Le persone ad alto funzionamento sono spesso percepite come resilienti, affidabili e capaci di affrontare qualsiasi sfida. Tuttavia, dietro questa facciata si possono celare esperienze traumatiche non elaborate. Studi recenti mostrano che tali individui sviluppano strategie di compensazione – come il perfezionismo, l'iperproduttività e il controllo emotivo – che nascondono le loro vulnerabilità.
Questa dinamica si collega al concetto di 'coping secondario', descritto da Lazarus e Folkman (1984), secondo cui gli individui affrontano lo stress attraverso strategie cognitive e comportamentali volte a minimizzare il disagio emotivo. In persone ad alto funzionamento, tali strategie spesso si cristallizzano in modelli di comportamento altamente performanti, che però limitano la flessibilità emotiva e relazionale.
Le radici del trauma: origini ed effetti
Molti traumi in persone ad alto funzionamento hanno origine nell'infanzia, attraverso esperienze di trascuratezza emotiva, abusi sottili o richieste eccessive di performance. Questi vissuti possono portare a una frammentazione dell'identità emotiva, in cui il bisogno di approvazione sostituisce l'autenticità emotiva.
Secondo la teoria dell'attaccamento di Bowlby (1969), le esperienze precoci di attaccamento insicuro possono compromettere la capacità di autoregolazione emotiva, favorendo la formazione di schemi di comportamento disfunzionali. Questi individui spesso sviluppano una 'falsa sé', concetto introdotto da Winnicott (1960), che protegge dalle ferite emotive ma allo stesso tempo impedisce una connessione autentica con sé stessi e gli altri.
Gli effetti includono:
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Ansia cronica e ipervigilanza
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Difficoltà a stabilire confini interpersonali
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Somatizzazione dello stress (emicranie, disturbi gastrointestinali)
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Tendenza all'autoisolamento emotivo
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Sensazione persistente di non essere mai abbastanza (sindrome dell'impostore)
Strategie di adattamento: protezione o prigione?
Le strategie di coping adottate, sebbene inizialmente funzionali, possono diventare disfunzionali nel tempo. La compulsione al successo, per esempio, può rafforzare l’illusione di controllo, impedendo una reale elaborazione del trauma. Analogamente, il bisogno di mantenere un'immagine impeccabile ostacola la richiesta di aiuto.
Il modello di auto-efficacia di Bandura (1997) evidenzia come la percezione di competenza personale possa sostenere la resilienza, ma nelle persone ad alto funzionamento questa stessa caratteristica può alimentare la negazione del bisogno di supporto psicologico, ritardando l’intervento terapeutico.
Verso la guarigione: interventi mirati
La ricerca suggerisce che un approccio integrato mente-corpo sia efficace nel trattamento del trauma in persone ad alto funzionamento. Tecniche come:
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Mindfulness e meditazione: per riconnettersi con il proprio sé emotivo e migliorare la consapevolezza corporea (Kabat-Zinn, 1990).
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EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): per rielaborare ricordi traumatici e ridurre l'attivazione emotiva associata (Shapiro, 1989).
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Terapia focalizzata sul corpo: per sciogliere le tensioni somatiche, secondo il modello somatico di Levine (2010).
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Scrittura espressiva: come strumento di auto-riflessione e rilascio emotivo (Pennebaker & Evans, 2014).
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Terapie basate sulla compassione (CFT): che promuovono un dialogo interno più gentile e accogliente (Gilbert, 2009).
Conclusione
Riconoscere e affrontare il trauma nascosto nelle persone ad alto funzionamento richiede sensibilità e approcci personalizzati. Attraverso l'integrazione di tecniche psicologiche e corporee, è possibile aiutare questi individui a trasformare le loro ferite in risorse di crescita.
Se senti il bisogno di esplorare il tuo vissuto emotivo e trovare strumenti per affrontarlo, può contattarmi per una consulenza personalizzata.
Bibliografia
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van der Kolk, B. (2014). The Body Keeps the Score: Brain, Mind, and Body in the Healing of Trauma. Penguin Books.
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Levine, P. A. (2010). In an Unspoken Voice: How the Body Releases Trauma and Restores Goodness. North Atlantic Books.
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Siegel, D. J. (2010). Mindsight: The New Science of Personal Transformation. Bantam.
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Bowlby, J. (1969). Attachment and Loss. Basic Books.
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Gilbert, P. (2009). The Compassionate Mind: A New Approach to Life's Challenges. New Harbinger.
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Lazarus, R. S., & Folkman, S. (1984). Stress, Appraisal, and Coping. Springer.
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Shapiro, F. (1989). Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): Basic Principles, Protocols, and Procedures. Guilford Press.
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Kabat-Zinn, J. (1990). Full Catastrophe Living: Using the Wisdom of Your Body and Mind to Face Stress, Pain, and Illness. Delta Trade Paperbacks.
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Winnicott, D. W. (1960). The Maturational Processes and the Facilitating Environment. International Universities Press.
La consapevolezza è il vero lusso che ci cambia la vita! Dr. Elena De Franceschi Psicologa clinica e.defranceschi@psicoaosta.com info@psicoaosta.com
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