Anni fa ho avuto la sventura di prestare del denaro a un conoscente (rivelatosi un vogare mascalzone e un lurido individuo) che non ha mai restituito il prestito, rendendosi irreperibile. Nonostante sia stato condannato dal Tribunale a 2 mesi di reclusione, il fatto ancora mi turba e mi amareggia. Da un lato continuo a rimproverami per essere stato così ingenuo da consegnare del denaro a una persona che non aveva né la mia stima né la mia simpatia ;dall'altro non riesco a smettere di odiare quel farabutto e vorrei tanto potermi vendicare di lui. Questa situazione genera di continuo dei pensieri ossessivi che non mi lasciano tranquillo. Come posso uscire da questa spirale?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Roma
Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online
Buongiorno Roberto,
quando si incappa in raggiri o truffe, è normale per la vittima provare senso di colpa e vergogna per ciò che è accaduto. A posteriori si sente di aver avuto tutti gli elementi per risolvere la questione in altri modi, per tirarsi indietro o decidere diversamente. Ciò potrebbe generare, come scrive lei, dei pensieri di natura ossessiva, che avvelenano la vita quotidiana alterandone le normali funzioni.
Le consiglio di non isolarsi e di affidarsi ad un professionista per elaborare il trauma del danno subito e allontanando da sè il pensiero ossessivo. Soprattutto, non si dia la colpa per una situazione su cui all'epoca non aveva alcun controllo e cerchi di non tramutare questa colpa in senso di vendetta, incappando in un'altra ossessione ma dal nome diverso: gli esiti, ahimè, sono gli stessi.
Le auguro di riprendersi presto
dott.ssa Alessia Serio
Torino
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