salve, mi chiamo Cindy ed ho 25 anni,h o un bambino di 7 anni. Da 8 mesi sono fidanzata con un ragazzo di 30 anni a cui è stato diagnosticato il bipolarismo di tipo 2. è una brava persona ed è stato sincero da subito. ho gia vissuto con lui 2 periodi di depressione dove non usciva ,non faceva altro che dormire e si isolava dal mondo.. è molto bravo nel gestire i suoi “momenti“ la cosa che mi preoccupa è che non vuole essere seguito da uno specialista e non vuole assumere terapie.. nonostante sia bravo a gestire il tutto,penso che una terapia sia necessaria.. come posso stargli vicino?? come mi devo comportare?? grazie a tutti per l attenzione
Gentile Cindy,
In situazioni come queste, la cosa che può fare per aiutare il suo ragazzo è stargli vicino come può, offrirgli la sua comprensione e il suo supporto. Certo, una terapia sarebbe necessaria, immagino, ma la necessità deve partire da lui, il bisogno e la motivazione che potrebbero portarlo a consultare uno psicologo dovrebbe essere interno e profondo. Lui è stato, come riferisce, molto "bravo" a gestire i suoi momenti, ma credo che un merito sia anche suo, quello di continuare a stargli vicino e supportarlo senza forzare la mano. Spesso un abbraccio, la vicinanza o una parola dolce è molto importante in situazioni del genere. Potrà provare ad affrontare l'argomento terapia se vuole, ma senza cercare di convincerlo, proponendolo, magari, come una risorsa, un aiuto in più. Nel frattempo cerchi, anche, di non perdere di vista se stessa e quelle che è bene per lei.
Rimango a disposizione
Cordialmente
Cara Cindy
dalla domanda si evince la diagnosi fatta al fidanzato, ed è un disturbo che può essere tenuto sotto controllo poichè adesso i farmaci nuovi non hanno grosse controindicazioni anche se sul bugiardino le ditte farmaceutiche per difendersi mettono molte drammaticità.
Detto questo se fra voi esiste un forte sentimento cioè amore è un ottimo antidepressivo che comunque spesso non è sufficiente.
Credo e consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta psicodinamico, per trovare il giusto equilibrio, purtroppo è il classico uomo che si sente potente e non vuole essere aiutato e questo è un suo modo di agire che non lo porterà nella giusta dimensione sia fisiologica sia psicologica.
Il comportamento da tenere? Non è un figlio quindi credo che la vicinanza e avere atteggiamenti relazionali normali non ossessivi sia la miglior soluzione.
Auguri
Salve Cindy grazie per aver scritto
sicuramente il suo compagno deve essere seguito da uno specialista anche se non volesse assumere psicofarmaci. Esistono terapie farmacologiche ma anche psicoterapie o terapie di supporto di tipo naturopatico. La decisione di assumere o non assumere farmaci è una scelta che va rispettata ma si può indurre una persona a curarsi se per noi è importante ponendogli un out - out. Mi rendo conto che è un'operazione difficile ma lei può proporre al suo compagno come importante e fondamentale per lei la cura tanto da poter decidere anche di interrompere la relazione se lui continuasse a rifiutarsi.
Ripeto, poi, il tipo di cura da fare diventa una scelta, rispetto anche a come ci si trova meglio.
Mi faccia sapere. Saluti