COS’E’ UN TRAUMA PSICOLOGICO?
Siamo tutti piuttosto abituati a sentir parlare di traumi, eventi traumatici, conseguenze del trauma, eppure, se ci si sofferma sul concetto e si cerca una specifica risposta alla domanda: “cos’è un trauma?” si impiega un po' di tempo per trovare una risposta precisa e, con molta probabilità, non la si trova, se non molto approssimativamente.
La stessa cosa succederebbe se si cercasse di catalogare una serie di eventi e situazioni traumatici e non traumatici; ci si accorgerebbe che, oltre a terremoti, inondazioni, carestie, guerre, si presenterebbero alla nostra mente tutta una serie di altri eventi, che non sapremmo dove collocare, poiché l’esperienza ci ha dato esempi contrastanti.
Così, abbiamo imparato che alcuni episodi sono stati traumatici per una persona e non traumatici per un’altra. Ciò che genera tutta questa confusione è, effettivamente, la base per poter lavorare sul trauma e sulle sue conseguenze: considerare che un evento diventa traumatico, non perché sia traumatico in sé, ma perché il soggetto che lo subisce lo vive come tale.
Il termine “subire” è particolarmente importante; la prima cosa che possiamo dire del trauma è che proviene dalla sensazione personale di non avere il controllo dell’evento. Ma questo non basta!
Il trauma è un attacco dal mondo esterno, un assalto violento al nostro mondo interno. E’ come se un elemento esterno penetrasse violentemente nella nostra psiche, provocando tentativi di assimilazione o di espulsione.
Non a caso, trauma in greco significa ferita.
A questo va aggiunta la concettualizzazione di trauma come mortificazione del desiderio: un bisogno, un desiderio, una pulsione trovano, nella realtà esterna la non-possibilità di essere soddisfatti. E’ la situazione che spesso si trova alla base di relazioni traumatiche, laddove si ripetono nel tempo micro-traumi di disconoscimento dei bisogni. Nella relazione madre-bambino una situazione di questo tipo diventa fortemente traumatica e comporta tutta una serie di conseguenze. In questo caso, dunque, è traumatica una mancanza, l’assenza di qualcosa che dovrebbe esserci ma non c’è.
LE CONSEGUENZE PATOLOGICHE DEL TRAUMA
Così come è impossibile racchiudere la definizione di evento traumatico in un concetto univoco, poiché presupporrebbe il negare la diversità tra soggetti differenti, è impossibile collegare ad ogni tipo di trauma la psicopatologia corrispondente, ancora una volta perché la conseguenza non la fa l’evento in sé, ma il soggetto che lo subisce. Per esempio, una delle motivazioni per cui uno stesso evento ha conseguenze differenti su individui diversi è data dai meccanismi di difesa che i soggetti hanno imparato ad utilizzare nel corso della loro quotidianità e che si sono, col tempo, automatizzati. Proviamo, dunque, a dare uno sguardo all’aspetto diagnostico, individuando alcuni dei disturbi più frequenti in questi casi.
- DISTURBO DA STRESS POST TRAUMATICO
Questo disturbo fu riconosciuto a seguito delle difficoltà psichiche evidenziate nei soldati reduci di guerra, ed è l’unico che richiede, per poter essere diagnosticato, che si sia verificata l’esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza sessuale, in maniera diretta, indiretta o ripetuta. Nel soggetto che manifesta questo disturbo l’evento viene rivissuto attraverso pensieri intrusivi, flashback, sogni spiacevoli, nonostante la persona metta in atto il meccanismo dell’evitamento, cioè si tenga lontano da tutto ciò che lo riconduce al trauma. La conseguenza è che il comportamento diventa irritabile con esplosioni di rabbia, può diventare autodistruttivo e spericolato. Si evidenziano anche problemi di concentrazione, difficoltà relativa al sonno ed esagerate risposte di allarme.
- DISTURBI DISSOCIATIVI
Questo tipo di disturbi poggiano su un meccanismo che è, appunto, la dissociazione per la quale si crea una sorta di discontinuità nel vissuto che può coinvolgere i processi di memoria, di identità, affettivi, percettivi. L’Amnesia dissociativa, ad esempio, si manifesta attraverso l’incapacità di ricordare importanti informazioni autobiografiche, in genere traumatiche, in un modo che non si può paragonare ad una normale dimenticanza. Anche il Disturbo Dissociativo dell’Identità, che ultimamente si è visto in alcune produzioni cinematografiche, deriva da eventi traumatici non integrati nella propria vita psichica, e comporta il manifestarsi di due o più stati di personalità distinti. Nel venir fuori delle varie personalità è visibile la differenza nel modo di agire, parlare, pensare e, soprattutto, sono ricorrenti i vuoti di memoria rispetto ad importanti informazioni personali e ad eventi quotidiani. Infine, può manifestarsi un Disturbo di depersonalizzazione e/o derealizzazione durante il quale il soggetto vive una sensazione di irrealtà, di distacco, come se fosse un osservatore esterno rispetto ai propri pensieri, alle proprie sensazioni, al proprio corpo e/o al proprio ambiente.
- DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’
I disturbi di personalità sono alterazioni dei normali tratti di personalità, che si presentano in maniera rigida e deviante rispetto alla norma. In particolare, il disturbo borderline è stato riscontrato in molte vittime di abuso sessuale. Una caratteristica importante di queste personalità è la rabbia intensa ed inappropriata che talvolta viene manifestata in scatti incontrollati. Di fondo si nasconde un grande senso di vuoto ed una forte paura dell’abbandono, una tendenza alla noia e, quindi, la ricerca ed il bisogno di sperimentare sensazioni forti, di porsi al limite attraverso guida spericolata, abuso di sostanze, abbuffate, spese sconsiderate, comportamento sessuale promiscuo.
SUPERARE IL TRAUMA
Una delle motivazioni per cui i traumi non vengono davvero superati è la convinzione, spinta dalla sensazione di malessere, di doversene liberare subito.
Di conseguenza, si tenta di spingere quell’evento, e le connesse emozioni, in un cassetto della mente, cercando di andare avanti facendo finta che sia tutto superato. Questo modo di affrontare il trauma, consapevole o meno che sia, può portare benefici per un tempo a volte anche piuttosto lungo, ma non è risolutivo. Ultimamente si sta facendo spesso uso della tecnica EMDR (Desensibilizzazione e Rielaborazione Attraverso i Movimenti Oculari), che serve a rendere meno carichi emotivamente i ricordi traumatici.
I risultati di questa tecnica sembrano buoni; tuttavia, è consigliato non fermarsi a questo eventuale primo step, ma aiutarsi cominciando un percorso psicoterapeutico che accompagni durante le fasi di elaborazione del trauma, assicurando comprensione, accoglienza, sostegno ed una buona tecnica di lavoro.
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