Capire lo stress per combatterlo

Lo stress, chiariamo subito, è un fattore di rischio per la salute in generale. Essere stressati dal punto di vista  psicologico può portare ad un lento ma progressivo malfunzionamento nel nostro organismo innescando una serie di sintomi fisici (mal di testa, dolore di schiena, dolori allo stomaco, tachicardia, problemi di sonno) sintomi comportamentali (fame nervosa, aumento dell'uso di alcolici, irascibilità, incapacità di portare le cose a termine) sintomi emozionali (piangere, rabbia, nervosismo, ansia, tensione, agitazione, infelicità) e sintomi cognitivi (distrazione, preoccupazione,  perdita di memoria, perdita del senso dell'umorismo, difficoltà nella presa di decisioni).

Che cos'è lo stress?

Quando si parla di stress bisogna far riferimento a due importanti studiosi: Walter Cannon e Hans Selye. Dai loro lavori si è arrivati a capire quali circuiti si attivano nell’organismo quando un essere vivente è posto di fronte al pericolo.

Selye, in particolare, definì lo stress come "la risposta non specifica dell'organismo ad una richiesta effettuata ad esso". In altre parole è la reazione che ognuno di noi ha di fronte a diverse richieste, difficoltà o prove. La richiesta comprende una gamma di stimoli, detti agenti stressanti (stressor), che vanno dagli stimoli fisici come il caldo e il freddo, agli sforzi muscolari, agli stimoli emozionali, mentre la risposta biologica è la conseguenza di una reazione difensiva dell'organismo che consiste nell'attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene da cui viene rilasciato il cortisolo definito appunto ormone dello stress. Una eccessiva produzione di cortisolo può avere conseguenze dannose sul nostro organismo.

Selye descrisse lo stress come una condizione ciclica nota come Sindrome Generale di Adattamento (GAS; General Adaption Syndrome) che avviene in tre fasi.

La prima risposta ad un evento esterno stressante costituisce quella che propriamente si indica come reazione di allarme. In pratica l’organismo entra in modalità di allerta e organizza le risorse necessarie per affrontare la situazione stressante. Se l’evento stressante non è molto potente da risultare incompatibile con la sopravvivenza dell'organismo ma allo stesso tempo è prolungato, si innesca una seconda fase definita resistenza o adattamento nella quale il nostro organismo si adegua all'evento stressante e cerca di resistere finché l'elemento stressante non scompare e l’organismo torna in equilibrio. Questa fase non può durare a lungo, se lo stress non scompare si innesca la fase di esaurimento nella quale si verifica il crollo delle difese ed emergono gli effetti negativi dello stress.

Nel linguaggio comune il termine stress assume un significato negativo poiché identifica uno stato psicofisico di malessere ma non è necessariamente un male in quanto è una reazione naturale e protettiva che consente al nostro organismo di far fronte alle difficoltà, dandoci l'energia e la resistenza necessarie per affrontarle. Può essere,tuttavia,mal utilizzato per una serie di circostanze personali e ambientali e quindi diventare prolungato ed eccessivo e di conseguenza dannoso.

Selye fa notare come l’assenza dello stress equivalga alla morte e pone una distinzione tra eustress (stress “positivo”) e distress (stress “negativo” o disadattivo).

In tal senso è bene ricordare, come è stato scritto da qualcuno, che la vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci. È, pertanto, indispensabile per ogni individuo definire le strategie di coping, vale a dire gli sforzi cognitivi e comportamentali attuati per controllare le richieste interne e/o esterne adatti a ridurre l’impatto dell’evento stressante affinché  non si arrivi alla fase di distress.

Ogni giorno siamo chiamati a rispondere ad una serie di richieste interne e ambientali a cui il cervello e il corpo devono far fronte. Se le richieste sono molteplici e durano a lungo, ecco che il nostro organismo comincia ad evidenziare un malfunzionamento con conseguenze dannose e a volte permanenti. Detto questo, dobbiamo considerare che lo stress è un qualcosa che fa parte della nostra natura ed  è servito per millenni ad ogni essere vivente per adattarsi all’ambiente: non può e non deve essere evitato ma va preso sul serio.

Ogni essere umano funziona, per usare una metafora, un po' come la corrente elettrica della nostra casa. Abbiamo a disposizione un tot di kilowatt per illuminarla, per far funzionare una serie di elettrodomestici: campanello, caldaia, TV, frigo, computer, forno eccetera. Sappiamo però che se si accendono tutti contemporaneamente e per un periodo più o meno prolungato, si potrebbe consumare tutta l’energia messa a disposizione dal gestore, far scattare il contatore e di conseguenza rimanere senza luce.

Cosa fare allora?

È senza dubbio importante cercare di valutare attentamente le richieste che ci arrivano dall'ambiente ed essere consapevoli che possiamo soddisfarne un tot oltre il quale scatta la fase di esaurimento nella quale le nostre difese crollano ed emergono gli effetti negativi dello stress (distress).

Abbiamo bisogno di staccare ciò che non è necessario in quel momento, in quella situazione o in quel contesto. La pressione che la società esercita su ognuno di noi si fa sempre più invasiva: corriamo, svoltiamo, acceleriamo, corriamo e ancora corriamo. Bisognerebbe chiedersi dove vogliamo arrivare? Perché corriamo? Per soddisfare le nostre reali esigenze o quelle degli altri? Mettere ordine e armonia nella nostra vita e soprattutto nei nostri pensieri: fare dei piani giornalieri per stabilire quali sono le cose urgenti, importanti, non urgenti, non importanti e superflue.

Affrontare le difficoltà con spirito positivo e costruttivo. Lasciare fluire ciò che accade senza intestardirsi a risolvere tutto e in fretta. Non siamo macchine che eseguono calcoli in serie ma bensì esseri pensanti che hanno bisogno di informazioni (quelle giuste e non troppe) ma anche di pause e di riflessioni. Fare le cose con automatismo e, senza la giusta consapevolezza, produce un sovraccarico di pensieri e indicazioni che il nostro cervello fa fatica ad elaborare e di conseguenza a valutare ciò che accade intorno e dentro di noi. Il multitasking (più compiti contemporaneamente) non è la migliore soluzione per il nostro cervello.

Essere consapevoli su ciò che si fa qui ed ora, su come stiamo conducendo la nostra vita è importante per allontanare lo stress. Non consumare tutte le energie disponibili ma dosarle nell'arco della giornata e del tempo altrimenti si rischia di perdere la capacità di gestire le cose importanti a fronte di quelle inutili.

Ritagliarsi uno spazio giornaliero tutto per sé, non proiettare troppo i pensieri nel passato o nel futuro, staccarsi per qualche ora dallo smartphone, coltivare le relazioni interpersonali, riprendere tutte quelle sane abitudini di cui il corpo e la mente hanno bisogno: fare sport (anche una semplice passeggiata) ritrovarsi nella natura, dedicarsi a qualche hobby.

Come abbiamo visto ciò che può distruggere il nostro benessere non è lo stress ma l'incapacità di saperlo gestire. Una quantità adeguata di eventi stressanti fa bene sia alla nostra mente che al corpo poiché aumenta le capacità di adattamento. Oltre una certa soglia, al contrario, produce effetti che danneggiano in modo consistente la nostra salute.

Non possiamo eliminare gli stessor dalla nostra vita ma dobbiamo imparare a conoscerli e adattarci alle situazioni in maniera funzionale altrimenti il rischio sarà quello di vivere una vita di distress con l’inevitabile conseguenza di ammalarci.

 Dott. Pasqualino Lupia

 

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Non potevi essere più chiaro di così! Descrizione dello stress completa ed esaustiva....complimenti dott.Lupia !orgogliosa di essere tua sister

Sister pina il 11/11/2020

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