Cenni sull'origine della musica e il suo potere L'esistenza degli strumenti musicali come i flauti scavati nell'avorio o nell'osso si fa risalire a 35.000/40.000 anni fa e l'uomo di Cromagnon non dipingeva e scolpiva, ma creava anche musica. Tuttavia, non si può ascrivere ad un periodo preciso dell'era paleolitica l'invenzione dell'arte e della musica, non implicando l'esistenza di quest'ultima, necessariamente, l'uso di strumenti precisi, in quanto può essere guidata dal canto o dalla percussione ritmica di oggetti di qualsiasi natura. Tra le prime espressioni musicali vi é quella della civiltà sumerica - tra le valli del Tigri e dell'Eufrate - in cui sono conservate alcune rappresentazioni incise su bassorilievi o tavolette di argilla. Del quarto secolo a.C. esiste un sigillo che raffigura dei musicisti con strumenti diversi : tamburi, corni e arpa. Pertanto, da qualunque ottica di voglia osservare la musica rappresenta una forma universale di espressione con tutte le sue varianti e presente in tutte le culture del nostro pianeta. Se essa si é così diffusa, forse bisogna prendere in considerazione quanto scrisse Charles Darwin nella sua opera "L'origine dell'uomo e la selezione sessuale " (1891) in cui "si ritiene che nell'uomo il canto sia fondamento e origine della musica strumentale.
Stante che l'attitudine a produrre note musicali, il godimento che procurano, non siano di alcuna utilità diretta nelle abitudini correnti della vita, possiamo classificare questa facoltà fra le più misteriose di cui l'uomo é dotato". In realtà, la musica può commuovere, emozionare, divertire fino ad arrivare all'estasi; essa arriva a noi attraverso la vibrazione del timpano e le recenti scoperte della neurobiologia ritengono che sia l'attività integratrice dei neuroni della corteccia cerebrale destra a consentire la percezione della musica. Tuttavia, la corteccia uditiva é solo una delle diverse aree cerebrali attivate dall'ascolto musicale in quanto vengono stimolate l'amigdala (situata nella profondità del cervello), centro delle emozioni, nonché i nuclei cerebrali preposti al piacere. Attraverso esami diagnostici come la Tac e la Risonanza magnetica si é potuto osservare che il piacere dell'ascolto della musica libera la dopamina a livello del nucleo accumbens e quando l'ascolto é rivolto ad un brano di particolare gradevolezza questo neurotrasmettitore viene secreto anche a livello del nucleo caudato. Bisogna specificare che questi due nuclei -accumbens e caudato - non sono le uniche aree coinvolte nell'emozione musicale che vede coinvolta tutta l'area pre-frontale. Se le emozioni, in generale, si presentano rapide, fugaci, la musica riesce ad imprimere nel cervello emozioni più durature nel tempo. É questo il motivo per cui il ricordo di una melodia o di una musica lascia tracce nella memoria lungamente e riaffiora con estrema facilità quando viene riascoltata.
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