Il Training Autogeno è un metodo di autodistensione e rilassamento. Quando si parla di distensione si intende il rilassamento o allungamento passivo del muscolo. Questa si contrappone alla tensione, ossia l’accorciamento e la contrazione del muscolo. La distensione si pone in un costante rapporto di alternanza con la tensione.
Nel TA si parla di tono, in particolare di tono muscolare. Il tono fa riferimento alla tensione dei tessuti, specialmente dei muscoli, controllata dal sistema nervoso, in uno stato di riposo. Se le varie funzioni si trovano in un rapporto equilibrato tra loro siamo davanti a una condizione di “eutono”; in caso di insufficiente o eccessiva tensione si tratta di “ipotono” o “ipertono”; si parla di “distonia” quando le singole funzioni sono alterate nel loro grado di tensione-distensione. Il principio che regola il TA è quello di distendere la muscolatura scheletrica e i vasi sanguigni per raggiungere una distensione totale dell’individuo (quindi anche nella sfera psichica e vegetativa).
Johannes Heinrich Schultz (Gottinga, 20 giugno 1884 – Berlino, 19 settembre 1970) è stato uno psichiatra e psicoterapeuta tedesco; divenne famoso per lo sviluppo del metodo terapeutico definito “Training Autogeno”. La sua prima pubblicazione risale al 1932 con l’opera Das Autogene Training. A partire dalle tecniche ipnotiche ed in particolare dalle ricerche sul sonno di Oskar Vogt, Schultz mise a punto la sua tecnica che, a differenza delle precedenti metodiche, attribuiva al paziente un ruolo molto più attivo ed indipendente dal terapista nel raggiungimento dello stato di rilassamento. Sia l’ipnosi che il TA consentono di raggiungere cambiamenti somatici e psichici, ma la differenza importante evidenziata da Schultz riguarda il fatto che, mentre nell’ipnosi avvengono tramite un fattore esterno, cioè un’altra persona che ha un effetto eterogeno, nel TA avviene un auto influenzamento. Secondo Schultz il TA “è un esercizio sistematico che si sviluppa (gens= divenire) da sé (autos) e che plasma il nostro Io”(Schultz, 1973).
Infatti, questo metodo si definisce “training” in quanto necessita di una ripetizione sistematica: l’allenamento conduce a un’automatizzazione del processo, quindi a un apprendimento; l’apprendimento conduce allo svolgimento autonomo dell’atto. Da qui il termine “autogeno”, che si genera da sé.
Elemento considerato imprescindibile per Schultz è l’intenzione: il TA si impara con l’intenzione di acquisire una nuova conoscenza e cambiare qualcosa.
Un fattore chiave del processo è la COMMUTAZIONE, ossia il passaggio da una condizione abitudinaria di risposta fisiologica ad una nuova di tipo omeostatico; è un cambiamento psico-fisico globale. Ogni esercizio riuscito produce il cambiamento su una funzione vegetativa che si può estendere anche ad altre funzioni (principio di generalizzazione). Non solo, il cambiamento investe oltre che le funzioni vegetative anche quelle psichiche: a modificarsi è anche la sfera emotiva, l’atteggiamento del soggetto verso se stesso e il mondo esterno.
Nel TA un ruolo importante riveste la suggestione. L’operatore fa uso di essa per attivare delle modificazioni vegetative nel paziente. È necessaria tuttavia una certa collaborazione da parte di quest’ultimo che deve recepirla e accettarla, trasformandola in un’autosuggestione. Per autosuggestione, nel caso del TA, si intende la creazione cosciente di una rappresentazione, un’immagine (diversa a seconda dell’esercizio di TA che si sta eseguendo) che possa poi produrre delle modificazioni sull’organismo. A partire da questa immagine creata “dentro noi stessi” si produce un effetto concreto sulle nostre funzioni psichiche e vegetative che vengono ad essere plasmate e modificate. L’immagine si concretizza: i muscoli si distendono, i vasi sanguigni si dilatano, le ansie e le tensioni scompaiono.
Altro elemento fondamentale nel processo di TA è la CONCENTRAZIONE PSICHICA PASSIVA: la pratica del TA comporta un restringimento del campo di coscienza in cui l’attenzione si rivolge esclusivamente ai processi del training. Questo tipo di attenzione è passiva in quanto si dirige in modo disteso e spontaneo.
Gli esercizi del TA sono i seguenti:
- CALMA (propedeutico)
- PESANTEZZA (fondamentale)
- CALORE (fondamentale)
- CUORE (complementare)
- RESPIRO (complementare)
- PLESSO SOLARE (complementare
- FRONTE FRESCA (complementare).
L'apprendimento della tecnica, sia individualmente sia in gruppo, prevede 7 incontri con cadenza settimanale. Gli esercizi sono guidati da un operatore specificamente formato all’utilizzo della pratica. L’apprendimento risulta un processo di graduale e progressiva autonomizzazione del paziente che imparerà a distaccarsi dalla guida dell’operatore, in modo tale che possa generare da sé i cambiamenti attesi.
Secondo Schultz attraverso il TA si possono raggiungere numerosi risultati:
- Sentirsi più riposati e superare più facilmente momenti di stanchezza
- Autoindursi stati di calma, imparando a gestire meglio la propria emotività e affettività
- Autoregolare funzioni corporee normalmente “involontarie” (es. pressione, respirazione, circolazione, sudorazione, ecc.)
- Migliorare le proprie prestazioni (sportive, lavorative, artistiche), lavorando in particolare sul proprio atteggiamento verso la prestazione stessa e il contesto in cui si svolge (es. datore di lavoro, collaboratori, compagni di squadra, pubblico per artisti, ecc)
- Intensificare funzioni mentali (es. concentrazione, memoria)
- Controllare o eliminare il dolore
- Acquisire autodeterminazione
- Acquisire autocritica e autocontrollo.
L’apprendimento del TA è indicato per tutti coloro che vogliano intraprendere un percorso di introspezione e conoscenza del proprio corpo e per tutti coloro che si trovano in queste condizioni:
- Stress
- Disturbi di ansia e balbuzie
- Malattie psicosomatiche (disturbi gastrointestinali, cefalee, disturbi della pelle, tic, asma)
- Disturbi sessuali
- Turbe del sonno
- Tensioni muscolari e dolori articolari
- Preparazione psicofisica al parto
- Preparazione psicofisica a gare sportive.
Il TA è una pratica adatta a persone di qualsiasi età che, attraverso graduali modificazioni positive autoprodotte, può portare efficacemente alla conquista di una condizione di globale armonia psicofisica. Requisiti necessari: allenamento, tenacia e motivazione!
Bibliografia
Hoffmann, B. H. (1980). Manuale di Training Autogeno, Astrolabio
Schultz, J.H. (1973). Das Autogene Training. Thieme, Stuttgart
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