Salve a tutti, sono una ragazza di 27 anni ormai e anche da piccolina ho avuto sempre problemi con le dimostrazioni di affetto, mi spiego meglio; da bambina ho sempre avuto delle amicizie che poi con il passare degli anni, crescendo, ho perso perché non riuscivo mai a mantenere un vero e proprio contatto (non chiamavo o non scrivevo mai per prima e se non erano loro a contattarmi o smettevano io non avevo alcuna reazione) ho sempre avuto qualche fidanzatino che dopo qualche mese lasciavo proprio perché quel primo fuoco che all'inizio sentivo non c'era più e chiudevo per questo motivo tutte le mie relazioni. Sin da piccola non ho mai creduto all'amore tra i miei genitori e questo li faceva molto arrabbiare nei miei confronti, qualche litigio forte ogni tanto e la coalizione contro di me quando sbagliavo qualcosa era l'unico momento in cui riuscivo a vederli uniti veramente, ma non ritengo di aver vissuto un infanzia difficile, anzi, hanno sempre cercato di darmi il massimo, e tutto sommato sono stata una bimba felice. Poi tra i 16/18 anni mi sono avvicinata alle droghe per cercare un po di emozioni forti, che mi rendessero viva ed incontrai un uomo che all'epoca aveva già più di 30 anni, lo consideravo un amico ma con il passare del tempo era chiaro che lui volesse qualcosa da me, ed una sera d'estate come le altre, usciti per una bevuta, si rivelò il mostro che era: mi portò in una stradina buia e chiuse le portiere e cerco di abusare di me; non so descrivervi la forza che ho avuto in quei momenti di dimenarmi con forte violenza contro di lui a tal punto che lui si fermò, mi riportò a casa e da quel giorno mi barricai in casa, con i miei genitori all'epoca non avevo più un buon rapporto e non ne parlai con loro subito, per più di un mese non dissi nulla a nessuno e un giorno dissi a mia madre se poteva andare a comprarmi un libro di Umberto Galimberti, lei non capiva perché gli chiesi quel libro ma alla fine me lo comprò, dopo qualche giorno le dissi che le volevo parlare e le ho letto qualche frase del libro e le ho raccontato tutto, i problemi con le droghe e ciò che successe con quel mio amico. Abbiamo pianto e tanto, ma quando lo raccontai a mio padre mi venne contro, pensava fosse una bugia per infangare il nome di una buona famiglia (di lui) e che non ne voleva sapere nulla; Fu e rimase un taboo fino ad oggi. Dopo 1 anno di depressione in cui non sono mai uscita di casa, perse tutte le amicizie e chiusa in casa davanti il PC decisi di trasferirmi in Alto Adige per iniziare a lavorare e questa fu per me la mia terapia per uscire da quel tugurio che era diventata la mia vita. Ad oggi sono riuscita a realizzarmi al meglio lavorativamente parlando, anche se dopo qualche anno incontrai un altro ragazzo che dopo 4 anni di bugie tra cui un finto tumore al cervello sono riuscita ad allontanarmi da lui con molta difficoltà. Credo che queste 2 particolari situazioni hanno alzato un muro talmente alto che non sono in grado di superare, non mi fido di nessuno e quando lo faccio probabilmente scelgo la persona sbagliata, il mio appartamento è da sempre il mio posto sicuro ma allo stesso tempo la mia prigione nella quale riesco solo a dormire e non fare nulla. Non ho amici ed ho trovato un equilibrio con i miei genitori, ci sentiamo quasi ogni giorno (lo prendo come se fosse un compito da svolgere) si sono anche separati quest'anno in buoni rapporti e stanno meglio entrambi. Mi sento infelice, dopo aver lavorato così tanto per ottenere una vita normale ed esserci riuscita, sento la mancanza delle relazioni e di una relazione, ma questo senso di non percepire amore e la non fiducia rende tutto impossibile. Sono una persona molto razionale, credo che aver ricucito certe ferite ed averlo fatto da sola sia stata una grande sfida ma che questo mi ha chiuso completamente nel mio guscio, ora se qualcosa non va come voglio o non mi trovo a mio agio nelle situazioni purtroppo ho sviluppato un senso di aggressività che sto cercando di moderare perché mi fa arrivare a livelli estremi tanto da dimenticare cose gravi che ho detto