Cara Camilla,
Innanzitutto vorrei esprimerti la mia vicinanza emotiva: la situazione che state vivendo deve essere difficile per tua madre, ma anche per tutti voi che le state vicino.
Il tuo intento è nobile e comprendo il tentativo di porti come elemento di protezione nei confronti di una persona a te vicina che affronta un momento così buio. Purtroppo vi trovate ad affrontare una sfida contro la quale le armi si cui disponete non sempre sembrano bastare: i cambiamenti ai quali sottopone la malattia attaccano più fronti.
L'identità di una persona si costruisce ed esprime anche attraverso l'aspetto esteriore, che viene drasticamente sconvolto dal cancro e dalle terapie che per aggredire il male attaccano il corpo, restituendo un'immagine di sé come persone fragili, cambiate, passive e irriconoscibili.
Il sostegno che può fornire una persona vicina a chi sta combattendo questa battaglia è, a mio avviso, innanzitutto orientato alla comprensione e all'ascolto.
La malattia rappresenta una frattura nella biografia, connotandosi spesso come attesa passiva, "mettersi nelle mani" dei professionisti ed aspettare. Non bisogna però dimenticare che questo segmento fa comunque parte della propria vita, e come tale va vissuto. Nei limiti di quanto possibile fisicamente, si può comunque fare qualcosa per stare meglio .
Sul territorio esistono molte associazioni che si occupano di mutuo aiuto, anche attraverso iniziative atte ad insegnare alle donne a valorizzare il nuovo corpo che abitano. Attraverso la partecipazione ad una comunità e l'aiuto dato e ricevuto è possibile incontrare persone con le stesse esperienze con le quali confrontarsi, oltre che affrancarsi dalla passività nella quale la malattia tende a relegare le persone.
Il sostegno che mi sento di consigliarti di dare è di tipo supportivo, che possa accogliere i momenti di difficoltà, ma anche propositivo, allo scopo di aiutare tua madre a trovare nuove vie per sentirsi ancora protagonista della propria vita.
Nonostante sia bello vedere una tale dedizione da parte di un figlio, ti invito a considerare di rivolgerti ad associazioni o ad uno psicologo che possano aiutare sia tua madre sia il vostro nucleo familiare ad affrontare questa tempesta, nell'augurio che torni presto il sereno.
Un caro saluto,
Dr.ssa Debora Riva