La Psicoterapia del Trauma
In presenza di traumi psicologici, singoli o ripetuti, l’intervento psicoterapeutico richiede l’integrazione di differenti tecniche di intervento.
La parola, strumento principale nel dialogo tra paziente e terapeuta, può non essere sufficiente per superare una sofferenza che può derivare da:
- Traumi da evento singolo: un evento improvviso, circoscritto, inaspettato e profondamente scioccante (incidente stradale, disastro naturale, attentato terroristico, un episodio di abuso, un episodio di stupro), che può comportare morte o lesioni gravi a sé, o a persone con cui si hanno legami significativi
- Traumi ripetuti: trascuratezza grave e/o abuso continuativo o di tipo emotivo, fisico, sessuale o altre forme di maltrattamento all’interno della famiglia nucleare o allargata; violenza domestica, persecuzioni politiche, religiose, etniche; stato di rifugiato; torture, prigionia, guerra, genocidio.
In entrambi i casi, chi subisce il trauma può manifestare diversi sintomi, che variano sia in base all’età in cui il trauma avviene, sia a caratteristiche di personalità, sia al tipo di sostegno che l’ambiente riesce a fornire.
Sintomi tipici sono:
- Disturbi del sonno, dell’alimentazione, reazioni emotive esagerate di paura, ansia o rabbia;
- Ricordi legati agli eventi, che appaiono alla mente in modo vivido, “come se fosse appena successo”, con emozioni e sensazioni vivaci, o amnesia in relazione a particolari fatti o avvenimenti;
- Difficoltà a costruire legami affettivi, sfiducia in sè stessi e negli altri, vergogna eccessiva;
- Comportamenti a rischio, pensieri e preoccupazioni legate al suicidio;
- Sensazione di estraneità nei confronti delle proprie emozioni e sensazioni;
- Sensazione di estraneità nei confronti della realtà;
La psicoterapia in questi casi richiede di “rimettere insieme” parti della personalità e del funzionamento mentale che il trauma ha disorganizzato più o meno gravemente, attraverso un percorso di rielaborazione dei vissuti legati all’esperienza traumatica, e di ricostruzione delle distorsioni dello sviluppo mentale che il trauma stesso, specie se ripetuto e precoce, ha provocato.
Uno dei metodi di rielaborazione dei ricordi traumatici è denominato EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing).
EMDR si basa sulla scoperta, effettuata dalla dott.ssa Shapiro negli anni ’80, che il semplice movimento oculare rende possibile l’instaurarsi di uno stato mentale, in grado di integrare il ricordo traumatico nella trama associativa della mente.
Il ricordo dei traumi subiti ha infatti caratteristiche, legate allo stato di terrore e di blocco emotivo in cui sono accaduti, che lo rendono insuperabile. Di fronte a stimoli che hanno a che fare con l’evento traumatico, la persona rivive le sensazioni sperimentate in quel momento, comportandosi come se fosse necessario difendersi, fuggire o attaccare. Le reazioni emotive e comportamentali possono essere molto violente, e spesso sono poco adatte alla realtà, creando sconcerto e rifiuto negli altri, o evitamento di luoghi, situazioni, persone, ecc.
Il corpo produce adrenalina e cortisolo per far fronte ad un attacco del tutto immaginario, legato ad eventi spesso accaduti anni prima, che continuano a produrre effetti e reazioni inadeguate.
L’intervento psicoterapeutico tramite EMDR consente l’integrazione delle esperienze traumatiche nel tessuto dell’esperienza, riducendo il senso di discontinuità e generando apprendimento rispetto alle proprie reazioni automatiche che vengono provocate da eventi stressanti attuali. È possibile tornare a vivere il presente, senza essere costretti a rivivere, inconsapevolmente o meno, le emozioni e le sensazioni legate al passato.
Il cervello, stimolato a rielaborare il ricordo, riesce, in maniera del tutto autonoma, a trovare i percorsi immaginativi e simbolici per riportare il ricordo dell’evento traumatico nell’ambito del pensiero, rendendolo meno penoso e riducendo l’effetto reattivo.
In particolare, il trattamento è efficace in tempi brevi di fronte a traumi singoli, accaduti a soggetti adulti emotivamente stabili e ben adattati alla realtà. Incidenti, gravi perdite improvvise, eventi che danneggiano le relazioni più importanti possono essere trattati con buoni risultati attraverso la terapia EMDR.
Di fronte ad eventi molteplici accaduti in epoche più remote della propria vita, è necessario intervenire per ripristinare lo sviluppo in quelle aree danneggiate dagli effetti del trauma, e può essere necessario, oltre ad intervenire sulle memorie traumatiche, un percorso psicoterapeutico individuale o di gruppo, in grado di ristimolare la socialità, l’affettività, la capacità di costruire legami d’amore, la fiducia e la sensazione di essere in grado di affrontare le sfide del presente.
Il percorso di psicoterapia richiede un approfondimento iniziale relativo alla vita e alla storia del paziente, in modo da poter comprendere le caratteristiche dell’ambiente familiare originario, le sue vicissitudini, la qualità dei suoi legami.
Il filo dei ricordi fornirà la trama per un racconto da cui partire alla ricerca di quegli snodi che hanno favorito la sofferenza attuale, o le attuali difficoltà per cui la persona sta consultando uno specialista.
Da qui sarà possibile pensare ad un progetto terapeutico in grado di affrontare il ricordo del trauma e i suoi sviluppi, per rendere il paziente persona “reale e vitale”, non più incastrato in reattività coatte, ma libero di scegliere di volta in volta, consapevolmente.
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