Ciao a tutti, finalmente ho scelto di parlare, forse perché spero possa farmi bene al cuore. Ho 23 anni, ma la mia vita iniziò ad essere difficile già da quando ero piccola. Cercherò di essere il più breve possibile. I miei genitori si drogavano, hanno fatto uso di droghe anche quando sono nata io ed i miei fratelli. Per questo spesso ho assistito a scene psicologicamente violente, e molto spesso mi ritrovavo ad essere violenta anche io con i miei coetanei. Mio nonno paterno ha cercato di molestarmi quando avevo circa 10 anni, e questo ha avuto un riscontro non indifferente su di me, non riuscivo più a farmi vedere né in mutande né in costume dalla mia famiglia e dalle persone a me esterne. È una cosa che tutt'ora fatico a fare. Mia madre ha sempre alzato le mani contro di me in maniera molto violenta. Ricordo un episodio in cui avevo più o meno 6 anni, avevo fatto arrabbiare mia madre e lei mi prese la testa e me la sbattè contro il tavolo. Ricordo solo il sangue che usciva dalla mia bocca. Probabilmente era così frustrata che scatenava la sua ira su di me, non poteva farlo su nessun altro. Nel frattempo sono cresciuta. A 16 mia madre ha deciso di lasciare per sempre mio padre, e per la gioia di quest'ultimo io ed i miei fratelli ce ne andammo con lei. Lui iniziò a stalkerare mia madre, cercò di investire sia lei che il suo compagno, ora marito. Ho sempre detestato suo marito. Un uomo spregevole che ha approfittato di un momento fragile per fare il lavaggio del cervello a mia madre. È un uomo dieci anni più grande di lei, nullafacente, approfittatore, che ha fatto di tutto per allontanare i suoi figli da lei. Sia io che i miei fratelli ci siamo allontanati molto da mia madre, lei pensa siano solo dei capricci. Io in particolare mi sono allontanata. Ultimamente in quella casa vivevo molto male, iniziai a litigare ogni giorno con mia madre per lui. Così chiesi a mio padre se poteva ospitarmi, così ad agosto del 2019 mi trasferii da lui. Inizialmente tutto andò bene. Fino ad oggi. La situazione attuale impone che ognuno rimanga nella propria dimora di residenza, io non ho potuto. Quando tutto è scoppiato io ero a casa del mio ragazzo, che vive con i genitori. Mio padre mi disse che non potevo più tornare vista la situazione. Poco dopo mi scrisse un messaggio in cui mi diceva che avrei dovuto cercarmi un appartamento perché visto il lavoro che facevo (commessa in un centro commerciale) avrei rischiato di ammalarmi e ammalare lui consecutivamente, e alla sua età non poteva permetterselo. Io e il mio ragazzo iniziammo a cercare un bilocale fino a quando, ieri, mi è stato informato che il mio contratto di lavoro non sarebbe stato rinnovato vista la situazione. Ho informato mio padre dell'accaduto. Ha iniziato ad incazzarsi perché sosteneva io avessi perso anni a studiare quando potevo invece trovarmi un lavoro anni fa, che ora è colpa mia se sono in questa situazione e che se lui deciderà di aiutarmi e ospitarmi di nuovo non lo farà di certo perché lo merito ma perché è una persona altruista. (Sottolineo questo piccolo particolare che prima ho ingenuamente tralasciato:mio padre è sempre stato fuori dalla mia vita e da quella dei miei fratelli, non voleva farci studiare, non sapeva nulla di noi in merito alla scuola, agli hobby, non sa quand'è il nostro compleanno, non ricevo i suoi auguri da anni.)
Ora sono senza un lavoro, senza una casa, ma fortunatamente ho un ragazzo che mi ama come nessuno ha mai fatto e che assieme alla sua famiglia ha deciso di ospitarmi..
Nonostante ciò il mio ragazzo pensa io abbia bisogno di aiuto, perché ne ho passate tante e teme ciò possa avere riscontri negativi sulla mia vita in futuro. In tal caso, che dovrei fare?