PERCEZIONE CORPOREA
L’immagine corporea è la rappresentazione mentale del proprio corpo, il modo in cui esso ci appare. E’ importante considerare il fatto che l’immagine corporea e l’immagine reale non sempre coincidono.
La costruzione dell’immagine corporea è un processo continuo. Comincia nell’infanzia nella quale il corpo è una componente puramente biologica e le sensazioni sono propriocettive.
E’ solo nel momento in cui il bambino acquisisce la capacità di pensare il proprio corpo, di interiorizzarlo, che comincia ad associarvi i propri stati emotivi. Gradualmente, si definiscono i confini del proprio corpo e viene sperimentata la differenza dall’altro.
I cambiamenti rapidi e significativi della forma del corpo durante la pubertà si associano spesso allo sviluppo di vari gradi di insoddisfazione corporea. Si sperimenta inoltre una difficoltà a riconoscersi. Intervengono molti fenomeni di confronto; i fattori sociali che creano un’ immagine corporea in qualche modo idealizzata entrano in contrasto con quella interiori.
Le preoccupazioni relative all’immagine corporea spesso iniziano in giovane età e persistono per tutta la vita. Una percezione positiva del proprio corpo implica sentirsi a proprio agio e sicuri nel proprio corpo, accettarne la forma e le dimensioni naturali; Un’immagine corporea negativa, al contrario, comporta vissuti di inadeguatezza, vergogna ed ansia. Le persone che manifestano alti livelli di insoddisfazione corporea ritengono che i loro corpi siano imperfetti rispetto ad altri e queste persone hanno maggiori probabilità di soffrire di depressione, isolamento, bassa autostima e disturbi alimentari.
Era dei social
Nell’era pre-social, i canoni della bellezza erano dettati da personaggi noti che si vivevano come irranggiungibili, come degli ‘idoli’ e per questo non si cercava di emularli, erano qualcosa di lontano.
Era presente una visione e una percezione verticale.
Ora, nell’era dei social, al contrario, viviamo una percezione orizzontale. I canoni della bellezza sono dettati da persone più vicine a noi, che possiamo incontrare, persino conoscere.
Oggi, si stanno affermando più ideali di bellezza: la donna magra, con seno e glutei molto pronunciati, simbolo di sensualità; la donna forte e muscolosa, quasi mascolina.
Il canone principale del sesso maschile è la muscolosità.
Questi canoni vengono trasmessi continuamente attraverso i SOCIAL dagli influencer o da personaggi noti. Sono messaggi potentissimi. Gli utenti, soprattutto adolescenti, vengono quasi costretti ad un continuo confronto.
Sono ideali di bellezza sganciati dalla realtà e determinano un alto rischio di insoddisfazione per la propria immagine corporea. Per ottenerli, si ricorre spesso ad una alimentazione con regole ferree, una attività fisica ossessivamente organizzata, arrivando persino alla chirurgia estetica, anche in giovane età. L’ideale è la perfezione.
Un recente studio di Hougue e Mills (2019) ha messo in luce che quando le giovani donne trascorrevano del tempo sui social media e osservavano le immagini di amici e persone più
attraenti di loro, sperimentavano un’accentuata insoddisfazione corporea.
i canoni estetici sono a tutti gli effetti un fattore culturale.
È stato documentato che il 70% degli adolescenti europei di età compresa tra i 14 e i 17 anni utilizza social media e il 40% trascorre più di 2 ore al giorno su questi siti. I siti online più usati dagli adolescenti sono YouTube, Instagram e Snapchat. Poiché i social media contengono immagini (spesso personali), video e commenti frequentemente incentrati sull’aspetto fisico, il loro uso aumenta la frequenza di avere conversazioni su questo argomento e di ricevere commenti sul proprio corpo. Gli esempi includono commentare con gli amici le foto che loro o altri hanno pubblicato sui social network e lo scambio di suggerimenti su come migliorare l’aspetto del proprio corpo. In questo modo, l’uso dei social media può contribuire a sviluppare l’insoddisfazione corporea e i disordini dell’alimentazione.
L’approvazione sociale che si può ottenere attraverso i “like” o i commenti, influisce in modo potente sulla percezione della propria immagine corporea. L’insoddisfazione corporea determina inevitabilmente una diminuzione dell’autostima.
L’autostima è nutrita anche, e in particolar modo oggi, da quello che gli altri pensano di noi: se dai social non arrivano le conferme attese, l’autostima ne risulta fortemente compromessa.
Assistiamo quindi ad un processo circolare, una sorta di circolo vizioso che vede implicato il confronto e l’approvazione sociale, l’insoddisfazione corporea, il rapporto con il cibo e l’autostima.
Percezione corporea e disturbi alimentari
Assistiamo ad un aumento esponenziale dei disturbi alimentari, non solo nei giovanissimi e giovani.
Uno studio olandese, che ha valutato 604 adolescenti (età 11-18; 50,7% femmine) in un periodo di 18 mesi, ha rilevato che l’uso frequente dei social media predice un aumento dell’insoddisfazione del corpo e commenti più elevati sull’immagine corporea sia nei maschi che nelle femmine.
Nei paesi occidentali, l’ideale del corpo è così estremo che non è raggiungibile dalla maggior parte delle persone. Di conseguenza, aumenta il rischio di sviluppare l’insoddisfazione corporea e di adottare alcuni comportamenti disfunzionali (ad esempio, dieta ferrea, esercizio fisico eccessivo) per avvicinarsi al corpo ideale.
Inoltre, nella cultura occidentale i corpi delle persone sono “sessualmente oggettivati”. Ne consegue che chi osserva si focalizza sulla forma corporea e non sugli aspetti interiori. L’uso dei social media, le foto e i video continuamente pubblicati, accentua questo tipo di osservazione.
Delle ragazze delle scuole elementari americane che leggono le riviste, il 69% afferma che le immagini influenzano il loro concetto di forma corporea ideale. Il 47% afferma che le immagini fanno loro desiderare di perdere peso.
Anche la pressione esercitata dai mass media relativamente all’aspetto muscoloso sembra essere correlata all’insoddisfazione del corpo tra gli uomini.
Quando si diventa ossessionati, quando l’angoscia di non sentirsi belli e perfetti, come ci vogliono i social, interferisce gravemente con la nostra vita e limita i nostri pensieri e le nostre azioni, si tratta di una vera patologia, denominata ‘disturbo da dismorfismo corporeo’.
Il disturbo da dismorfismo corporeo è un disturbo mentale nel quale si trascorre molto tempo e si investe molta energia preoccupandosi del proprio aspetto e disprezzandolo. Le persone affette da questo disturbo possono anche concentrarsi sulla dimensione o sull'aspetto di una specifica parte del corpo. Il soggetto mette in atto una serie di comportamenti ripetitivi volti a ricercare delle rassicurazioni (ad es. guardarsi ripetutamente allo specchio) oppure passare molto tempo a confrontare se stesso con gli altri, in risposta alle preoccupazioni per il proprio aspetto.
Social e disturbi alimentari
Il disturbo dell’immagine corporea è stato osservato frequentemente in pazienti con anoressia e bulimia nervosa e, recentemente, anche in pazienti obesi con binge eating disorder. Nei disturbi alimentari infatti la presenza della distorsione dell’immagine corporea è proprio uno dei criteri per operare diagnosi.
Solitamente nell’anoressia il paziente ha una percezione dell’immagine corporea sovrastimata (ovvero crede che il proprio corpo sia più grosso della realtà oggettiva), nella bulimia invece il paziente crede che il proprio corpo sia orrendo e si disprezza. L’immagine corporea distorta è nello stesso tempo non solo un fattore di rischio per lo sviluppo dei disturbi alimentari ma anche una sorta di circolo vizioso che va ad aggravarne il disturbo.
La psicoterapia e la terapia farmacologica sono i pilastri del trattamento di questi problemi, e sicuramente un ruolo molto importante è giocato dalla risoluzione della distorsione della propria immagine corporea.
È importante ricordare che ogni corpo è diverso. Anche se tutti iniziassero a mangiare le stesse cose e facessero lo stesso esercizio per un anno intero, alla fine dell’anno non sembreremo tutti uguali. Questo perché l’eredità genetica di ogni persona influenza la struttura ossea, le dimensioni del corpo, la forma e il peso in modo diverso. Uno dei modi in cui possiamo proteggere la nostra autostima e l’immagine corporea dalle definizioni di bellezza e accettabilità spesso distorte dei media è quello di diventare spettatori critici dei messaggi dei media da cui siamo bombardati ogni giorno. Quando riconosciamo e analizziamo efficacemente i messaggi mediatici che ci influenzano, ricordiamo che le definizioni di bellezza e successo dei media non devono definire la nostra immagine o il nostro potenziale.
So che in quest’epoca ‘orizzontale, dove si tende ad assomigliarci tutti, dove non è permesso avere dei limiti, pensare di essere unici può non risultare una caratteristica positiva e imprescindibile per una sana identità corporea, ma è il pensiero che tutti dovrebbero elaborare e conservare stretto.
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