Perché parlare di stress? Perché il fenomeno dello stress è il fenomeno più emblematico e significativo quando si vogliano comprendere i fattori molteplici che intervengono nella conservazione o nella perdita della salute: come quando si affronta la complessità mente-corpo dell’individuo. La persona nella sua interezza.
Oggi siamo arrivati a conoscere, con grande profondità scientifica, i meccanismi di cronicizzazione dello stress (stress negativo o distress).
Lo stress cronico viene confuso, troppo spesso, con l’affaticamento, con la stanchezza, con il carico di lavoro. In realtà è ben altra cosa dallo stress temporaneo (stress positivo o eustress) che stimola l’organismo rivitalizzandolo e che lo predispone a superare situazioni e problemi in tempi brevi, agendo immediatamente.
L’eustress, quindi, scompare dopo che si è affrontato lo stimolo stressante o stressor contrariamente a quanto accade per lo stress cronico, o distress, che permane nel tempo, logorando l’organismo facendolo ammalare.
Importante è il ruolo del “filtro Funzionale” che costituisce la maniera in cui l’individuo attraversa un evento stressante (stressor) con tutto il proprio organismo: vale a dire con lo stato delle sue emozioni, lo stato cognitivo; ma anche la sua respirazione, la condizione muscolare, le sue posture, la sua voce, la condizione fisiologica e biologica profonda. Lo stressor può venire percepito come qualcosa di affrontabile oppure di non affrontabile, come un evento ordinario o drammatico. Esperienze negative precedenti possono aver alterato questo filtro, per cui eventi del tutto normali vengono vissuti come allarmanti, pericolosi, altamente stressanti.
Tutto ciò fa permanere lo stato di stress più a lungo. E allora gli effetti degli eventi stressanti non si esauriscono ma permangono al di là dell’evento nell’organismo, il quale non è più in grado di ritornare allo stato primario di allentamento e benessere.
Questo è lo stress cronico. L’organismo stressato non riesce a gestire eventi stressanti anche lievi e non è più in grado di comportarsi secondo quelle norme elementari che aiutano a conservare la salute, andando incontro a “malattie” di vario genere come: disturbi di ansia, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, insonnia, cefalee e disturbi neurovegetativi. Lo stress cronico è la base biopsichica di tutte le malattie.
Allora è fondamentale capire dove si àncora questo ammalarsi, questa alterazione Funzionale, questo stress; perché lo stress inizia ad annidarsi nel respiro alterato, nelle contrazioni del corpo, nelle sensazioni fisiche alterate; per poi diffondersi al pensiero, alle emozioni, alle fantasie. Oggi, dopo gli studi che ho condotto per oltre 15 anni con la mia equipe di zerostress, sappiamo molto bene come funziona lo stress: sappiamo dove si inizia a formare; sappiamo che non dipende dalle differenti situazioni di vita, ma da come funziona la persona ai suoi livelli più profondi. Lo stress è esattamente lo specchio di questi livelli di funzionamenti profondi, perciò è un fenomeno di importanza vitale.
Tutti i consigli che si possono dare, perciò, devono essere necessariamente rivolti a recuperare e curare i funzionamenti di fondo degli esseri umani. E’ questo il vero segreto, la vera chiave della lotta allo stress e della lotta per la salute futura.
Nonostante ciò, cercheremo comunque di dare alcuni consigli e suggerire alcune tecniche per cercare di non farsi sopraffare dallo stress in alcune situazioni chiave.
Una riunione di lavoro difficile, un impegno importante nel dover parlare ed esporre.
Preparare il lavoro un po’ di tempo prima, prospettando alla mente i possibili andamenti della riunione, progettando attraverso l’immaginazione le modalità più adatte per raggiungere gli obiettivi voluti. Terminare la progettazione almeno un giorno prima, e poi dimenticare per un giorno tutto, distrarsi, e cercare momenti piacevoli e di divertimento.
Un’ora prima praticare una respirazione diaframmatica profonda: inspirazione a bocca aperta lunga (3 secondi), nessuna pausa, espirazione più rapida a lasciare con un po’ di voce (2 secondi), pausa (di 2 secondi), e poi ricominciare il ciclo. La respirazione deve durare almeno 10 minuti. A poco a poco si instaurerà una calma profonda.
Subito dopo fare alcuni movimenti di slancio, per creare convinzione e determinazione, movimenti veloci e intensi con le braccia e le mani, muovendosi con fermezza e decisione anche sulle gambe.
Un momento di rabbia, di lite pericolosa.
Non rispondere subito. Portare lo sguardo in giro e cercare di vedere veramente cosa c’è intorno a noi.
Espirare rapidamente diverse volte e poi tirare lunghi respiri con una inspirazione molto lunga e lenta. Molte volte.
Cercare in mente una canzone molto allegra. Meglio se se ne ha una già a portata di mano, una che ci piace molto.
Provare a dire qualcosa di molto diverso da quello che si stava per dire. Senza paura di perdere la faccia, una posizione da mantenere a tutti i costi. Poi parlare lentamente con voce intensa ma non acuta e tenendo la testa ben sollevata.
Questi sono metodi e tecniche che rientrano in un lavoro sullo stress molto più ampio, significativo ed integrato. Oggi, in tutti i centri che già abbiamo e che ci stiamo preparando a diffondere, le metodologie di valutazione e di cura innovative che applichiamo ottengono risultati estremamente importanti. La lotta allo stress è una cosa molto seria, e lo sarà sempre di più nel futuro.
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