“La gentilezza
verso di voi e verso il prossimo,
cura e consola”
Eline Snel
Le pratiche di meditazione o di Mindfulness coinvolgono molte abilità cognitive.
Per affrontare al meglio i ritmi e gli impegni nella vita quotidiana è fondamentale riuscire a prestare attenzione per un certo periodo di tempo, focalizzarsi, concentrarsi anche in presenza di distrattori esterni o interni (come possono essere pensieri o preoccupazioni personali). Oltre agli aspetti esterni, ambientali e relazionali, è importante conoscere le strategie per vivere “meglio” con se stessi e con gli altri.
Dalla lettura degli articoli scientifici che trattano queste pratiche, emerge che:
- Insegnano ad essere più consapevoli rispetto le proprie parti più intime ed eventualmente anche nascoste,
- Facilitano il “controllo” di possibili pensieri intrusivi e ricorrenti,
- Affinano la concentrazione,
- Possono essere un valido intervento nel miglioramento dell’autostima, successivamente a valutazioni di ADHD, DSA e/o autismo,
- Attenuano lo stress,
- Hanno influssi positivi sulle funzioni esecutive, dal saper prendere decisioni, alla memoria, all’apprendimento, ecc.,
- Aiutano a regolare le emozioni negative e positive,
- Migliorano le abilità prosociali come essere empatici, gentili e consapevoli delle emozioni provate, sentite e riferite;
- Possono, infine, potenziare le proprie risorse interne.
Tali tecniche si possono insegnare già attorno ai 5 anni.
PUO’ ESISTERE UNA VITA PIÙ “TRANQUILLA” E MENO FRENETICA, CON L’ASSENZA DEL GIUDIZIO VERSO SE STESSI E GLI ALTRI?
È importante essere “presenti” a scuola, al lavoro, durante le uscite con gli amici, in un momento di pausa ma anche quando si è tristi, e non solo con il corpo, ma anche con la mente e con le proprie emozioni. Solo prestando una maggiore attenzione al qui ed ora, cioè al presente, si possono, col tempo, modificare e “controllare”, ed agire sui propri pensieri, sulle emozioni e sulle sensazioni corporee.
Può essere importante imparare questa tecnica di “autocontrollo” per amarsi e amare gli altri; imparando ad essere presenti a 360° gradi nella propria vita (col corpo e con la mente), si può cercare col tempo di non reprimere la sofferenza o sentirsi sopraffatti ma controllarla e “farla volare via”. Imparando a “fermarsi”, osservando i pensieri e le emozioni del momento presente, può essere utile per mettere in pratica un comportamento più riflessivo, pacato e comprensivo sia verso sé stessi che verso l’ambiente esterno. Si potrà riuscire pian piano a controllare la propria IMPULSIVITA’ e il giudizio connesso ai vari pensieri!
Di fronte a un problema o a una scelta di vita può “sollevarci” e farci star meglio anche solo il poter accettare che una persona è stanca, è stressata, che ha paura di fare una scelta o che si sente insicura di se stessa o di chi le sta vicino. Accettare i propri pensieri e le proprie emozioni, sebbene negative, aiuta a liberarsi e a sentirsi più leggeri. Solo così si può in seguito lavorare sul loro “rinforzo” e sulla modulazione di tali aspetti.
INFLUSSI POSITIVI DELLA PRATICA MEDITATIVA
Esercitata dai bambini porta a migliorare le abilità di apprendimento, ad attenuare lo stress e a calmare l’impulsività e ad incrementare le abilità prosociali. Può insegnare, inoltre, che non è tutto bello e “solare” e che bisogna prestare attenzione sia ai lati positivi che negativi per arrivare a conoscere meglio se stessi e gli altri, imparando a non soffermarsi solo sul negativo ma anche a trovare il pensiero positivo.
Negli adulti, invece, si rinforzano le funzioni esecutive, la memoria, l’apprendimento, la capacità di problem solving, il controllo degli impulsi, ecc.
Prestando maggiore attenzione al proprio corpo, alle emozioni, al respiro e ai pensieri si diventa una persona più consapevole: si può arrivare a conoscere i propri limiti (es. respiro affannoso pre-verifica, respiro calmo quando si parla con i colleghi, respiro che aumenta se si deve chiamare il capo, ecc.) e, ad osservare gli eventi cercando di non far emergere nell’immediato il giudizio ma lasciando che essi scorrano e che si sviluppino.
PENSIERI E CAMBIAMENTO
NON SENTIRTI IN OBBLIGO DI DOVER CAMBIARE QUALCOSA DENTRO DI TE MA CERCA IL MODO PER ALLONTANARE IL PENSIERO NEGATIVO O PER ACCETTARLO E SUPERARLO/GESTIRLO.
Solo con una concentrazione attenta si può decidere se credere e dare ascolto ai propri pensieri o se non crederci e “mandarli via”: metterli metaforicamente in un palloncino e vederli volare nel cielo.
Può essere, come si legge anche nel libro di Eline Snel, utile imparare a chiedersi: “Che pensieri passano per la testa?”, “Che immagini li accompagnano?”
Un aspetto importate è capire che i problemi NON si risolvono continuando a “rimuginarci sopra” ma occorre cercare di capire se sono pensieri/problemi che devono essere esaminati in modo approfondito, per cui è importante comprenderli e riconoscerli per “mandarli via”.
Un altro aspetto importante da valutare è capire COSA crea la preoccupazione: è un pensiero di paura? Dubbio? Sentirsi “giudicati”? Mancanza di fiducia personale verso un certo compito?
COME POTER VIVERE MEGLIO?
Imparare a comprendere i propri pensieri, le proprie paure e i dubbi per valutare quando è bene scandagliali ed esaminarli e quando invece conviene “metterli in secondo piano”. Questa attitudine permette di cambiare il proprio atteggiamento di fronte alle situazioni e aiuta a vivere meglio con sé stessi e con gli altri.
Non sempre è negativo l’evento di per se stesso ma piuttosto è come la persona si avvicina ad esso, e come lo affronta, piuttosto è come lo si giudica e quanto pervade la vita quotidiana.
Il consiglio: svegliarsi al mattino, pensando a come si sta, osservando le eventuali pesantezze del proprio corpo o delle proprie emozioni e non giudicarle o “etichettarle” ma rivolgersi a loro in modo gentile, riconoscendole e accettando che ogni tanto è normale non essere felice o sentirsi preoccupati. Successivamente, cercare di soffermare il proprio pensiero su un’immagine positiva e su tutti gli obiettivi raggiunti nella propria vita. Non vengono in mente? Anche la cosa più piccola e insignificante servono allo scopo : aver aiutato un uccellino, aver fatto passare un anziano alla cassa, aver sorriso al collega arrabbiata, aver giocato con un compagno “poco simpatico”, ecc.
Bibliografia:
Eline Snel, “Calmo e attento come una ranocchia”, Prefazione di Jon Kabat Zinn, esercizi di mindfulness per bambini e (genitori), Ed. Red, 2017.
Jon Kabat-Zinn. “Mindfulness per principianti”. Ed. Mimesis Edizioni. 2017
Jon Kabat-Zinn & A.S. Sabbadini. “Vivere momento per momento”. Ed. Tea. 2019.
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Riceve a Torino, in provincia ed online
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