Gentili Dottori buongiorno,
ho 34 anni e vi scrivo per chiedere il vostro gentile parere in relazione a sensazioni e pensieri opprimenti che da parecchio tempo mi accompagnano e precisamente relativi alla percezione, che mi spaventa molto, che il tempo passi troppo velocemente e la vita sia troppo breve.
Spesso mi trovo infatti a pensare che gli anni della vecchiaia giungeranno molto rapidamente e mi troverò velocemente alla fine del mio percorso. Guardandomi indietro infatti quasi non mi capacito di essere già giunto a questa età.
Nonostante abbia provato in diverse maniere ad arginare il pensiero, questo si fa ultimamente piuttosto ricorrente, causandomi una sorta di paralisi e periodi piuttosto lunghi (anche un mese) di protratta inattività.
In questo momento sto affrontando un grosso concorso (che richiede anni di studio) per superare il quale ho deciso un anno fa di lasciare il lavoro. Già in tre occasioni ho però dovuto interrompere lo studio per il ricorrere del pensiero opprimente di cui sopra, accompagnato alla ricerca e all’angoscia per la sensazione di una generale mancanza di senso della vita.
Dall’inizio del mio percorso universitario, 15 anni fa, ho sempre alternato studio e lavoro, non proveniendo da una famiglia particolarmente abbiente. Ho sempre avuto ottimi riscontri dagli studi, ma la scelta del percorso non è stata basata sull’effettivo interesse personale, quanto sulla speranza (ingenua) di avere un lavoro tranquillo che mi consentisse di mantenere una famiglia.
Negli ultimi anni le occasioni sociali si sono via via diradate, considerato anche che molti amici hanno iniziato a metter su famiglia. Io al contrario sono rimasto perennemente single (nemmeno storie occasionali), con la sensazione latente di essermi ormai precluso il mondo degli affetti.
Mi chiedo se la sensazione di velocità sia in qualche modo giustificata e condivisa o se questa sia distorta ed esclusivamente frutto del mio vissuto, in relazione al quale penso che dovrò comunque mettere in atto dei cambiamenti.
Grazie mille