Buongiorno, scrivo perchè in famiglia da qualche anno c'è una situazione particolare e vorremmo capire se arrivati a questo punto potremmo fare qualcosa in più (cosa?) e soprattutto COME? dato che la persona in questione "sembra" non rendersene conto. Consigli?
Mio cugino 22 anni ora, ragazzo molto intelligente, fino ai 16 anni andava a scuola, aveva amici, e correva a livello agonistico. Poi è iniziato il cambiamento e per qualche tempo si pensava fosse la solita "ribellione adolescenziale". Non andava neanche più a correre. Poi arriva il primo TSO, l'anno dopo un altro e dopo un anno ancora uno. Le diagnosi sono diverse: psicosi, psicosi schizofrenica di tipo cronico con esarcibazione acuta, un ipotizzato bipolarismo e infine disturbo schizotipico di personalità dovuto a uso di stimolanti e oppiacei. La terapia non l'ha mai presa, fingeva o comunque la smetteva dopo 2/3 giorni perchè a suo dire"non ne aveva bisogno/gli faceva male". Dallo psicologo ci è andato poco (faceva finta, se la svignava, gli mentiva sulla terapia..ecc). Attualmente ha iniziato da poco la terapia forzata (1 volta al mese) ma di conseguenza è tornato a fare uso di sostanze (ogni tipo!) anche peggio di prima perchè, sempre secondo lui, "la terapia lo fa sentire strano ed è costretto a contrastarla con la droga". Solitamente non è aggressivo (c'è stato solo un episodio di recente), è intelligente, furbo e un pò bugiardo. Ha un' avversione particolare contro la madre che in tutto questo gli è stata sempre vicino (es. non mangia il cibo cucinato da lei perchè lei "lo vuole avvelenare").... insomma... ce ne sarebbe da dire, siamo sempre più preoccupati ora perchè quando esce va in piena notte tra le montagne o a camminare in statale, un paio di volte è stato anche trovato in ipotermia su una panchina e ricoverato. Come famiglia, come dovremmo comportarci? cosa fare per aiutarlo se lui stesso non crede ci sia un problema e di avere tutto sotto controllo? come mai tutte diagnosi diverse? non so.. avrebbe senso farlo interdire?