Disturbo Post Traumatico da Stress nei Reparti di Emergenza

Uno studio sul personale dei reparti ospedalieri di emergenza

Carmassi e colleghi (2018) hanno condotto uno studio riguardo questo tema.
L’assunto da cui parte tale ricerca è che il personale che opera nei servizi ospedalieri di emergenza, come medici, paramedici, infermieri e assistenti sanitari, è ad alto rischio di PTSD.
Lavorare in quegli ambienti, infatti, può essere difficile a causa di svariati motivi, come la frequente imprevedibilità dei casi affrontati o il doversi occupare della fase acuta di disturbi, danni fisici, malattie, spesso di fronte alle aspettative dei pazienti e delle loro famiglie.
Lo scopo dello studio (2018) è stato quello di valutare i sintomi del PTSD di infermieri e assistenti sanitari assunti in reparti di emergenza dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP).

Infermieri, assistenti sanitari e test somministrati

A questo scopo, è stato preso un campione di 42 soggetti: 32 infermieri e 10 assistenti sanitari; tra questi: 13 soggetti su 42 erano di sesso maschile, 22 avevano un’età inferiore ai 40 anni e 25 erano laureati. I medici sono stati esclusi dal campionamento poiché ricoprono più ruoli all’interno dell’ospedale e i ricercatori volevano valutare i sintomi del PTSD in un campione più selezionato, che si occupasse solo di primo soccorso e di emergenze.
Il TALS-SR comprende 116 item che valutano l’esperienza di perdite e\o eventi traumatici, i sintomi ad essi correlati e i comportamenti e le caratteristiche che possono rappresentare manifestazioni o fattori di rischio per lo sviluppo del PTSD.
Lo strumento è organizzato in nove domini rappresentativi del disturbo, fra i quali compaiono: reazioni a perdite o eventi sconvolgenti, rivivere l’evento traumatico, coping maladattivo, evitamento e intorpidimento.
Le risposte agli item sono codificate in modo dicotomico (sì/no) e i punteggi sono ottenuti calcolando il numero di risposte positive.
La WSAS, invece, comprende 5 item che valutano la capacità dell’individuo di svolgere le attività della vita quotidiana e riguardano rispettivamente:

  1. la capacità lavorativa del soggetto;
  2. la capacità di fare faccende domestiche (pulizia della casa, cura dei bambini, etc.);
  3. lo svolgimento di attività ricreative private (leggere, andare al cinema, etc.);
  4. lo svolgimento di attività sociali che riguardino persone che non fanno parte della famiglia;
  5. lo svolgimento di attività sociali intraprese esclusivamente coi familiari (e quanto il problema del soggetto ha interferito su queste).


Ogni individuo doveva rispondere riferendosi alla settimana precedente alla valutazione e considerando i sintomi causati dall’esposizione a eventi traumatici avvenuti durante l’attività lavorativa al pronto soccorso dell’AOUP.
Ogni item è valutato da una scala che va da 0 (non del tutto) a 8 (grave interferenza).

Risultati della ricerca sul PTSD nei reparti d'emergenza

Dal confronto fatto fra le diverse reazioni acute a perdite o eventi traumatici di più sottogruppi, nel TALS-SR emerge che assistenti sanitari, anziani e non laureati hanno punteggi statisticamente più significativi rispetto agli altri (per esempio, la media dei laureati era 4,04 e quella dei non laureati 6,65).
I risultati di questo studio (2018) confermano la crescente letteratura che evidenzia come le persone impiegate in reparti ospedalieri di emergenza affrontino una frequente esposizione a eventi potenzialmente traumatici con il conseguente rischio di PTSD.

PTSD maggiore nelle donne con basso livello di formazione

Inoltre, la ricerca (2018) riconosce il genere femminile come un fattore di rischio per il PTSD, ma evidenzia anche il fatto che la differenza di genere può essere abbassata considerando contemporaneamente anche il livello di formazione professionale conseguito.
Le donne con un’istruzione maggiore, infatti, avevano punteggi più simili agli uomini e più alti delle donne con un basso livello di istruzione. Inoltre, percentuali più elevate di PTSD e punteggi più alti in tutti i domini del TALS-SR sono stati riscontrati fra gli assistenti sanitari e non fra gli infermieri, e fra i soggetti non laureati, ma non tra quelli con laurea.
Dallo studio (2018), comunque, emerge che questi risultati sono tutti abbastanza correlati:
agli assistenti sanitari non è richiesta una laurea per svolgere le loro mansioni, di solito, semplici e ripetitive, mentre per gli infermieri, dal 1994, è obbligatorio conseguire una laurea per svolgere il proprio lavoro.
Questo comporta che è più probabile che fra gli infermieri siano i giovani quelli con un’istruzione maggiore, e che comunque tutti siano più istruiti degli assistenti sanitari.

Formazione e istruzione come prevenzione del PTSD

La formazione e l’istruzione sono quindi due fattori molto importanti per la prevenzione del PTSD. L’interpretazione di tutti questi dati, però, deve tenere conto anche di alcuni importanti limiti di questa ricerca.
Quello più evidente è legato alla dimensione del campione, molto limitata, e alla mancanza di un gruppo di controllo di operatori sanitari che non lavorassero in reparti di emergenza.
L’inserimento di un gruppo di controllo avrebbe portato a una migliore generalizzabilità dei dati.
Altri limiti sono: l’uso di soli strumenti self-report, per cui le risposte ai test sono tutte dettate dalla soggettività degli individui partecipanti, e la mancanza di informazioni sulla presenza di comorbidità psichiatriche Axis I, che potrebbero avere un impatto su alcune variabili esplorate, tra cui lavoro e funzionamento sociale.

Bibliografia


Carmassi, C., Gesi, C., Corsi, M., Cremone, I. M., Bertelloni, C. A., Massimetti, E., & Dell’Osso, L. (2018). Exploring PTSD in emergency operators of a major University Hospital in Italy: a preliminary report on the role of gender, age, and education. Annals of general psychiatry,17(1), 17.

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