La psicoterapia cognitivo-comportamentale parte da un presupposto molto semplice: il nostro modo di pensare influenza il modo in cui ci sentiamo (le nostre emozioni) e ci comportiamo.
Nel corso degli anni tutti noi abbiamo sviluppato alcune modalità tipiche di pensiero (definite schemi mentali), che in alcuni casi possono essere particolarmente rigide.
La sofferenza psicologica non è prodotta dagli eventi in sé ma dall'utilizzo sistematico di schemi mentali disfunzionali che filtrano la realtà impedendoci il raggiungimento o il mantenimento del nostro benessere psicologico.
Grazie alla relazione terapeutica e ad una serie di tecniche messe a punto nel corso degli anni, la psicoterapia cognitivo-comportamentale permette di modificare nel corso del tempo gli schemi cognitivi mal adattativi, agendo sia sui pensieri della persona che sui suoi comportamenti.
Esistono numerosi studi scientifici che dimostrano l’efficacia di questo tipo di terapia, per esempio nel trattamento del disturbo depressivo, nei disturbi d’ansia, negli attacchi di panico, nel disturbo ossessivo compulsivo, nei disturbi alimentari, per citarne solo alcuni.
Per sua natura la terapia cognitivo-comportamentale non si concentra troppo sulle esperienze passate della persona (che sono comunque prese in considerazione), ma lavora sui problemi attuali.
Il paziente collabora attivamente con il terapeuta, svolgendo compiti anche al di fuori delle sedute, con l’obiettivo di diventare sempre più indipendente e capace nella gestione dei propri problemi.modifiche.
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