Forse questo è più uno sfogo ma ne sento il bisogno di parlarne qui perché provo un profondo disagio psicologico.
In questi giorni ho capito che tutto quello che ho guadagnato nella mia carriera lavorativa (appena iniziata da 4 anni - ne ho 25) non mi interessa più. Sono esausto di sentirmi cosi stressato, messo sotto pressione senza ricavarne mai un gran beneficio io in prima persona se non lo stipendio a fine mese. Lavoro come dipendente commerciale (ovvero vendo ai clienti e devo raggiungere budget "PER ESSERE RISPETTATO"). Ho avuto un anno molto pesante e solo dopo il lockdown e dopo un lungo mese di ferie (dove sono stato benissimo ritrovando in me tantissime emozioni belle) ho capito che questo lavoro non fa per me. A lavoro vi sono persone che mi disturbano, a volte mi umiliano pure ridicolizzando i miei insuccessi o i miei periodi in cui non riesco a fare i numeri che servono per i budget. Eppure ora ne sono schiavo di questo lavoro, a 25 anni ho un tempo indeterminato, una macchina aziendale, un discreto stipendio. Insomma e' una certezza che di questi tempi non si (dovrebbe) può buttare. Non sono depresso, amo la vita e ho una miriade di progetti ambiziosi per il mio futuro, ma tutto questo stress mi impedisce di concentrarmi nel cambiare la mia vita raggiungendo ciò che vorrei: La testa dopo poche ore di concentrazione non connette più, faccio fatica a concentrarmi, divento nervoso, irrequieto e mi stanco chiudendomi magari davanti a un film o a un videogioco per ritrovare la calma.
Sono frustrato, quello si. Frustrato perché ho 25 anni e non riesco a godermeli, perché il mio stile di vita è molto ambizioso e ora mi sento incastrato in qualcosa che non mi permette di raggiungerlo, ma che non posso eliminare perché solo un pazzo lo farebbe.
Buonasera Claudio,
ho letto con interesse quanto lei ha scritto.
Sa, molto spesso siamo concentrati nella nostra routine quotidiana, arrivando a fine giornata senza aver provato una minima sensazione di piacere, esausti e intontiti dal vortice dei "DEVO" che ha impostato in modo rigido l'intera giornata.
Ha mai provato a chiedersi prima di andare a dormire a come potrebbe organizzare la sua giornata partendo da ciò che le piacerebbe fare e non da quello che deve assolutamente fare?
All'apparenza sembrerebbe una domanda molto banale, ma in realtà per cambiare la nostra prospettiva e la rigida impostazione giornaliera, dovremmo noi tutti imparare a prescriverci ogni giorno nello spazio e nel tempo delle piccole piacevoli occasioni.
Nelle parole di Schweitzer:
"Il successo non è la chiace della felicità. La felicità è la chiave del successo, se ami ciò che stai facendo avrai successo".
Le auguro una buona serata
Dott.ssa Silvestri Giorgia
Gentile Claudio,
complimenti perché a 25 anni è riuscito già a maturare 4 anni di esperienza lavorativa! Il lockdown le ha fatto sperimentare qualcosa di altro rispetto ad una condizione lavorativa che la assorbiva e l'assorbe molto in termini di impegno, di investimento di energie, ma che non ha la contropartita di una gratificazione, di una soddisfazione, se non quella economica-monetaria. Scrive di avere anche diversi "progetti ambiziosi", solo che si trova incastrato tra un possibile futuro ed il suo attuale stato di lavoratore come dipendente commerciale a tempo indeterminato con discreto stipendio che, mi chiarisca se sbaglio, le porta una certa sicurezza economica. Tutta questa ambivalenza le porta una notevole dose di stress.
Ora, immagini per un attimo di non avere un lavoro: Cosa farebbe? Quale sarebbe il primo progetto che porterebbe avanti? Che caratteristiche ha? Come si svilupperebbe? In quali tempi? Come la fa sentire tutto questo? Ritornando poi alla sua attuale condizione lavorativa, sarebbe per lei possibile l'idea, per esempio, di un progetto che si realizzi poco per volta? Oppure o anche c'è una rete familiare che potrebbe sostenerla per un certo periodo?
Resto a disposizione tramite il modulo contatti.
Ogni bene,
drssa Chiara Lecca
Buongiorno, la sua lettera contiene riflessioni molto profonde su se stesso e sulla situazione che sta vivendo, dimostra una buona capacità di introspezione e realismo. L'esigenza di cambiare lavoro e tentare di realizzare altro più consono alla sua personalità si scontra con l'incertezza del momento storico che stiamo vivendo, un dilemma apparentemente insuperabile.
Lei è giovane e ha il diritto di pensare una realtà diversa, purchè realistica. Il mio consiglio è di farsi aiutare attraverso un percorso psicologico a incanalare lo stress in senso positivo e non distruttivo e a progettare un percorso lavorativo alternativo.
Resto a disposizione anche online, cordiali saluti
Padova
La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online