Reazione di allarme, stress e tecniche di rilassamento
Il Training Autogeno e' una tecnica di rilassamento nata agli inizi del ‘900, grazie agli studi dello psichiatra tedesco Johannes H.Schultz.
A partire dalle tecniche ipnotiche ed in particolare dalle ricerche sul sonno di Oskar Vogt, Schultz mise a punto una tecnica che, a differenza delle precedenti metodiche, attribuiva al soggetto-paziente un ruolo molto piu' attivo ed indipendente dal terapista nel raggiungimento dello stato di rilassamento.
Conduco da anni percorsi individuali e di gruppo di training autogeno ed ho potuto verificare che è proprio un training che richiede allenamento ed un tempo minimo di apprendimento di almeno due mesi, dopodicchè la risposta psico-fisiologica di rilassamento diventa più o meno automatica o comunque di facile raggiungimento.
E' possibile fare delle giornate intensive di esercizio, ma solo per chi ha già appreso la tecnica; solitamente la metodologia più utile è imparare gli esercizi di base con un trainer (8 incontri) e nel frattempo replicare l'esercizio a casa per pochissimi minuti al giorno.
Non è molto impegnativo dedicarsi al training autogeno e neppure molto faticoso ma occorre un impegno quotidiano. Si apprende una risposta di calma psicofisiologica opposta alla risposta di attacco – fuga che si attiva nel nostro organismo in situazioni di pericolo o sforzo, che con il perpetuarsi nel tempo diventa una risposta cronica di stress.
Che cos'è lo stress?
Un punto di partenza nella ricerca sullo stress in ambito medico può essere individuato nei lavori di Hans Selye, un medico austriaco che, dalla metà degli anni Trenta del secolo scorso, iniziò a lavorare su questo tema presso l’Università di Montreal.
Dinnanzi ad un pericolo l’organismo ha una reazione di allarme che ha la funzione di preparare il soggetto ad una rapida azione offensiva o difensiva, fondamentale per la sopravvivenza. Per gli animali un pericolo può essere, per esempio, un predatore, per un uomo, nella società moderna, possono essere i ritmi di lavoro serrati o, all'opposto, la mancanza di lavoro. Secondo una definizione del National Institute for Occupational Safety and Health:
lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore.
Cannon (1929) studiò e descrisse quella che è nota con il nome di flight or fight reaction: uno stato di sovraeccitazione innescato dall’attivazione del sistema nervoso autonomo in seguito alla rilevazione di un pericolo nell’ambiente esterno. Questa reazione di allarme è comune sia agli uomini che agli animali e ha un forte valore evolutivo, poiché permette al soggetto di attivare una serie di risorse che possono risultare vitali in situazioni di pericolo.
Ma questa stessa reazione, che è vitale e fondamentale in alcune circostanze, può diventare deleteria perchè si può cronicizzare ovvero possiamo avere una condizione neurofiosologica di allarme cronicizzata. Quindi saremo sempre in una condizione di attivazione psicofisiologica con ipertensione arteriosa, accellerazione cardiaca, iperventilazione, sudorazione, pensieri che si accavallano per l'aumento dei ritmi delle onde cerebrali, tensione muscolare, produzione di adrenalina e noradrenalina in quantità dieci volte superiore al normale, arresto delle funzioni digestive con nausee e mal di stomaco e pancia, dilatazione delle pupille.
E' chiaro che non possiamo sostenere a lungo questa condizione quindi andiamo verso l'esaurimento delle energie e delle risorse.
Con le tecniche di rilassamento si apprende ad andare in direzione opposta, quindi verso una condizione di calma, rallentando tutte le nostre funzioni vitali. Solo in una condizione di calma e di rilassamento possiamo recuperare energie, progettare, pensare, riconquistare l'efficienza mentale.
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