandonarle in maniera definitiva.
Isolamento sociale
Spesso questo è il primo segnale di un disturbo psicotico grave. La psicosi è la malattia mentale per antonomasia, il paziente può ritirarsi nella sua stanza - isolamento sociale - e uscire solo per mangiare ad orari occasionali e incoerenti.
Risposte emotive brusche e incongrue
Nel sentire importanti novità il paziente lamenta un’incoerenza costante nell’esternare verbalmente dei sentimenti di felicità o tristezza e questa condizione viene chiamata in ambito psicologico clinico come “Incongruità emotiva”.
Cambiamenti nell’orologio biologico
Prima che la schizofrenia possa essere diagnosticata come tale, bisogna attuare dei controlli standardizzati per verificare la sintomatologia che deve essere presente nel paziente almeno da sei mesi e con sintomi psicotici della durata di almeno un mese. Spesso la persona con schizofrenia vive un rovesciamento completo nel suo orologio biologico, sviluppando un pattern di veglia e attenzione incongruente , si verifica un fisiologico cambiamento dei ritmi del sonno, alternando le fasi sonno-veglia.
Un aspetto chiave dello sviluppo dei sintomi negativi, il quale molto spesso causa dei ritardi nell’ottenere un supporto psicologico e psichiatrico immediato, è che la schizofrenia inizia frequentemente nella tarda adolescenza e conseguentemente i sintomi negativi possono non essere diagnosticati in maniera adeguata; il carattere lunatico, apatia, isolamento sociale e preoccupazione del paziente per il proprio corpo possono essere semplicemente una parte del normale disordine emotivo dell’adolescenza e non avvisaglie gravi invece di una fase acuta di Schizofrenia.
Non è inusuale, nella schizofrenia, l’emergere di un andamento nel tempo che consiste in una fase iniziale, chiamata fase prodromica, in cui hanno luogo cambiamenti abbastanza sottili nel pensiero e nel comportamento, preceduto da un periodo di cambiamento subdolo rispetto al precedente funzionamento del paziente. Questa fase precede l’insorgenza dei sintomi (criterio A) e ha una durata estremamente variabile, da giorni a mesi e, per questo, è importante attuare delle opzioni terapeutiche valide e immediate che includano da subito il paziente con schizofrenia e il suo caregiver, permettendo di instaurare la terapia più appropriata sia in ambito psicologico clinico che psichiatrico. Una volta messi sotto controllo i sintomi, segue una fase cronica in cui i sintomi sono prevalentemente negativi. La fase cronica può durare mesi o addirittura anni.
Il bersaglio principale della gestione clinica dell’esacerbazione acuta, nel trattamento della schizofrenia, è la riduzione e possibilmente la scomparsa dei sintomi acuti positivi e negativi, specialmente quando sono presenti dei sintomi depressivi cronici. Il punto focale delle terapie psicologiche in ambito clinico e counseling ,hanno lo scopo di fornire l’adeguato supporto e la comprensione di ciò che sta accadendo, organizzando delle sessioni che promuovano la fiducia e la sicurezza nei pazienti affetti da schizofrenia, punto focale per il recupero. Tutte le tipologie di terapia\counselig dovrebbero svolgersi in modo tale che ci si senta rispettati e messi a proprio agio all’interno del proprio “Setting protetto”, evitando nei pazienti dei possibili fallimenti terapeutici.
La terapia farmacologica della schizofrenia è sicuramente uno dei più classici esempi di trattamento di una patologia cronica e processuale, soprattutto la necessità di un processo terapeutico a lungo termine. Uno dei principali quesiti che lo psichiatra deve porsi nell’impostazione di qualsiasi terapia è che cosa ci si aspetta dal trattamento, ciò è necessario per valutare l’efficacia e il rapporto costo/beneficio al momento previsto della valutazione degli effetti, per decidere su eventuali cambiamenti terapeutici. Attualmente esistono due categorie di farmaci antipsicotici, separate dal diverso spettro d’azione farmacodinamico: gli (Antipsicotici classici), o (Neurolettici), e gli atipici. La scelta del farmaco porta a dei limiti fondamentali: la scarsa o nulla efficacia sui sintomi negativi cronici, la scarsa efficacia sulla evoluzione deficitaria e il peggioramento della qualità della vita dovuto all’importante carico degli effetti collaterali.
Ciò nonostante non si può negare che nelle psicosi alcuni meccanismi neurochimici sono alterati, (La trasmissione dopaminergica nella schizofrenia e il metabolismo di catecolamine e serotonina nella depressione maggiore), ovvero che esistano dei riscontri organici per queste malattie, anche se tali alterazioni non sono la causa ma un aspetto o un meccanismo della malattia, e che i farmaci che agiscono selettivamente su tali meccanismi neurochimici siano in grado di produrre ottimi risultati terapeutici - non c’è modo di prevedere esattamente come il trattamento avrà effetto ma è importante capire come e se esso giovi alla patologia.
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