Negli ultimi anni nei paesi industrializzati è stato evidenziato un fenomeno che può verificarsi al rientro dalle vacanze estive, si tratta dello stress da rientro che si manifesta nel momento in cui riprende la vita normale.
I sintomi sono: senso di stordimento, calo dell'attenzione, mal di testa, digestione difficile, raffreddore, mal di gola, tosse e dolori muscolari, sonno o insonnia, stato di tristezza.
Le vacanze al di là degli effetti benefici di riposo, divertimento, opportunità di fare incontri e esperienze, possono comportare uno stress dovuto al desiderio di raggiungere questi obiettivi. Le aspettative con cui si è partiti non sempre possono essere soddisfatte e la fine delle vacanze finisce per essere caratterizzata da un senso di frustrazione, delusione, aggressività, depressione. Questi stati d’animo si aggiungono sia allo stress che si vive quando si riprendono le normali attività lavorative, sia al disagio di vivere nelle grandi città dove lunghe code, il rischio d’incidenti stradali, il rumore e l’inquinamento ambientale non fanno che amplificare il malessere.
Da un punto di vista fisiologico, lo stress è una risposta aspecifica e massiva dell’organismo a un qualunque stimolo esterno o interno che la persona percepisce. La reazione biologica innescata da un evento stressante si verifica solo se l'individuo ha percepito nell’evento un’emozione scatenante, cioè solo se c'è stata la partecipazione psicologica all'evento e la valutazione cognitiva di questo come un evento stressante. Il fatto che lo stress sia una risposta massiva e aspecifica, vuol dire che l’organismo, in risposta all’evento stressante, si attiva in modo da essere pronto a fronteggiare difficoltà in maniera più ampia possibile:
aumentando la frequenza respiratoria e cardiaca, il tono muscolare, la dilatazione pupillare, etc..Essenzialmente la risposta allo stress prepara l'organismo a "combattere o fuggire".
Lo stress è quindi una risposta naturale ed è importante imparare a gestirlo per evitare che diventi disfunzionale: l’organismo infatti in presenza di uno stimolo stressogeno mobilita grandi quantità di energie che vanno correttamente canalizzate, volte cioè a risolvere la situazione che in quel momento risulta difficoltosa.
Quando si riprende la vita normale dopo il periodo di vacanza, oltre allo stress avviene anche un mutamento del tono dell’umore dovuto al rapido cambiamento delle abitudini: se durante le vacanze ci si è rilassati e occupati in attività che non comportano particolari obblighi, il ritorno a casa e al lavoro rappresenta la ripresa dei ritmi di tutti i giorni e delle responsabilità della vita quotidiana. L’idea di dover tornare al lavoro, a scuola e avere poco tempo da dedicare a se stessi può tradursi in un malessere fisico generalizzato reale che rende ancora più difficile il ritorno alla routine metropolitana.
Una volta ritornati alla vita “normale” si fa il punto della situazione dove si può constatare che si è stanchi come prima delle vacanze, che le esperienze fatte sono state deludenti e che il tempo trascorso con i propri affetti e stato costellato da conflitti nonostante il clima più rilassato. La delusione rispetto a queste aspettative può portare all’insorgere di uno stato depressivo; scoprire che il proprio malessere non migliora nonostante la pausa vacanziera porta a prendere consapevolezza dei propri disagi che sino ad allora erano stati sottovalutati.
Non si potrà più attribuire solo allo stress lavorativo, alla difficoltà della quotidianità, alle relazioni difficili con persone considerate ostili, la responsabilità della propria infelicità. Guardarsi dentro può portare a capire che i propri disagi non migliorano nonostante ci si circondi di situazioni ottimali per vivere, e se da soli non si riesce a trovare la via d’uscita dal prossimo malessere, l’aiuto di uno psicoterapeuta può fornire gli strumenti per cercare le risorse positive in se stessi piuttosto che nell’esterno.
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