I disturbi psicosomatici: quali sono i più diffusi?

È esperienza comune che in periodi stressanti o di grande coinvolgimento emotivo si possano presentare sintomi dolorosi o spiacevoli; emicranie, dolori addominali, mal di schiena, problemi ormonali o alla pelle, possono infatti  essere l'epressione somatica di un disagio emotivo, non necessariamente riconosciuto.

Corpo e psiche dialogano continuamente tra di loro e il sintomo non è altro che la manifestazione, a livello fisico, di una sofferenza di origine psicologica. In certi casi tali sintomi presentano una frequenza, un’intensità e una durata tali da destare sofferenza e preoccupazione, interferendo significativamente nella vita della persona.

COSA FARE IN QUESTI CASI?

Innanzitutto è sempre bene rivolgersi al proprio medico di base per una valutazione più precisa del disturbo e per eventuali approfondimenti clinici ulteriori. Tuttavia, è emerso da vari studi internazionali che dl 25% al 50% delle persone che si rivolgono al proprio medico o addirittura si presentano in pronto soccorso per dolori o problematiche fisiche, non hanno in realtà alcun problema a livello organico, ma soffrono di un “Disturbo Psicosomatico”.

CHE COS’È ESATTAMENTE UN DISTURBO PSICOSOMATICO?

Innanzitutto va precisato che, sebbene i pazienti prima di giungere dallo psicologo o dallo psichiatra si sono normalmente già sottoposti ad approfonditi esami clinici, una diagnosi per Disturbo Psicosomatico non può essere fatta unicamente per esclusione di una malattia fisica, ma va riconosciuta all’interno di un quadro psichico e situazionale coerente. Un periodo particolarmente stressante, una particolare sensibilità a determinate situazioni, la tendenza a soffrire di stati d’ansia o al contrario la difficoltà ad esprimere la propria emotività, sono tutti segnali che bene si conciliano con un quadro di tipo Somatoforme. Tale approccio, che supera il concetto passato  di “patologia” basata unicamente sulla mancanza di una spiegazione medica, permette di avere una diagnosi coerente e di intervenire sulle cause del problema e non solo sulla semplice riduzione del sintomo.

A molti sembra impossibile che sintomi quali forti mal di testa, problemi intestinali, mal di schiena, contratture, dispnea, vertigini, problemi alla perle o addirittura problemi cardiaci possano avere cause psicologiche. Non a caso, in tempi passati, in mancanza di  prove di malattia naturale, si attribuivano le cause alla stregoneria. Oggi i continui progressi scientifici e soprattutto delle Neuroscienze hanno dimostrato come fattori stressanti di origine emotiva causino alterazioni a livello neurovegetativo, endocrino, muscolo scheletrico, ecc., generando i dolori sopra accennati. Inoltre il protrarsi dell’evento stressante può portare a modificazioni dell’organismo e a conseguenti disturbi “a lungo termine”.

COME SI PUÒ DUNQUE INTERVENIRE IN CASO DI DISTURBI PSICOSOMATICI?

Come già sottolineato, è importante che la diagnosi venga fatta da una figura esperta (psicologo, psichiatra, medico), dopo avere escluso eventuali cause organiche del disturbo. In tal caso, la Psicoterapia può essere un valido aiuto sia per far emergere l’origine del problema, sia per imparare a gestire in maniera più funzionale le emozioni e lo stress. Nello specifico l’approccio cognitivo neuropsicologico è molto indicato nel trattamento dei disturbi psicosomatici, poiché permette di individuare l’evento stressante che ha portato all’emergere dei sintomi e di modificare le emozioni associate ad esso, diminuendo progressivamente la frequenza e l’intensità del il disturbo.

Ciò che risulta però fondamentale per la buona riuscita di un percorso di psicoterapia, in questo come anche negli altri casi, è, oltre alla fiducia nel trattamento, la predisposizione ad affrontare eventi emotivamente impegnativi della propria vita affidandosi al terapeuta e accettando anche di mettersi in discussione.

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