Perché mi trovo in uno stato di piacevole insensibilità e passività

Francesco

Salve a tutti. Sono un ragazzo di 28 anni e da da quando ho memoria sono sempre stato una persona sola e negativa. Con il passare del tempo mi sentivo diverso dagli altri vuoi per la mia timidezza, vuoi per il mio aspetto fisico visto che sono sempre stato basso (ora sono 1.70), magro e bruttino rispetto ai miei coetanei e a mio padre. Ho sempre fatto fatica a socializzare, soprattutto con le ragazze infatti non sono mai stato fidanzato. All' età di 19 anni ebbi una maculopatia solare e da allora ho avuto con il tempo diversi problemi alla vista che sono aumentati e peggiorati. Da allora io non posso più vedere la luce che vedo macchie... per non parlare del sole che lo vedo perennemente eclissato, come se vedessi una macchia nera al suo posto. Questo problema che era più grande di me, mi portò in uno stato depressivo tale che non riuscivo più ad andare all'università o uscire di casa per fare semplici servizi. Diventai un hikomori per 7 mesi e persi tutto e tutti. Amici, anni all'università e altro... Da allora il buio. Sono andato da diversi psicologi e psichiatri per curare la depressione e gli attacchi di panico che non passavano mai nonostante io avessi elaborato il lutto della maculopatia. Le cose sono peggiorate al punto che ho tentato più volte il s*icidio arrivando ad un passo dalla morte. Dopo anni per capire come mai la situazione non migliorasse, la mia ex psicologa mi diede la risposta a tutti i miei disagi dicendomi che soffro di disturbo evitante di personalità con tratto paranoideo e dismorfofobia. Ammetto che non ho reagito male alla cosa perché finalmente sapevo di quale disturbo avessi sempre sofferto fin da piccolo. Però ora mi sento in difficoltà perché non riesco a trovare una quadra. Mi sento un fallimento totale. Non faccio altro che passare le giornate a rimurginare al passato, pensare ossessivamente ai 3 interventi estetici che vorrei fare per vedermi meglio con me stesso, alla mia bassa statura più il fatto che non esco più con amici e non sto nemmeno cercando un lavoro. Mi sento spesso in un torpore tale dal quale faccio fatica ad uscire. Da un lato idealizzo la vita che vorrei aver sempre avuto poi quando finisce il delirio onirico, mi sveglio e vengo travolto in pieno volto dalla realtà. Ed è proprio lì che mi vengono crisi depressive. Onestamente non ho più gravi cali dell'umore tali da tentare di farla finita ma più passa il tempo, più mi rendo conto che sto buttando la mia vita nella spazzatura anche se non so come fare per recuperarla. Scusate il lungo messaggio. Spero che si capisca e grazie a chi mi risponderà.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Francesco,

mi dispiace per come ha vissuto e si è sentito in questi anni. Di certo avere una diagnosi è un ottimo punto di partenza per arrivare a una maggiore comprensione di sè, tuttavia risulta poi necessario lavorare sulle aree problematiche. E' necessario che lei continui ad essere seguito psicologicamente come è avvenuto in passato, sarebbe anche opportuno comprendere il motivo del passaggio da uno specialista all'altro e come mai si è interrotto il rapporto con la psicologa che ha posto la diagnosi. La terapia cognitivo-comportamentale, che lei cita nel titolo della sua domanda, è solo una delle terapie possibili per affrontare il suo disturbo. Il mio approccio è di tipo psicoanalitico, che va a ricercare le cause profonde del malessere che la persona porta e che vanno a incidere sulla vita presente del paziente. 

Se vuole approfondire, mi contatti senza problemi.

Un caro saluto,

dott.ssa Cristel Rubulotta

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Dott.ssa Cristel Rubulotta

Genova

La Dott.ssa Cristel Rubulotta offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online