Cambiare Psicoterapeuta

Federica

Faccio sedute di psicoterapia regolarmente una volta a settimana da ormai quasi 5 anni (con qualche pausa dovuta ad esigenze lavorative), e per tutto questo periodo ho sempre avuto lo stesso terapeuta. In questo momento della mia vita però mi sento ad un punto morto, complice anche (ma non solo) la difficoltà di trovare lavoro; una delle mie più care amiche, venendo a conoscenza di questo mio sentire, mi ha consigliato di provare a cambiare psicoterapeuta, consigliandomi di provare il suo. I motivi di questo consiglio sono principalmente due: il primo, lo psicoterapeuta della mia amica è un comportamentista, a differenza del mio, ed il suo approccio, a parere della mia amica, è molto "pratico" (per esempio le propone degli esercizi) e questo ha un risvolto abbastanza immediato; il secondo, la mia amica sostiene possa essere utile sentire un parere diverso dal solito. Inoltre, la mia amica si è trovata davvero molto bene con questo professionista e l'ha già consigliato ad altri amici comuni, i quali si sono trovati altrettanto bene.
Quello che io mi domando è se le argomentazioni della mia amica hanno senso (nessuna di noi due ha competenze in questo ambito), ed è quindi consigliabile cambiare psicoterapeuta. Io attualmente non ho problemi con il mio terapeuta, ma appunto mi sembra di essere ad un punto morto da cui non vedo una via d'uscita, almeno in tempi brevi (e purtroppo, in questo momento avrei bisogno di "mettere ordine", o quantomeno trovare una strategia d'azione, in tempi relativamente brevi), e sinceramente sarei curiosa di provare un nuovo approccio "più pratico". Allo stesso tempo, cambiare adesso, mentre il mio percorso è ancora "aperto", mi sembra come lasciare una cosa (che ha già portato a dei risultati) a metà, con il rischio che tutto ciò si riveli "controproducente". Chiedo dunque a chi ha più competenze di me un parere, grazie in anticipo.

15 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Federica

Innanzitutto credo sia importante esplicitare,  al terapeuta, i suoi dubbi. Ogni professionista, così come ogni paziente, è a sè. Ogni terapia è a sè. Rifletta su ciò che ora sta provando, e trovi il modo di esplicitarlo al collega che la segue. Rispetto ai vari approcci terapeutici, non entro in merito, in quanto le consiglierei una modalità di lavoro in linea con la mia formazione, e mi sentirei di darle un parere imparziale. Detto questo, i suoi dubbi, soprattutto in una terapia già avviata e in corso da tempo, sono leciti. Ne parli e comprenda, insieme al suo terapeuta, cosa sta accadendo. Le dico ciò, perché esprime di trovarsi bene, ma di essere in una situazione di apparente stallo. Ci rifletta.

Auguro buona fortuna.

Dott.ssa Elisa Danza 

Buonasera Federica. Credo che forse vi sia bisogno di cambiare, ma non terapeuta, ma relazione con lui. La relazione che vagamente appare, sembra non metterla nelle condizioni di parlare apertamente di tutti i pensieri e le emozioni che prova, sopratutto nei confronti della psicoterapia. 
Non si può, non si deve avere paura di "deludere le sue aspettative". Il suo terapeuta non è un genitore o un amico. Occorrerebbe avere un rapporto più autentico e farsi dire se "la terapia si è conclusa".

Buonasera signora. Non voglio entrare nel merito dell'approccio teorico del terapeuta in quanto ciò che più funziona in ogni terapia è senza dubbio la "relazione ". In ogni caso tra professionisti seri, se lei venisse da me senza aver concluso il percorso precedente non la prenderei. Non potrei terminare ciò che lei ha iniziato con altri e quindi non potremmo procedere ad un nuovo inizio. Quando c'è una difficoltà va espressa al terapeuta con cui lei si sta confrontando da anni. Tale materiale è fondamentale per il lavoro terapeutico in corso.  Una volta che lei ha manifestato all'attuale terapeuta le perplessità che la stanno affliggendo, risolverete insieme e eventualmente, se necessario deciderete di interrompere il percorso. In terapia è importante sentirsi liberi di dire tutto ciò che ci passa nella testa, qualsiasi cosa sia, anche sgradevole per il terapeuta stesso. 

Dott.ssa Clarissa Chiti

Dott.ssa Clarissa Chiti

Prato

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Cara Federica,

la mia non è una risposta nel merito, abbia pazienza, ma una riflessione su quanto sia caduta in basso la professione di psicologo.

Una delle regole per un lavoro in profondità è che il terapeuta non conosca NESSUNO della cerchia del paziente, manco per sbaglio. Neanche il panettiere, si deve avere in comune.

Non ho parole per un terapeuta che accetta di prendere in terapia gli amici di una paziente, e più d'uno.

Se ha bisogno di dare una mossa, cerchi qualcuno che utilizzi la sand play therapy. Ha bisogno di un metodo pratico, ma che peschi dalla sorgente interiore.

Altrimenti ci sono mille coach che possono aiutarla volentieri.

Un caro saluto.

Salve

Le consiglio di parlare con il suo terapeuta di questo suo sentire e di questo suo momento di difficoltà l. Dopo 5 anni è importante soffermarsi a riflettere su un momento di empasse. Potrebbe essere una possibilità di crescita per entrambi, in cui vi date una possibilità e un nuovo modo di stare in questa relazione

Le auguro una buona giornata

Dott.ssa Mariacristina Perfetto

Dott.ssa Mariacristina Perfetto

Benevento

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Ciao Federica, 

Hai provato a confrontarti con il tuo terapeuta? Se ci vai da ormai 5 anni, penso che tu ti fida abbastanza di lui... Hai provato a esporgli le tue sensazioni e i tuoi sentimenti e a chiedergli se anche lui prova le stesse cose? Talvolta esplicitare questi momenti di empasse, fa smuovere qualcosa e la situazione evolve....

Ogni Psicoterapeuta ha il suo approccio, che funziona perché lo sa utilizzare all'interno della relazione terapeutica e sa come lavorare a seconda della persona che ha difronte...è comprensibile che la tua amica, avendo avuto una buona esperienza si senta di consigliare il suo terapeuta... Ma... Così come tu e lei siete diverse, non è detto che quella che è stata una buona esperienza per lei lo sia necessariamente anche per te! Con questo voglio dire che non credo ci sia un approccio più giusto di un altro (per quanto ovviamente ognuno di noi ritiene il suo approccio migliore degli altri!), o un terapeuta migliore degli altri per tutti: è la relazione che si instaura che è unica e che porta ad un cambiamento!

Il mio consiglio è di fidarti del tuo intuito che ti ha fatto costruire un legame durato 5 anni e condividere con lui questo periodo e di trovare con lui la soluzione per uscire da questa empasse.

Buon lavoro! 

Dott.ssa Alice Piccardi

Dott.ssa Alice Piccardi

Udine

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Salve, il consiglio della sua amica può essere valido, e cambiare terapeuta a volte funziona per lavorare sulle differenti tematiche in modo diverso. Questo però è valido in termini generali, ogni caso va valutato a sé. Il mio consiglio è quello di parlarne col suo terapeuta, in modo franco, spiegando quanto riportato qui e esprimendo meglio il suo sentire. Sarà utile sia che decida di cambiare terapeuta, sia che decida di proseguire il suo percorso con l'attuale. Se sarà la chiusura di un percorso, va fatta in modo adeguato. Altrimenti sarà un buon punto di svolta.

Un saluto.

Dott. Ivan Giacomo Pezzotta

Dott. Ivan Giacomo Pezzotta

Trento

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Ciao Federica, grazie per aver condiviso con noi i tuoi dubbi.

La domanda che mi viene da porgerti è se li hai condivisi anche -e ancor prima-con il tuo terapeuta, perchè reputo sia la cosa più importante da fare.
Le sensazioni che hai, legate al tuo sentirti “ad un punto morto” accompagnate dalla curiosità verso un approccio differente, parlano di te ed è molto importante dare loro ascolto e valore. Non c’è quindi luogo migliore in cui portarle, dato che hai una relazione terapeutica.

Sai anni fa, prima di diventare una psicologa, sono stata a lungo una paziente. Mi riconosco nelle tue parole. Nessuno all’epoca mi disse che fosse importante portare il mio sentire, i miei dubbi e le mie perplessità, ma anche la curiosità verso il diverso, al mio stesso terapeuta. Ero frenata dalla mia insicurezza, dalla paura di fare la scelta sbagliata, magari di offenderlo e di rovinare il rapporto. Così mi sono persa l’opportunità di lavorare proprio su questi miei importanti pensieri, sensazioni ed emozioni. Cosa che mi avrebbe probabilmente aiutata moltissimo. 

Prova ad ascoltarti e a sentire cosa, se non hai ancora parlato con il tuo terapeuta di questo argomento, ti ha impedito di farlo. Parti da lì. Parti da te e dal vostro rapporto. Questa può essere davvero una importante occasione per conoscerti e raggiungere ciò di cui hai bisogno. 

Tienici aggiornati, se ti va :)

Dott.ssa Maria Elena Marchionatti

Dott.ssa Maria Elena Marchionatti

Torino

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Salve Federica 

la richiesta che fa le consiglio di girarla al suo terapeuta. Più che altro emergono dubbi che potrebbero essere significativi in relazione al suo vissuto e al percorso intrapreso, quindi perché non parlarne col diretto interessato? I consigli di un amico/a sono condizionati da un proprio vissuto personale, quindi dovrebbe chiedersi maggiormente perché la stanno condizionando così tanto.  Ne parli liberamente con il suo terapeuta, i terapeuti sono pronti ad ascoltare qualsiasi questione del proprio paziente. 

Buongiorno, guardi il punto non è che tipo di psicoterapia fa uno psicoterapeuta, ma come sta lei con quello psicoterapeuta.
Una psicoterapia non può durare anni altrimenti è possibile che si sia creata una dipendenza psicologica paziente-terapeuta.
Il che vuol dire un "vitalizio" per il terapeuta.
Ovvio che sto provocando, per dirle che, quando si è a un punto morto bisogna cambiare. o sospendere in attesa di nuove idee.
Comunque se vuole mi chiami pure così parliamo con calma e con maggiori dettagli.
Nel frattempo le porgo cordiali saluti.
Dr. Elena Santomartino

Se lo psicoterapeuta con cui stai effettuando un percorso segue un indirizzo psicodinamico , la terapia sarà lunga ed il risolvimento dei problemi non immediato. Lo dimostra il fatto che sei in terapia da 5 anni. In genere il terapeuta psicodinamico analizza il profondo, con una lenta evoluzione delle dinamiche intra ed inter personali. Terapeuti sistemico- relazionali o cognitivi visti o cognitivo- comportamentisti hanno un approccio più pragmatico, breve e volto alla risoluzione del problema o del sintomo, anche se ritenuto un campanello d'allarme. Ossia il sintomo è funzionale alla situazione e indicativo di disagio. Tutto dipende però anche dal tipo di problematiche che si vanno ad affrontare. Ad esempio per quanto riguarda i disturbi alimentari, ci vogliono spesso anni prima che il paziente trovi un equilibrio, anche con un terapeuta sistemico o cognitivo comportamentale.

Le argomentazioni della sua amica non sono valide. I risultati di una psicoterapia dipendono da una molteplicità di fattori molti dei quali sono incontrollabili e non individuabili. Il fatto che lo psicoterapeuta della sua amica abbia funzionato bene con lei non significa che debba funzionare bene anche con altri. La cosa fondamentale è il sentirsi bene affidati (ed è una cosa che si sente) unita ad una competenza tecnica. E' importante  anche che l'approccio dello psicoterapeuta sia congeniale alla propria personalità. Il comportamentismo è un approccio molto tecnico mirato sul problema e a volte ha buoni risultati ma anche questo a seconda della personalità del paziente (con chi non regge compiti e direttività non funziona troppo). Gli approcci esistenzialistici e psicodinamici hanno una prospettiva più vasta  (si rivolgono alla personalità globale ) e sono più lunghi. Hanno un effetto trasformativo. Ma i risultati di una psicoterapia dipendono dalla complessa alchimia che si stabilisce tra paziente e terapeuta. Se lei si trova bene con il suo terapeuta (se c'è una buona alleanza terapeutica) io non cambierei: porrei piuttosto al terapeuta la situazione di stallo di cui si lamenta. Auguri

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Frosinone

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Buongiorno,

le consiglio di parlarne con il suo terapeuta, soprattutto perchè in questi anni ha maturato una buona relazione .

Il cambiamento spesso avviene lentamente ma se lei ha l'esigenza di modificare gli obiettivi terapeutici gliene parli, in modo da poter concordare nuove strategie che siano più in linea con le sue richieste che, a quanto scritto, vertono sull'esigenza di attuare dei cambiamenti in tempi più brevi

Gli approcci sono molto differenti, alcuni lavorano su tempi lunghi mentre altri, come giustamente riporta la sua amica,sono più brevi; essendo un rapporto, quello terapeutico, che si costruisce in due è importante che il metodo utilizzato sia proficuo per entrambi

Dott.ssa Speriani Chiara

Gentile Federica, la cosa migliore sarebbe poter parlare al suo terapeuta di questo "punto morto", per provare a comprendere cosa stia succedendo intanto nel lavoro psicoterapico. Dopodiché se questo non dovesse portare a nuovi movimenti terapeutici, può considerarla l'idea di concludere il suo percorso. Pensando che quello che doveva offrire la psicoterapia l'ha già dato. E a questo punto è libera di fare qualche consultazione con un diverso terapeuta. In questo modo evita di creare confusione a se stessa.

P.s Una domanda utile da rivolgere al suo psicoterapeuta è questa: " vorrei avere più chiaro su che cosa stiamo lavorando in questa fase della terapia"

Auguri, dr. Cameriero Vittorio

Buongiorno. Non credo sia una buona idea prendere una decisione come quella di cambiare terapeuta solo sulla base del fatto che la sua amica si trova bene con... Invece quello che le suggerirei è di parlare apertamente con il suo terapeuta riguardo la percezione che in 5 anni non ha ottenuto i risultati desiderati. Come mai? Bisogna stare attenti e considerare che la psicoterapia ha come finalità una qualità della vita migliore nonché la riduzione o guarigione di sintomi e disturbi su base psicologica. A volte le persone sono talmente gratificate dal fatto di poter parlare di se in un ambiente non giudicante che perdono di vista i motivi per cui hanno deciso di investire tempo e denaro. Faccia mente locale e si confronti con il suo terapeuta.