Alla base di questo tipo di terapia cè un modello teorico che ipotizza che gran parte della psicopatologia sia dovuta alla mancata assimilazione di determinate esperienze, che rimangono immagazzinate in maniera disfunzionale. In altri termini, alla base dei problemi presentati dal paziente ci sarebbero esperienze bloccate che, per il loro impatto traumatico o per delle particolari caratteristiche, non è stato possibile integrare ed elaborare. La nostra mente va a cercare nell'archivio della propria storia passata esperienze simili a quelle che viviamo attualmente per farvi riferimento in maniera tale da saper già come interpretare ciò che accade nel presente e come agire di conseguenza. Quando tali situazioni non sono state elaborate non vengono processate come fonte di apprendimento ma come una fonte di blocco a livello emotivo e/o comportamentale. Ci si connette con ciò che è accaduto senza riuscire mai a sciogliere il nodo. Si formano dunque catene associative fra momenti diversi, legati da un filo conduttore, generando dunque effetti cumulativi. Quando accade qualcosa nel presente che il cervello connette ad alcune di queste esperienze non elaborate, l'individuo reagirà nel "qui ed ora" con elementi del "lì ed allora". Per esempio potrebbe sentirsi emotivamente bloccato di fronte al cattivo carattere del suo capo, così come da piccolo di fronte al suo insegnante di matematica, poichè il suo cervello associa automaticamente e inconsapevolmente il timbro di voce severo di entrambi gli uomini e connette inconsciamente queste due situazioni. Tutto questo si compie solitamente a un livello non cosciente e il paziente riferisce spesso di non capire perché gli succeda tutto questo. Utilizzando le tecniche della terapia EMDR cerco di accedere a tali esperienze, includendo sia le percezioni che gli elementi cognitivi, ossia le credenze autoreferenziali o detto altrimenti ciò che il ricordo porta la persona a pensare di se stessa, così come alle emozioni e alle sensazioni ad esso associate. Una volta che il ricordo emerge e dunque viene attivato nel sistema nervoso utilizzo il movimento oculare o altri metodi di stimolazione bilaterale del cervello come ad esempio il tapping. L'effetto della stimolazione bilaterale degli emisferi cerebrali porta alla promozione del processo associativo, ad una diminuzione del disturbo collegato alle immagini traumatiche e a farsì che le immagini disturbanti si vedano sempre più distanti e sfocate, facilitando pensieri relativi all'acquisizione di diverse prospettive di consapevolezza rispetto al ricordo traumatico. Gunter e Bordner (2008) sostengono che i movimenti oculari generano tali benefici poichè rappresentano un compito distrattore che il paziente esegue mentre mantiene nella sua mente il ricordo traumatico. Tuttavia questa ipotesi secondo la quale rivesta un ruolo essenziale la memoria di lavoro (working memory) non tiene in conto il ruolo dell'emozione associata al ricordo traumatico che a mio avviso riveste invece un ruolo cruciale. Infatti, quando lavoro utilizzando la tecnica dell'EMDR in terapia e il paziente entra in contatto con un'esperienza traumatica egli accede anche all'emozione ad essa associata, diventa allora essenziale l'elaborazione emotiva e cognitiva dell'esperienza perturbante o traumatica al fine di depotenziare i significati patogeni o potenzialmente patologici che l'esperienza porta con sé.
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