Casualmente mi domandavo se qualcuno avesse scritto a proposito di una depressione iniziata in concausa alla perdita di un animale domestico.
Sono passati cinque anni, il mio cane mi è morto in braccio dopo 15 anni e un' immensa paura di perderla, era l'ultimo pezzo di una famiglia già distrutta. Al tempo lei era presso i miei nonni, non potevo tenerla nello studentato ma tutti i weekend correvo a curarla, lavarla, portarla a fare passeggiate. Durante la settimana era alimentata continuamente in modo sbagliato nonostante le mie richieste. Pochi giorni prima che morisse mi chiamarono degli zii e mi dissero non si alza. Chiesi di portarla dal veterinario ma la risposta fu vieni tu noi dobbiamo lavorare, io avevo un esame il giorno dopo. Il veterinario scoprì un problema non risolvibile ai reni. In una settimana di dialisi è andata via. L'unico a comprendere fu mio padre, piangemmo insieme in una telefonata. Il resto della famiglia voleva che buttassi in un campo il mio cane, la stavo facendo tragica, secondo loro. La vegliai tutta la notte, ero incredula davanti alla prima morte che mi faceva male. Scavai la fossa da sola e mi accorsi di quanto ero sola. Non mi era permesso parlare di quel sentimento, il cane era stato solo l'ennesimo peso, mentre per me andava via il cuore. Chiunque durante la mattina che scavai la fossa si permise di commentare che non può essere seppellito un cane nella terra ma 'smaltito' diversamente.
Prima della morte del cane cominciai ad avere attacchi di panico durante un lavoro molto importante, seguivo una docente universitaria ed erano sempre più forti il senso di rabbia e di tristezza che non tiravo fuori in quanto estremamente rigida con me stessa. La depressione mi fece allontanare da amici,
cominciai a prendermela con la mia famiglia. Durante quel periodo decisi di intraprendere una terapia e dopo qualche settimana il consiglio fu proprio di cercare di sbloccare questi sentimenti repressi dalla
paura e di tirarli fuori, ne la mia famiglia nè gli amici accettarono. Mi videro completamente cambiata.
Ora ho 28 anni, la depressione sale e scende, nasconde nodi da cui per ora nessun terapeuta è riuscito a farmi risalire davvero, con una valigia di strumenti fermi da poter utilizzare in caso di emergenza. Riconosco di sentirmi profondamente sola, e mentre scrivo questo lungo messaggio mi accorgo che è proprio la stessa sensazione provata durante la perdita del mio cane.